Dal 1° gennaio prossimo per tutti i lavoratori edili scatterà l’iscrizione contrattuale a Prevedi, il Fondo Pensione Complementare, grazie ad un contributo interamente versato dalle imprese. E’ una delle novità introdotte dal contratto nazionale dell’edilizia, sottoscritto il 1° luglio scorso.
Una innovazione storica che costituisce non solo un innegabile vantaggio per i lavoratori, che potranno contare su una pensione più consistente, e quindi su un futuro più sereno, ma che rappresenta un modello per tutti gli altri settori, verso l’obiettivo della obbligatorietà della previdenza complementare, sostenuta con forza dalla Filca e dalla Cisl.
L’importanza del provvedimento e, più in generale, l’attività del Fondo Prevedi, sono illustrate da Lanfranco Vari, operatore della Filca nazionale (si occupa di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, contrattazione nazionale per il settore edile e contrattazione per le Grandi Opere edili) ma soprattutto Presidente di Prevedi, così come indicato dal Consiglio di Amministrazione il 4 giugno scorso.
Cos’è Prevedi, e come è organizzato?
Prevedi è il Fondo Pensione Complementare per i lavoratori delle imprese industriali ed artigiane edili istituito, tra le parti sociali, nel novembre del 2001 e registrato all’Albo dei fondi a novembre del 2002. La struttura lavorativa del Fondo Pensione è attualmente composta dal Direttore Generale Responsabile, da un dirigente e da 4 impiegati.Sono organi amministrativi del Fondo:
- a) l’Assemblea dei Delegati (formata da 60 componenti, dei quali 30 in rappresentanza dei lavoratori e 30 in rappresentanza delle imprese);
- b) il Consiglio di Amministrazione (costituito da 12 componenti di cui metà eletti dall’Assemblea in rappresentanza dei lavoratori e l’altra metà eletti in rappresentanza dei datori di lavoro associati al Fondo)
- c) il Collegio dei Sindaci (costituito da 4 componenti effettivi e 4 supplenti eletti dall’Assemblea, di cui la metà eletta in rappresentanza dei lavoratori e l’altra metà eletta in rappresentanza dei datori di lavoro associati). Tutte le attività del Fondo Pensione sono vigilate dalla Covip, Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione.
Che compiti ha il Presidente di Prevedi?
Il Presidente del Fondo Pensione è il legale rappresentante dello stesso e ha i seguenti compiti:
- a) sovrintende al funzionamento del Fondo;
- b) convoca e presiede le sedute del Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea;
- c) tiene i rapporti con la COVIP e con i soggetti firmatari delle Fonti Istitutive;
- d) effettua le comunicazioni alla COVIP in materia di andamento della gestione; trasmette le delibere aventi ad oggetto le modifiche statutarie; comunica le situazioni di conflitto di interesse che siano venute ad esistenza, specificandone la natura;
- e) cura l’esecuzione delle delibere dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione;
- f) su esplicito mandato del Consiglio stipula le convenzioni in nome e per conto del fondo;
E’ prevista la partecipazione degli iscritti?
Ogni lavoratore iscritto al Fondo Pensione può’ partecipare attivamente alla vita del Fondo, eleggendo i propri rappresentanti nel massimo organo deliberativo del Fondo Pensione: l’Assemblea dei delegati.
Con quali iniziative e quali azioni intendi caratterizzare il tuo mandato?
Vorrei che l’attuale Consigliatura si distinguesse, oltre ovviamente per i buoni risultati in termini di rendimento per gli iscritti, soprattutto in quattro direzioni:
- Crescita delle adesioni “piene” da pare dei lavoratori, poiché ciò comporterebbe per loro un maggiore investimento in vista della loro età della pensione;
- Investimenti nell’economia reale, in continuità con un’ottima intuizione del Consiglio precedente, nell’ambito delle opportunità che la COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) renderà possibile. Mi sembra che l’attuale Presidente COVIP sia sensibile al riguardo;
- Investimenti responsabili (mi dicono che questa formula sia preferibile a quella di “investimenti etici”). Questo è un tema molto delicato e di non facilissima esecuzione soprattutto a causa della estrema complessità dei meccanismi che regolano la finanza, ma è sempre meno sopportabile la sola idea che soldi dei lavoratori possano finire per finanziare imprese che costruiscono armi o che sono note per il non rispetto dei diritti delle persone che con il loro lavoro le fanno prosperare;
- Un’attività formativa interna ed esterna: in altri termini, una formazione rivolta da una parte a chi è chiamato a prendere decisioni – il Cda – che deve operare nella piena consapevolezza delle responsabilità delle proprie azioni, a partire – ovviamente – dal Presidente e dall’altra a chi viene chiesto – tutti i sindacalisti che operano nell’edilizia – di promuovere adesioni al Fondo. C’è una regola che a mio parere vige sempre ed in ogni ambito di lavoro: lavorare bene è un dovere. Perché lavorare bene è un dovere? Perché il lavoro di ognuno – qualsiasi lavoro – si ripercuote, nel bene e nel male, sulla vita di altre persone. Questo vale anche per chi impiega le proprie energie in un Fondo di Pensione complementare sostenuto con i soldi di imprese e lavoratori. Spero che una buona formazione ci aiuti a lavorare bene, comunque meglio.
Questi sono obiettivi concreti e più immediatamente perseguibili; ci stiamo già lavorando. Ma ci sono mete ulteriori, che probabilmente hanno bisogno di più tempo e il cui raggiungimento non dipende solo da decisioni della Consigliatura: credo sarebbe davvero importante se Prevedi riuscisse a svolgere un ruolo nella razionalizzazione e nella conseguente riaggregazione dei Fondi, a partire da quelli che interessano l’intera filiera edile, ampliando i propri confini fino a diventare il Fondo delle Costruzioni. Questo non corrisponde tanto ad una smania di crescere, quanto alla consapevolezza che i Fondi Pensione possono davvero essere soggetti attivi di democrazia economica, soggetti – cioè – maggiormente in grado di influire sulle decisioni finanziarie importanti.
Perché è importante, per il lavoratore edile, l’iscrizione a Prevedi?
L’iscrizione alla previdenza complementare conviene sempre perché permette al lavoratore di costruire in modo trasparente ed economico una pensione integrativa in aggiunta a quella pubblica, che ormai da sola non basterà più.
Chi può aderire? Come si aderisce?
Il Fondo pensione Prevedi è nato per accogliere tutti i lavoratori del settore edile. Possono aderirvi infatti tutti i lavoratori dipendenti (operai, impiegati e quadri) del settore edile, il cui rapporto di lavoro è disciplinato dal “CCNL edili industria” o dal “CCNL edili cooperative”; inoltre tutti i lavoratori dipendenti delle organizzazioni sindacali e datoriali, nazionali e territoriali, firmatarie del “CCNL edili industria” o del “CCNL edili artigianato”; infine i lavoratori dipendenti degli Enti paritetici del settore e delle Casse Edili. Per aderire basta compilare il modulo di adesione e consegnarlo alla propria Cassa Edile territoriale o spedirlo direttamente al Fondo Pensione. Per effetto dell’accordo raggiunto tra le Parti il 3 luglio u.s. – in occasione del rinnovo contrattuale – tutti i lavoratori con applicazione contrattuale edili industria (e cooperative per il Fondo Cooperlavoro), da gennaio 2015 saranno associati al Fondo Pensione con un contributo negoziato a carico del solo datore di lavoro.
Prima dell’obbligatorietà dell’iscrizione quanti erano gli iscritti?
Il numero dei lavoratori iscritti al 15 luglio 2014 era di poco superiore a 40mila. Le Aziende associate (quelle con almeno 1 lavoratore iscritto al Fondo pensione) erano più di 14 mila (di cui più di 4 mila artigiane e 10 mila industriali).
Quanti iscritti si prevedono adesso?
Tutti i lavoratori ai quali viene applicato il CCNL Edili industria operai ed impiegati. Nutro la speranza che a questi si possano aggiungere – ma è un compito delle Parti sociali nazionali – anche quelli dipendenti dalle imprese artigiane. La CNCE (Commissione Nazionale Casse Edili) ci dice che oggi i solo dipendenti iscritti al sistema delle Casse Edili sono 550 mila circa in totale. Ma parliamo solo di operai. A questi vanno aggiunti gli impiegati.
Che vantaggi ha il lavoratore iscritti a Prevedi?
I vantaggi sono molteplici. L’iscrizione permette al lavoratore di costruirsi una pensione integrativa, o comunque di accumulare un “buon salvadanaio” da cui attingere nel momento di necessità; l’iscrizione fa ottenere un contributo dal datore di lavoro, quindi aderendo ci si garantisce un immediato aumento di stipendio; inoltre va sottolineata la convenienza fiscale: i contributi versati sono dedotti automaticamente dal proprio reddito con un risparmio fiscale in busta paga e le prestazioni erogate beneficiano di una tassazione fortemente agevolata. I rendimenti del Fondo Pensione, in questi anni, sono stai mediamente superiori al rendimento del TFR lasciato in azienda.
A quanto ammonta il patrimonio del Fondo, e in che modo è gestito?
Il Patrimonio del Fondo ammonta a più di 455 milioni di Euro, suddiviso tra due comparti di investimento (Comparto Bilanciato, con un patrimonio superiore a Euro 412 milioni, e Comparto Sicurezza, con un patrimonio superiore a Euro 42 milioni). La Gestione è affidata a Gestori professionali che svolgono il proprio lavoro con competenza ed ottimi risultati. Per il Comparto Bilanciato i Gestori sono Anima S.G.R. S.p.A., Credit Suisse (Italy) S.p.A. e UnipolSai Assicurazioni S.p.A. con delega a J.P. Morgan Asset Management per la gestione della componente azionaria. Per il Comparto Sicurezza il Gestore è Pioneer Investment Management S.G.R.p.A. La politica di gestione del Comparto Bilanciato prevede una composizione bilanciata tra titoli di debito e titoli di capitale (75% obbligazioni – 25% azioni). Il comparto Sicurezza, in conformità alla politica di investimento particolarmente prudente che lo caratterizza, investe la quasi totalità del patrimonio in titoli di stato europei con scadenza entro tre anni (in media il 95% del totale del patrimonio) e la restante parte in azioni quotate sui mercati finanziari europei (in media il 5% del patrimonio gestito).
Rendimenti:
Anno | Comparto Bilanciato | Comparto Sicurezza |
2004 | 8,15% | |
2005 | 3,56% | |
2006 | 3,13% | |
2007 | 1,79% | |
2008 | -7,88% | 4,69% |
2009 | 9,33% | 2,46% |
2010 | 2,99% | 0,76% |
2011 | -0,39% | 0,69% |
2012 | 9,11% | 3,55% |
2013 | 5,52% | 1,92% |
01/01/2014 – 30/06/2014 | 5.69% | 1.59% |
Media annua | 3.90% | 2.41% |
Prevedi, con l’adesione contrattuale, può diventare un modello per la previdenza complementare negli altri settori?
Io credo che il modello da affermare – e bisognerebbe farlo in fretta – sia quello della iscrizione obbligatoria, per legge. Fare finta di niente è inutile e dannoso. L’evoluzione legislativa sulle pensioni pubbliche, unita al reale odierno mercato del lavoro, porterà a future (non “tanto future”) generazioni di poveri. Aderire al Fondo pensione non farà generazioni “ricche”, ma aiuterà i lavoratori a vivere con maggiore dignità la loro vita una volta usciti dal ciclo produttivo. In attesa della legge, quindi, non vedo altre modalità buone se non l’adesione contrattuale. Credo che Feneal, Filca, Fillea abbiano fatto una scelta, insieme ad Ance ed alle Cooperative (il loro Fondo è Cooperlavoro) molto opportuna. Se mi è consentita un’espressione alquanto enfatica, direi che l’ultimo CCNL è stato – anche sotto questo aspetto – un piccolo capolavoro.
Perché per la Filca è così importante la Previdenza Complementare?
Per i motivi che affermavo prima: dobbiamo aiutare i lavoratori a vivere meglio la loro vita. Lo meritano. Una volta, tanto tempo fa, si pensava che il lavoratore dovesse essere difeso, quindi rappresentato, solo nel cantiere. Poi ci si rese conto della necessità di tutelarlo nel settore (da qui le Casse Edili, le Edilcasse, le Scuole, i Comitati Tecnici per la sicurezza, ecc.). Adesso le tutele devono essere estese anche nella “terza età”.
Come conciliare l’incarico a Prevedi con la tua attività sindacale in FILCA?
Quando Domenico Pesenti , il Segretario Generale della FILCA, mi ha chiesto di impegnarmi come Presidente del Fondo sono stato piuttosto meravigliato. Ricordo che, seduto davanti a lui, pensavo ad una sola cosa: mi chiedevo se sarei stato all’altezza. Da sei anni partecipavo al CdA, quindi questo ambiente lo conoscevo. Ma… il Presidente. In questi primi tempi mi sono reso conto che l’incarico comporta più impegno e più tempo di quanto avessi prima immaginato. Mi sembra però di riuscire a non trascurare nulla delle altre attività che devo svolgere. Due cose mi aiutano a sostenere il mio impegno: il mio lavoro è possibile grazie ai soldi che i lavoratori spendono iscrivendosi alla FILCA. E poi il lavoro viene svolto all’interno di questo grande sindacato, la FILCA.