Diminuzione delle aliquote fiscali per lavoratori e pensionati, un nuovo assegno familiare, detassazione dei premi di secondo livello, tracciabilità dei pagamenti, incentivi per le aziende virtuose, aliquota al 20% sulle rendite finanziarie e sugli interessi dei depositi bancari. Sono state queste alcune delle proposte che Cisl e Uil hanno portato a Piazza del popolo nella manifestazione su “meno fisco, più lavoro“. La piattaforma rivendicativa resta incentratata sul nuovo Patto fiscale attraverso aiuti alle famiglie e meno tasse sugli stipendi e sulle pensioni. I dati fiscali italiani, d’altronde, parlano chiaro: l’Irpef netta è ammontata a 146 mld, comprese le addizionali comunali e regionali. E gli ultimi dati suonano come un campanello d’allarme sull’evasione fiscale: solo l’1% dei contribuenti italiani dichiara più di centomila euro l’anno. In dettaglio, sono oltre 10 milioni gli italiani che non debbono versare allo Stato neppure un euro di Irpef: sono contribuenti che dichiarano redditi molto bassi o che possono utilizzare detrazioni tali da far azzerare l’imposta.
A questi si aggiunge una platea di 31 milioni di contribuenti Irpef, il 74% del totale, che paga un’imposta netta media di 4.701 euro. Sono nuovi dettagli sulla dichiarazione dei redditi 2009 (relativa al 2008), disponibili sul sito del Dipartimento delle Finanze, che fanno emergere uno spaccato sul basso livello dei redditi dichiarati dalla maggioranza degli italiani. Il paradosso sulle tasse che pesano solo sul lavoro dipendente e pensionati continua a mietere vittime. C’è infatti una metà dei contribuenti italiani che dichiara non oltre 15.000 euro annui e circa due terzi che non percepisce più di 20.000 euro: solo l’1% dei dichiaranti supera i 100 mila euro. E anche i nuclei familiari, se analizzati sotto il profilo del loro reddito ai fini fiscali, non sembrano stare meglio.
E lo Stato che fa? Dal dipartimento finanze del ministero dell’Economia si fa sapere che l’andamento delle entrate fiscali dei primi mesi dell’anno è perfettamente in linea con le previsioni; il risultato mostra un significativo miglioramento rispetto ai primi otto mesi dell’ammo quando il calo cumulato era stato del 2,4%. Al netto delle “una tantum” la flessione del gettito si riduce allo 0,2%. Non del tutto d’accordo Bankitalia: nel periodo gennaio-settembre 2010 le entrate tributarie sono state in calo dell’1,8%, rispetto ai primi nove mesi del 2009. Il dato è al netto dei fondi soeciali della riscossione. Vediamo in dettaglio alcune cifre sulla dichiarazione dei redditi 2009 (relativa al 2008), messe a disposizione da Dipartimento delle Finanze.
Famiglie sotto 25 mila euro – È di 24.600 euro il reddito medio dei 31 milioni di famiglie italiane studiate dal fisco. Sono nuclei che comprendono circa 58 milioni di componenti di cui meno di 42 milioni sono percettori di reddito. I familiari a carico sono invece 16,5 milioni di cui 4 milioni sono coniugi. La famiglia monoreddito senza coniuge è la tipologia più numerosa con circa 17 milioni (54,3%) mentre le famiglie bi-reddito sono circa 10 milioni e quelle monoreddito con coniuge circa 4 milioni.
21 mln contribuenti sotto 15 mila euro – L’analisi della distribuzione dei contribuenti per livello di reddito evidenzia che il 49,79%, pari 20,8 milioni di soggetti, dichiara redditi Irpef inferiori a 15.000 euro l’anno. Il 40,61%, circa 17 milioni di contribuenti, dichiara redditi tra 15.000 e 35.000 euro. In totale il 90,4% dei contribuenti dichiara meno di 35.000 euro e solo lo 0,95% dichiara redditi maggiori di 100.000 euro. Questa classe di “Paperoni” paga il 18% del totale imposte dirette mentre il 52% del totale dell’imposta è pagato dal 13% dei contribuenti con redditi oltre i 35 mila euro.
500 mila contribuenti “minimi” – Sono circa 506.000, su un totale di 41,8 milioni, i contribuenti italiani che hanno adottato il nuovo regime dei contribuenti minimi, riservato agli esercenti attività di impresa o professionisti che hanno conseguito ricavi non superiori ai 30.000 euro. I “contribuenti minimi” hanno dichiarato un reddito medio di 8.840 euro per un’imposta sostitutiva netta media di 1.770 euro. Il nuovo regime – che assoggetta i contribuenti ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef con esonero dagli obblighi Iva ed esenzione dall’Irap – ha fatto registrare il maggior numero di adesioni nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (circa 180.000 soggetti) seguito da quello del commercio (circa 63.000).
(dal sito www.conquistedellavoro.it)