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FIRENZE, IL 2013 E’ STATO L’ANNO NERO DELLE COSTRUZIONI

FIRENZE, IL 2013 E’ STATO L’ANNO NERO DELLE COSTRUZIONI

Di seguito un intervento di Stefano Tesi, responsabile della Filca Cisl Firenze
Il 2013 per il mondo delle costruzioni in Provincia di Firenze e’ stato un anno catastrofico. Il settore e’ fermo, nel privato c’e’ molto di invenduto e nel pubblico non si investe. All’ultimo dato di rilevamento, gli addetti nel settore della Provincia Fiorentina non raggiungono le 7000 persone per un totale di imprese pari a circa 1600. E dietro i numeri ci sono tanti lavoratori e imprese con alta professionalita’ ed elevato patrimonio di esperienza fatta sul campo in decenni di attivita’. E’ il momento di agire e lo dobbiamo fare con gli strumenti che abbiamo per non cadere nel baratro della deindustrializzazione e della precarizzazione, questo non ce lo possiamo permettere. Iniziamo a pensare un nuovo modello di fare impresa dove gli imprenditori e i lavoratori progettano insieme il futuro.
Certo non aiuta affatto l’atteggiamento retrogrado di ANCE e COOP che il 21 novembre scorso ha sostanzialmente fatto saltare il tavolo delle trattative per il rinnovo del CCNL edilizia industria scaduto il 31/12/12 dove ritiravano tutto, proponendo il rinnovo del ccnl con aumento salariale a zero e l’azzeramento dell’anzianita’ edile (ape). Il 13 dicembre nelle principali piazze d’italia con uno sciopero di 8 ore partecipato oltre le piu’ rosee previsioni gli abbiamo risposto NO. E che non e’ con questo atteggiamento che si mettono le basi per ricostruire il settore. Noi pensiamo di lavorare insieme per costruire un nuovo modello di sviluppo. IL nuovo anno deve aprirsi con buoni propositi e dare l’ulteriore spinta per poter progettare: basta dunque parlare di crisi, concentriamoci piuttosto sul recupero e sul cambiamento culturale da sempre sostenuto dalla Cisl e dalla Filca.
Chiediamo innanzitutto all’ANCE/COOP di rinnovare il contratto in linea con gli accordi interconfederali del 2009 e di guardare ad uno sviluppo sostenibile puntando sulla qualita’.
Agli Imprenditori diciamo che dobbiamo collaborare con il mondo dell’impresa dove il sindacato non sia chiamato dalle Aziende solo quando non c’e’ piu’ niente da fare, ma come interlocutore serio e credibile dove poter sviluppare le nostre idee per costruire insieme un nuovo modello di relazione dove i lavoratori partecipano con resposabilita’ alle decisioni dell’impresa sul modello della Responsabilita’ Sociale d’Impresa.
Alle Istituzioni chiediamo di fare ogni sforzo per far partire il prima possibile almeno tutte quelle Opere Approvate e Finanziate, e la lista e’ lunga. Pensiamo sia al recupero del patrimonio artistico, sia alla messa in sicurezza delle Scuole, alla pulizia del letto dei fiumi e la messa in sicurezza dei suoi argini. Sono troppi i lavoratori a casa a causa delle numerose opere pubbliche terminate negli ultimi anni nella nostra Provincia.
Il notevole ritardo sulla liquidazione delle CIG pregresse, l’esaurimento delle disponibilità finanziarie di enti che integravano il reddito o gli ammortizzatori sociali, sono la dimostrazione palese che il sostegno al reddito non ci può tenere più nella condizione di pensare che “le cadute siano sempre ammortizzate“.
E’ strategico che al centro dell’ interesse e della ripresa del nostro territorio devono esserci le nostre piccole e medie imprese, l’edilizia, motore che aziona tutti gli altri settori e il legno, strettamente correlato all’edilizia.
Studi recenti dimostrano che molti dei nostri sistemi di produzione non sono più competitivi perché obsoleti tanto da essere tra i meno ecoefficienti d’Europa.
E’ proprio da questa constatazione che dobbiamo ripartire: attraverso una grande azione di riqualificazione si possono ottenere grandi benefici.  Nel nostro settore e nel nostro territorio ci sono, ad esempio, aziende del legno che hanno investito in prodotti di qualità, anche con l‘ausilio di tecnologie ecosostenibili, e nella bioedilizia: queste ditte hanno subito meno delle altre la recessione. Pare evidente perciò che le tecnologie in oggetto potrebbero favorire la costituzione di una nuova industria locale del legno, concepita in termini moderni, oltre ad offrire più sicurezza, certezza dei tempi di consegna e conseguentemente dei costi degli interventi, grazie anche all’ampia presenza nelle nostre zone di questo materiale tradizionale. Si potrebbero pertanto sviluppare servizi professionali innovativi e importanti opportunità per l’imprenditoria locale e le maestranze qualificate, evitando il semplice trasferimento nel nostro territorio di tecniche, tecnologie e materiali pensate e realizzate all’estero in condizioni culturali completamente diverse dalle nostre.
I prodotti di qualità e la bioedilizia, evidenziata e sostenuta nell’integrativo provinciale fiorentino e avvalorata dall’assessorato alle politiche per l’Edilizia residenziale Sostenibile della Regione Toscana, il miglioramento continuo della qualità del lavoro, asse anche nella elaborazione del nuovo contratto del legno, devono essere le novità delle nostre imprese e per questo costantemente sostenute e fortemente incentivate dalle istituzioni per agevolare la ripresa.
L’edilizia e’ l’unico settore in grado di attivare altri settori moltiplicando 4 volte il proprio valore. Non dimentichiamo che l’edilizia rappresenta il 10% del pil. Nel 2014 ci aspettiamo che si inverta la tendenza e si passi dalle parole ai fatti.

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