La Cisl promuoverà il 27 febbraio delle iniziative nelle piazze dei capoluoghi di regione per sollecitare una “riforma fiscale integrale con aliquote più basse per lavoratori e pensionati”. È quanto ha annunciato il segretario generale Raffaele Bonanni. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di “far crescere – ha proseguito – la temperatura su questo tema”. Bonanni propone di spostare il prelievo fiscale “su alcuni consumi per allargare la progressività. È importante poi la tracciabilità e un unico bonus a favore delle famiglie”.
“La battaglia sulle tasse – ha detto Bonanni – non è per rivedere una parte ma per rivedere integralmente, rivoltare ‘come un calzino’ l’impianto fiscale italiano. I ceti meno abbienti e i ceti medi debbono poter pagare meno tasse. Quello che pagano in meno deve essere spostato – propone Bonanni – sui consumi, in modo tale che chi ha di più spende di più e paga più tasse, chi ha meno spende meno e paga meno tasse”.
D’altronde la proposta della Cisl trova il suo punto di forza dalla realtà della situazione italiana. Infatti, solo un contribuente su tre guadagna più di 150 mila euro l’anno e a dichiararlo sono soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati. Tradotto in numeri – secondo gli ultimi dati delle Entrate – su appena 149mila contribuenti che nel 2009 hanno denunciato redditi superiori a 150 mila euro, ben 129 mila hanno la ritenuta alla fonte, cioè redditi da lavoro dipendente o da pensione. I contribuenti che hanno denunciato redditi da lavoro dipendente per l’anno d’imposta 2008 sono stati poco più di 21 milioni e il reddito medio dichiarato è stato di 21.660 euro (1.805 euro al mese), l’ 1,12% in più rispetto al 2007. Ciò significa che operai e impiegati hanno subito una secca perdita del potere di acquisto, visto che nel 2008 l’inflazione è stata del 3,3%. Meno colpiti i 15 milioni di pensionati, i cui redditi in media pari a 17.070 euro (1.422 euro al mese), sono cresciuti del 2,15%.
La maggior parte dei lavoratori dipendenti si concentra tra 10 e 50 mila euro, ma ci sono circa 5,2 milioni di contribuenti sotto i 10 mila euro. Anche per quanto riguarda i pensionati, il gruppo maggiore (9 milioni), si trova tra 10 e 50 mila euro, ma quelle che stanno sotto 10 mila euro sono ben 5,7 milioni. Sempre secondo l’Agenzia delle Entrate, i professionisti tra il 2007 e il 2008 hanno visto i redditi crescere in media del 3,3%. Per artigiani e commercianti infine l’anno fiscale appena terminato è stato davvero “critico” scorrendo le denunce: il reddito medio dichiarato è stato di 17.977 euro, pari a 1.498 euro al mese, appena sopra quello dei pensionati, e solo lo 0,65% in più di quanto avevano dichiarato nel 2007. In forte miglioramento invece i contribuenti del mondo dello sporto e dello spettacolo cha passano da 40 mila a 42.500 euro.
Le tasche degli italiani sono sempre più leggere: nel 2008 è rallentata la crescita del reddito medio dei cittadini, che si è fermato a 21,6 mila euro all’anno, segnando un più 3,1% rispetto al più 3,3% del 2007; si è eroso il suo valore reale, pari al 51,4% di quello nominale; ed è aumentato il peso delle imposte, con un raddoppiamento del fiscal drag. È quanto emerge da un’indagine, a ricevere la battuta d’arresto più forte sono i dipendenti, che nel 2007 avevano guadagnato il 4,2% in più rispetto al 2006, a fronte del +3% del 2008. Non è andata meglio ai pensionati, che non possono contare su un reddito superiore a 17 mila euro. Per quanto riguarda la pressione fiscale, l’anno scorso l’imposta media è stata pari al 3.836 euro, con un aumento del 5,4% rispetto al 2007. In altre parole, un italiano tipo si è ritrovato a pagare allo Stato circa 191 euro in più.
Crescono del 3,07% (+570 euro in media) i redditi dichiarati dagli italiani nel 2008 rispetto all’anno precedente passando dai 18.540 euro del 2007 ai 19.110 euro del 2008. Questo almeno stando alle dichiarazioni sui redditi 2008, denunciati al fisco con le dichiarazioni del 2009, rese note oggi dall’Agenzia delle Entrate su FiscoOggi.
A sorpresa la crescita media più alta se la aggiudica Bari, male Venezia con addirittura un segno meno, mentre Roma, insidia il primato di Milano dove si riscontra comunque il reddito medio più alto (30.900 euro). Il capoluogo pugliese nel 2008 ha messo ha segno un incremento che è più del doppio della media (+7,95%, cioè 1.600 euro in più a quota 21.720 euro). Male invece Venezia dove il reddito medio è sceso del 2,41% (520 euro in meno a 21.000 euro). Tra gli altri comuni Milano conferma il suo primato (a 30.930 euro con un aumento del 3,68%, pari a 1.100 euro) ma la Capitale accorcia le distanze. La crescita media a Roma è del 5,33%, il che vuol dire 1.300 euro in più con un reddito medio però decisamente più basso: 25.650 euro.
Tra gli altri comuni Torino cresce dell’1,99% (a 22.530 euro); Napoli del 5,14% (20.630 euro); Genova dell’1,78% (21.860); Palermo del 5,4% (20.470); Bologna dell’1,32% (25.240); Firenze del 2,04% (23.910); Verona +2,30%.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)