Filca di Roma: serve apposita Agenzia per garantire la sicurezza nei cantieri

Filca di Roma: serve apposita Agenzia per garantire la sicurezza nei cantieri

NON SONO in diminuzione gli infortuni sul lavoro e le irregolarità nel settore edile a Roma e nel Lazio . Secondo gli ultimi dati dell’attività ispettiva del ministero del Lavoro, sono state riscontrate 806 violazioni in 352 controlli avvenuti nei 4 mesi da giugno a settembre. Il Lazio è la quinta regione italiana per il sommerso nel settore delle costruzioni e la frequenza degli infortuni nei primi mesi del 2003 è di 62 ogni 1000 abitanti, di cui il 60% a Roma. Purtroppo un altro dato da non sottovalutare sono le vittime nei cantieri in continuo aumento: 11 rispetto ai 2 dello stesso periodo del 2002. Per il segretario generale della Filca Cisl di Roma , Stefano Macale , tutti questi dati servono a far capire che sulla sicurezza e sul lavoro sommerso in molti stanno tirando i remi in barca. “Stanno facendo fare al sindacato la parte della Cassandra – spiega Macale -, solamente perché sappiamo quanti siano alti i rischi per un lavoratore edile di infortunarsi o di rimetterci la vita come purtroppo è già successo 11 volte quest’anno. Nonostante gli ultimi dati dell’Inail vedono il Lazio con un calo degli infortuni rispetto all’anno scorso invito a non illuderci perché il sommerso nasconde tante situazioni non rilevate dall’Istituto”. Il sindacato ha intanto proposto alla Regione, davanti a tutti i capigruppo, l’apertura di un’agenzia che si occupi della sicurezza nei cantieri, un tavolo per la prevenzione degli infortuni. “Da un mese, però – precisa il responsabile della Filca di Roma – attendiamo una risposta e non aiuta il sindacato, che vorrebbe una soluzione rapida ai problemi per evitare di andare a nuovi funerali, neppure l’atteggiamento della prefettura. Grazie alle indicazioni dei sindacati, durante il periodo del Giubileo, è stata fatta una battaglia per la prevenzione, andata a buon fine. Era stata creata una task-force regionale che coordinava, sotto la direzione del prefetto, i vari servizi ispettivi. Non capisco – conclude Macale – perché successivamente non si sia proseguiti su questa strada e anziché aumentare il numero degli ispettori, sia diminuito. Invitiamo, dunque, la Regione e la Prefettura a non perdere più tempo e ad attivare l’agenzia da noi richiesta, mettendo da parte quell’immobilismo che ha bloccato sino ad ora quella prevenzione necessaria per non favorire la cultura dell’illegalità”.

Amedeo Ciotti

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