FIRENZE, STALLO NEI LAVORI EDILI

FIRENZE, STALLO NEI LAVORI EDILI

Il segretario generale della Filca Cisl di Firenze, Ottavio De Luca, ci ha inviato un contributo sulla crisi del settore edile nella provincia fiorentina. Lo pubblichiamo integralmente.
Le aspettative del mondo dell’edilizia e il richiamo di attenzione sul settore non hanno trovato risposte adeguate finora, poichè non c’è stato un atto concreto conseguente a quanto annunciato dallo stesso Presidente del Consiglio agli Stati generali delle costruzioni dello scorso maggio 2009. La crisi nel settore dell’edilizia con un fortissimo calo degli occupati ed una perdita di posti di lavoro consistente, spiega che ben poco è stato fatto per arginare la crisi nel settore.  E ci riferiamo cioè a risposte non abbastanza adeguate ricevute dal governo centrale e dalle istituzioni locali. La finanziaria 2010 non contiene misure innovative in tema di infrastrutture e in sostanza  si è trattato non di aggiungere nuove risorse ma di spostarne di già esistenti. Infrastrutture e grandi opere sono una delle priorità, riteniamo, per sostenere la ripresa di un paese e garantire lo sviluppo del territorio ed in particolare, Firenze e la sua provincia, sta risentendo particolarmente del rallentamento delle grandi opere.
Le risorse per il potenziamento dell’A1 e la realizzazione della terza corsia tra Barberino di Mugello e Firenze Nord, il cui progetto è stato recentemente approvato, e tra Firenze sud e Incisa Valdarno sono già acquisite ma non sono in fase di stanziamento. Lo stesso dicasi per la bretella Signa –Prato. Pertanto sbloccare subito i fondi destinate ad esse consentirebbe di iniziare a misurarci non solo sulle urgenze ma anche e soprattutto sulle politiche strutturali. A questo si aggiunge anche il rinvio per l’approvazione del piano strutturale da parte dell’amministrazione comunale fiorentina che non agevola il superamento dello stato di crisi del settore nella nostra provincia. I continui ritardi che finora hanno contraddistinto l’approvazione del piano comporteranno non solo il blocco dell’edilizia nella nostra città ma anche di tutti i settori dell’indotto, ad essa collegati e non consentiranno pertanto di proseguire la strada di interventi infrastrutturali di cui Firenze ha bisogno per uscire da una situazione di stallo che dura ormai da troppo tempo.
Oggi l’edilizia è uno dei settori più in crisi e con essa tutta la sua filiera e le conseguenze in termini occupazionali e di sviluppo del settore non possono lasciarci indifferenti. Gli ammortizzatori sociali hanno avuto lo scopo di tamponare una situazione di forte emergenza ma non si può vivere solo di cassa integrazione, bisogna agire sulle politiche strutturali e avere impegni certi e rapidi da parte delle istituzioni locali per far ripartire lo sviluppo e il lavoro. Moltissime aziende edili fiorentine hanno già utilizzato lo strumento della cassa integrazione per far fronte al calo di lavoro ma ora attendono la ripresa. Il calo degli occupati significa concretamente che non si è voluto sostenere il sistema delle aziende con un piano straordinario di investimenti, neanche attraverso la facilitazione dell’accesso al credito da parte delle imprese in difficoltà. E quindi come agire? Tra le azioni messe in campo a livello territoriale e nell’ottica di un rafforzamento delle misure a sostegno del reddito, di fondamentale rilievo è stato il “Fondo di Solidarietà di settore” che garantirà un piccolo ma significativo sostegno economico ai lavoratori edili licenziati. L’ammortizzatore sociale è stato istituito a Firenze grazie ad un accordo sottoscritto da Ance e sindacati di categoria, Filca, Fillea e Feneal. I soggetti firmatari hanno deciso di destinare il 50% del fondo Apes per una nuova prestazione extra-contrattuale.
Un provvedimento di grande valenza sociale, una sorta di vero e proprio ammortizzatore sociale aggiuntivo e che rafforza il ruolo del nostro ente paritetico come la Casse Edile di Firenze. In sostanza si tratta di un ammortizzatore a cui potranno accedere i lavoratori appartenenti ad imprese con meno di 15 dipendenti che abbiamo maturato, nei 24 mesi precedenti, almeno 2100 ore di ape e che, a causa della crisi aziendale, abbiano perso il lavoro o siano stati licenziati per riduzione di personale o chiusura azienda. Il sostegno sarà di 100 € al mese per sei mensilità durante le quali il lavoratore dovrà frequentare un corso di formazione presso la nostra Spef.
Inoltre chiediamo interventi seri che rendano più veloce l’apertura dei cantieri, senza porre ulteriori ritardi di ordine burocratico che allontanano il momento della spesa da quello dello stanziamento per far partire i lavori, con un piano di grandi opere che sicuramente possono trasformarsi in cantieri nel medio termine e movimentare tutto il settore ma accanto a queste, un piano di opere medio-piccole diffuse sul territorio per rilanciare l’edilizia fatta, in gran parte e soprattutto, di piccole e medie imprese.  Prendiamo pertanto con favore l’ultima delibera del 13 maggio 2010 del Cipe in materia di infrastrutture, anche se si rendono spendibili stanziamenti programmati da tempi e rimasti fermi per ordine burocratico e non sono previste somme aggiuntive rispetto a quelle del 2009.
 Poco incremento per le grandi opere e altrettanto per quelle medie dimensioni dove il patto di stabilità sui comuni non consente di far partire subito progetti da tempo in cantiere e dare respiro alle stesse imprese che, vedendo bloccati i pagamenti dalle pubbliche amministrazione, rischiano la loro stessa sopravvivenza. Pertanto, come Filca Cisl Firenze, chiederemo una vera concertazione con l’amministrazione locale per intervenire e dare risposte certe e non più rinviabili a tutti quei lavoratori e aziende del territorio che si troveranno in difficoltà vera a partire dai prossimi mesi.

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