“Inizierò una nuova esperienza sindacale, ma porterò nel cuore la grande ricchezza che la FILCA di Bergamo mi ha fatto acquisire in questi anni di dirigenza Sindacale, ricchezza che cercherò di esportare come grande valore aggiunto”. Così, Gabriele Mazzoleni ha salutato i componenti del consiglio direttivo della FILCA CISL di Bergamo all’atto del cambio di guardia al vertice del sindacato delle costruzioni. Dal 19 luglio, infatti, il segretario generale sarà Danilo Mazzola, che ricopriva lo stesso incarico alla FAI. Una scelta dettata dal progetto di unificazione delle due categorie, decisa a livello nazionale e che a Bergamo ha sempre trovato condivisione e giudizi positivi.
Mazzoleni, dunque, lascia il posto di segretario generale dopo 7 anni dalla sua elezione, e Bergamo dopo 21 anni di esperienza sindacale. “La FILCA di Bergamo negli ultimi anni credo abbia tenuto, non solo dal punto di vista numerico (vista la grande crisi che ha investito il settore), ma sotto tutti i punti di vista: a partire dai delegati e componenti del Direttivo, sino a giungere agli Operatori politici; alla significativa presenza nelle aziende, nei cantieri, negli Enti bilaterali, in CISL ed in FILCA a tutti i livelli. Abbiamo fatto un percorso condiviso per la scelta di Danilo e, sono certo, che il lavoro fatto e sin qui realizzato in FILCA di Bergamo, sarà non solo continuato ma diverrà il fiore all’occhiello di un modo nuovo di fare sindacato. Infatti questo sarà a tutti gli effetti il primo passo realizzato a livello nazionale per l’unificazione delle due categorie”.
L’unificazione tra FILCA e FAI è stata al centro dell’attenzione e del dibattito di tutto il consiglio, al quale hanno partecipato anche i segretari generali della Filca-cisl nazionale, Domenico Pesenti, della Filca lombarda, Battista Villa e della Cisl Bergamo, Ferdinando Piccinini. L’obiettivo nazionale è di giungere a macro categorie entro la prossima primavera. A Bergamo FILCA e FAI sono già avanti, e anche la scelta di Danilo Mazzola va in questa direzione.
E proprio Mazzola si descrive come un “migrante”. “Inizio la mia esperienza in CISL nel 1998, in FILTA (tessili) che poi diventerà FEMCA, con l’accorpamento dei chimici. Nel 2004 passo alla FAI, da poco nata dalla fusione di due categorie, la FISBA (agricoli) e FAT (alimentari). Posso dire (in positivo) che le unificazioni mi perseguitano! Oggi stiamo per vivere un cambiamento che considero epocale e che proietta nel futuro una nuova CISL. La scelta confederale di UNIONE SINDACALE TERRITORIALE accorpare in 5 grandi categorie, le attuali federazioni, non può che essere considerata una grande opportunità.”
Per quanto riguarda il lavoro alla FILCA, Mazzola non si nasconde le difficoltà, generate dallo stato di crisi del settore delle costruzioni. I dati principali, riportati nella relazione al bilancio consuntivo 2013 e preventivo 2014 dalla Cassa Edile di Bergamo sono particolarmente preoccupanti. Tra il 2008 e il 2013 si è avuto una diminuzione del 42,1% delle ore lavorate, che sono passate da 16.484.034 a 9.535.429. Per quanto riguarda i lavoratori attivi la diminuzione è del 33,3%: dai 14.534 del 2008 ai 9.697 del 2013.
La massa salari di riferimento nel 2013 è stata di 101 milioni di euro contro i 118 milioni di euro del 2012 (meno 17 milioni). Ma l’aspetto che più preoccupa è che anche i primi 4 mesi del 2014 (ottobre 2013- gennaio 2014) segnano una la tendenza negativa. Le ore lavorate segnano un meno 19% sul 2013; i lavoratori attivi sono il 15% in meno, mentre la massa salari di riferimento prevista per il 2014 è di 80 milioni di euro, praticamente la metà del 2008 e circa il 20% in meno rispetto al 2013. Inoltre l’utilizzo della cassa Integrazione Straordinaria è aumentata del 10%.
Negli ultimi anni imprese come Pandini, Colosio e Locatelli, che hanno fatto la storia del settore, nella nostra provincia, hanno cessato la loro attività con la perdita di centinaia di posti di lavoro. (purtroppo anche per alcune storie di malaffare). “Senza dimenticare – ha detto Mazzola – tutto un mondo di piccole realtà edili, che non appaiono sui giornali ma che negli ultimi sei anni hanno cessato la loro attività, con migliaia di posti di lavoro persi. In questo scenario diventa fondamentale, calibrare il nostro lavoro di proselitismo valutando dove c’è spazio di crescita e di tutela, senza abbandonare i lavoratori che il lavoro l’hanno perso. I dati ci fotografano come sia profonda la crisi che il settore sta affrontando, ricordiamoci che dietro i numeri, ci sono drammi di intere famiglie che sono cadute inesorabilmente nella povertà e nel disagio sociale ed economico. Di fronte a queste situazioni, viene a noi richiesto, un profondo senso di responsabilità e di rispetto, per chi è nella difficoltà assoluta”.
(dal sito Cisl Bergamo)