FOGGIA, EDILIZIA IN GINOCCHIO

FOGGIA, EDILIZIA IN GINOCCHIO

Due milioni e centomila ore lavorate in meno, crollo di lavoratori iscritti in Cassa edile (passati da 11.800 a 6.500), grandi opere ferme, silenzio delle istituzioni: è un cocktail micidiale quello che si avverte da due anni a questa parte in provincia di Foggia. Il settore delle costruzioni sembra conoscere la più grave crisi dal dopoguerra. Il grido di allarme arriva congiuntamente dai sindacati Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil e dagli imprenditori dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili.
“In Capitanata è un disastro – ammette senza mezzi termini Urbano Falcone, segretario generale della Filca di Foggia – anche perché avvertiamo il totale disinteresse delle istituzioni, che sembrano avere altre priorità in agenda. La Prefettura, per esempio, è stata allertata oltre 4 mesi fa anche per garantire la legalità in un settore notoriamente a rischio come quello dell’edilizia. Ma la nostra richiesta di incontro è stata letteralmente ignorata”. A complicare le cose c’è la presenza, sul territorio foggiano, di un Ente non accreditato che rilascia attestazione di regolarità contributiva nei confronti delle imprese iscritte, di fatto sgretolando l’efficacia del Durc, il Documento unico di regolarità contributiva rilasciato dalla Cassa edile. Quest’ultimo è necessario per le imprese appaltatrici e subappaltatrici affinché possano accedere alle gare d’appalto e ottenere i pagamenti dell’esecuzione dei lavori, così come previsto dal Codice degli appalti.
“L’azione dell’Ente non accreditato – accusa Falcone – contravviene al principio fondamentale dell’osservanza della reciprocità applicato rigorosamente dalle Casse edili facenti parte del sistema nazionale della bilateralità. In questo modo si vanificano i risultati positivi che si sono avuti con l’introduzione del Durc. Inoltre già nel 2005 fu sottoscritto un protocollo d’intesa che disponeva la costituzione dello Sportello unico previdenziale presso la Cassa edile, autorizzato al rilascio delle attestazioni della regolarità contributiva. L’azione dell’Ente non accreditato è totalmente illegale ma nessuno interviene”.
In provincia si avverte anche lo stallo delle opere pubbliche, con ripercussioni gravissime su aziende e lavoratori. “Non si contano i cantieri fermi”, spiega il segretario generale della Filca di Capitanata. ”È fermo il Pirp, per il recupero della periferia del capoluogo. Sono fermi i lavori dello Iacp, per 17 milioni di euro, perché non si trova l’accordo con le famiglie che vivono nelle case ad abbattere. Non si muove nulla per quanto riguarda l’ospedale di Foggia, opera per la quale sono stati stanziati 70 milioni di euro. Idem per la rete viaria provinciale e la circonvallazione cittadina”. Sindacati e imprenditori annunciano a breve una grande mobilitazione sociale per sensibilizzare gli Enti locali e le Pubbliche istituzioni a pianificare una nuova fase di progettualità di opere infrastrutturali. Prima che sia troppo tardi.

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