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FILCA-CISL VENETO, SALVATORE FEDERICO CONFERMATO SEGRETARIO GENERALE

FILCA-CISL VENETO, SALVATORE FEDERICO CONFERMATO SEGRETARIO GENERALE

Il Consiglio generale della Filca Cisl del Veneto ha chiuso a Longarone l’undicesimo Congresso con l’elezione del segretario generale. Salvatore Federico è stato confermato alla guida del più rappresentativo sindacato regionale dei lavoratori del settore edile, del legno, dei manufatti e dei lapidei. La Federazione infatti può contare su ben 31.197 (+7% rispetto ai 29.084 del 2008). Federico, al timone della Filca del Veneto dal 2008, è stato rieletto con 68 voti su 73 (70 validi, 3 schede bianche). Ai lavori ha partecipato anche il segretario nazionale della Filca Salvatore Scelfo.
Questa rielezione – commenta Federico – arriva in un momento particolarmente difficile per i lavoratori che la Filca rappresenta e tutela, ossia quelli dell’edilizia, del legno, delle costruzioni, del cemento e dei lapidei. Solo nei settori del legno-arredo e delle costruzioni dal 2008 ad oggi sono stati persi 34 posti di lavoro a livello regionale. La Filca, come tutta la Cisl, è impegnata in un processo di profondo cambiamento e riorganizzazione. Siamo convinti che il rilancio del Paese debba passare innanzitutto attraverso rigorose scelte etiche che lo riconducano su percorsi di legalità, correttezza, trasparenza, fiducia. Occorre rimettere al centro l’uomo, la comunità e il territorio per un Veneto sempre più protagonista”.
XI Congresso_delegatiNel corso del Congresso è stato fatto il punto sui settori seguiti dalla categoria: mille imprese chiuse in tre anni nel reparto legno-arredo in Veneto, 800 aziende in crisi dal 2009 al 2012, 3.800 imprese in meno nel settore delle costruzioni dal 2009 al 2012, con il numero di dipendenti che, complessivamente nei due settori, dal 2008 al 2012, è diminuito di quasi 34 mila unità. Inoltre è stato presentato un report sugli effetti della crisi nel settore del legno-arredo e delle costruzioni in Veneto.
LE IMPRESE – Alla fine del 2012 le imprese attive in Veneto del comparto legno-mobilio sono complessivamente circa 8.600, quelle operanti nel settore delle costruzioni oltre 71 mila. Nell’insieme, esse costituiscono circa il 18% del totale delle imprese attive in regione. Rispetto al 2009, si registra un calo delle imprese attive del 10% nel comparto del legno-mobilio (circa un migliaio di aziende in meno) e del 5% nelle costruzioni (-3.800).
I LAVORATORI – Il numero medio annuo di lavoratori dipendenti nel 2011, secondo i registri dell’Inps, è nell’insieme pari a circa 140 mila; di questi quasi 57 mila (il 41%) risultano occupati nel comparto del legno-mobilio; 83 mila nelle costruzioni (il 59%). Si tratta soprattutto di operai (nel 72% dei casi); sono in prevalenza maschi (nell’82%) e, sulla base delle principali fasce d’età, sono per lo più lavoratori in età centrale (30-54 anni), il 20% ha meno di 30 anni, mentre l’8% ha più di 54 anni. Dal 2008 al 2011 il numero dei lavoratori dipendenti nei due gruppi di settori considerati è diminuito complessivamente di quasi 24 mila unità, pari a circa il 15% del totale. Nel comparto del legno-mobilio, nel triennio 2008-2011 il calo è stato di oltre il 15% (oltre 10 mila lavoratori in meno); nelle costruzioni del 14% (quasi 14 mila lavoratori in meno). Per il 2012, l’andamento dei movimenti occupazionali ha evidenziato una nuova contrazione della base occupazionale di circa 10 mila unità (-2.500 nel legno-mobilio e -7.200 nelle costruzioni). In 4 anni, dunque, il settore del legno-arredo ha perso in Veneto 12.500 posti di lavoro, e quello delle costruzioni ben 21.200, per un totale di 33.700  lavoratori in meno.
CHI PERDE IL LAVORO? – La contrazione interessa in modo rilevante gli operai (-15%, pari ad oltre 17 mila lavoratori in meno) e, in termini relativi, gli apprendisti (-36%). Nel legno arredo incide soprattutto sulla componente femminile, calata del 20% (contro il -13% dei maschi); nelle costruzioni ha le ricadute più consistenti rispetto a quella maschile (-15%, contro il -4% delle donne). La contrazione dei lavoratori dipendenti coinvolge in entrambi i settori in maniera significativa i più giovani (con meno di 30 anni) per i quali si registra nel quadriennio un decremento del 32%.
LE CRISI AZIENDALI – Dal 2009, le aziende del legno-mobilio e delle costruzioni che hanno annunciato l’avvio della procedura di crisi sono complessivamente circa 800 (poco meno di 500 nel primo caso, circa 300 nel secondo), per un totale di quasi 16 mila lavoratori coinvolti. Nel corso del 2012 – il livello massimo del periodo considerato – le aziende in difficoltà risultano oltre 300, con 6.800 lavoratori coinvolti. Gli accordi conclusi nel quadriennio osservato sono nel totale dei due gruppi di settori circa 650 e i lavoratori coinvolti quasi 16 mila (mediamente, nel 73% dei casi interessati dall’attivazione della procedura di Cigs).
AMMORTIZZATORI SOCIALI – Le ore di Cassa integrazione autorizzate alle aziende del legno-mobilio e delle costruzioni, dal 2008 al 2012, sono oltre 67 milioni. Nel legno-mobilio sono circa 36 milioni e per il 38% hanno riguardato gli interventi in deroga; nel settore delle costruzioni sono oltre 31 milioni e nel 76% dei casi hanno riguardato gli interventi ordinari. Nel solo 2012 le ore autorizzate sono più di 20 milioni (il 16% in più rispetto al 2011): 10,6 milioni nel legno-mobilio e 9,7 milioni nelle costruzioni. Nel primo caso riguardano soprattutto gli interventi in deroga (il 41% del totale); nel secondo caso quelli ordinari (il 62% del totale). Le ore complessivamente autorizzate nel 2012 sono equiparabili ad oltre 12 mila lavoratori sospesi che non abbiano mai lavorato nell’intero anno.
MOBILITA’ – Gli inserimenti nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati dalle aziende del legno-mobilio sono passati dal migliaio circa del 2008 agli oltre 2 mila del 2012; nelle costruzioni dai 2.500 ai quasi 7 mila del 2012. In entrambi i casi, a prevalere sono gli ingressi riferiti alle liste di mobilità ex l. 236/93 (licenziamenti individuali da piccole aziende).
LA RELAZIONE DELLA SEGRETERIA – Il Congresso della Filca Cisl del Veneto è stato aperto dalla relazione del segretario generale uscente, Salvatore Federico, che lascia una Federazione di categoria in crescita (31.197 gli iscritti nel 2012, +7% rispetto ai 29.084 del 2008) e al centro di un percorso di rinnovamento che ha già portato alla riduzione delle strutture territoriali da 7 a 5 e che porterà all’unificazione con la Fai, la Federazione dell’agroalimentare, con l’auspicio della formazione di una nuova categoria dell’ambiente e del territorio, consolidando la reciproca esperienza della bilateralità sotto la stella cometa dello sviluppo sostenibile. “La Filca Cisl – spiega Federico – crede fermamente nella riorganizzazione sindacale in atto, con le fusioni territoriali e categoriali, e propone di andare oltre, con una vera e propria ‘regionalizzazione a rete’ diffusa nel territorio, che consenta una gestione più razionale delle risorse umane e una maggiore copertura del territorio. Il Veneto metropolitano per la Filca è un’unica provincia con 5 milioni di abitanti; allo stesso modo, il sindacato va regionalizzato a rete, riorganizzato in modo tale da essere ancora più vicino ai lavoratori sul territorio”.

Nell’ambito del Congresso si è svolto un dibattito dal titolo “Legalità come fattore di competitività”, al quale hanno partecipato Antonio Bianco, sostituto procuratore di Belluno, don Luigi Tellatin, responsabile di Libera Veneto, Luigi Schiavo, presidente Ance Veneto e Salvatore Federico, segretario generale della Filca Cisl del Veneto. I lavori sono stati conclusi da Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca, al timone del Dipartimento legalità della categoria e moderati da Roberta Polese, giornalista del Corriere del Veneto.
Legalità VenetoDa tempo le strutture Filca a tutti i livelli sono fortemente impegnate sul tema della legalità, per tutelare i lavoratori nei luoghi di lavoro e nei cantieri e per la correttezza e regolarità delle imprese del settore delle costruzioni. Il comparto è infatti uno dei settori più a rischio per quanto concerne il malaffare e le infiltrazioni della criminalità organizzata. Nelle gare pubbliche, ad esempio, l’alterazione delle condizioni concorrenziali può contribuire ad annientare le imprese oneste, costringendole ad uscire dal mercato. La fragilità della filiera delle costruzioni, con una sempre maggiore parcellizzazione di appalti e subappalti, facilita enormemente le infiltrazioni.
I protocolli non sono sufficienti – ha affermato Salvatore Federico, segretario generale della Filca Cisl del Veneto -: la Regione non crea le condizioni necessarie affinché venga garantito il lavoro alle aziende oneste e pulite: il problema della finanza di progetto, letteralmente esploso con il caso Mantovani, è un problema essenzialmente politico. Gli interventi contrattuali volti ad ostacolare la concorrenza illegittima non possono essere esaustivi, ma devono essere supportati dal mantenimento di un’azione di continua vigilanza. Serve un forte lavoro sul territorio, che sappia coinvolgere imprese, istituzioni e parti sociali, per permettere alle imprese oneste di lavorare. In questo senso va il nostro impegno per l’introduzione della Patente a Punti per le imprese, una modalità che comporterebbe una selezione delle imprese in entrata nel settore in base alle qualifiche in loro possesso”.

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