FILCA, DALLA STORIA NUOVI SPUNTI PER L’AZIONE FUTURA DEL SINDACATO

FILCA, DALLA STORIA NUOVI SPUNTI PER L’AZIONE FUTURA DEL SINDACATO

Bergamo, tavola rotonda sulla storia del sindacato e sulle prospettive future
Maschio, sopra i cinquanta, sposato con figli. Non si fida dei partiti ma si impegna nel sindacato. E’ l’identikit del lavoratore edile iscritto alla Filca Cisl, tracciato da una ricerca della fondazione Pastore sul settore delle costruzioni, realizzata da Eugenio Zucchetti e pubblicata nel libro “Lavoratori e sindacalisti”. Solo una tranche di un progetto più ampio, promosso dalla Filca nazionale, che con il volume di Giuseppe Vedovato “Da figli di un Dio minore a protagonisti della partecipazione” è stata al centro di una tavola rotonda organizzata alla scuola edile di Bergamo dalla Filca lombarda e da BiblioLavoro, l’associazione culturale promossa dalla Cisl regionale. Obiettivo: ripercorrere la storia dell’organizzazione, analizzare le problematiche attuali e trarne spunti d’azione per il futuro.
“In questo particolare momento è più importante che mai conoscere la storia del sindacato, per chi è chiamato a rappresentare migliaia di lavoratori dipendenti”, ha detto Gigi Petteni, segretario generale della Cisl lombarda, che con il segretario generale Filca, Domenico Pesenti, fu tra i fondatori della scuola edile di Bergamo. “Dobbiamo recuperare l’esperienza dei nostri precursori – ha aggiunto – e vedere come tradurla in una comunicazione efficace per le persone che vogliamo raggiungere”.
Nel corso del dibattito è stato sottolineato in particolare il carattere fortemente innovativo del sindacato degli edili Cisl. “Nell’arco di oltre 50 anni di attività, la Filca ha saputo sviluppare sia la tradizione del solidarismo mutualistico della Cgdl riformista – ha spiegato Giuseppe Vedovato – sia l’impianto fortemente innovativo e partecipativo della Cisl di Pastore e Romani. Non si può spiegare altrimenti lo straordinario trend associativo di lungo periodo della federazione, sia in valori assoluti, sia in rapporto alla Fillea Cgil, che sta addirittura per essere superata in un settore nel quale aveva sempre vantato un’egemonia che sembrava inattaccabile”.
Cuore del “modello Filca” è l’esperienza della partecipazione, fondata sullo sviluppo degli enti bilaterali: oggi fa scuola e sta diventando un riferimento per tutto il mondo del lavoro. “La bilateralità è stata la risposta sindacale ai problemi dei lavoratori – ha sottolineato Domenico Pesenti, segretario generale Filca -. Un messaggio modernissimo che si è tradotto in un’esperienza unica”. “Attraverso gli enti bilaterali – ha aggiunto – abbiamo trovato soluzioni innovative: l’anzianità professionale edile, il fondo di categoria per i prepensionamenti, il Durc che solo negli ultimi due anni ha fatto emergere 200mila lavoratori irregolari”.
Quanto al rapporto con gli iscritti, dalla ricerca della Fondazione Pastore è emersa una forte domanda di tutela esterna, centrata sul miglioramento delle condizioni economiche e salariali. Tra i principali fattori di adesione, inoltre, la necessità di migliorare le condizioni di lavoro, difendere i propri interessi e la possibilità di un’azione collettiva. “Elementi importanti, di cui dovremo tenere conto anche per orientare la nostra azione – ha sottolineato Renzo Zavattari, segretario generale della Filca Cisl regionale -. Già da tempo è evidente un deciso spostamento della nostra azione sulle necessità dei singoli lavoratori, ma occorre trovare un equilibrio”. “Certo l’edilizia non è l’industria, è difficile portare in assemblea 500-600 lavoratori – ha aggiunto – ma non siamo agenti sociali. La vera sfida è fare i sindacalisti, coinvolgere i lavoratori in modo collettivo, non limitarci alla tutela individuale”.

Stefania Olivieri

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