Dal tricolore alle cinque stelle su sfondo rosso. Sarà la bandiera cinese, infatti, a sventolare presto sugli yacht del gruppo Ferretti. Il Shandong Heavy Industry Group, colosso cinese da 10 miliardi di dollari di fatturato annuale e con più di 20 mila dipendenti, ha rilevato il 58% del debito del gruppo Ferretti, stimato in circa 600 milioni di euro. “L’accordo – spiega Giovanni Giovanelli, segretario generale della Filca-Cisl di Pesaro – ha il merito non solo di salvare il gruppo, primo costruttore di yacht in Italia e tra i primi nel mondo, ma permette di assicurare garanzie occupazionali per i 2.000 dipendenti distribuiti negli 8 cantieri in Liguria, Marche, Romagna e Lombardia. Inoltre si salva ‘l’italianità’ del gruppo, dal momento che Norberto Ferretti resta socio di minoranza, una garanzia per noi, e che la produzione resta nei nostri cantieri”.
L’operazione messa in campo dai cinesi provvede alla cosiddetta ristrutturazione del debito, che viene convertito in capitale sociale. Debito pesantemente accumulatisi negli ultimi anni. “Abbiamo tirato un sospiro di sollievo per il pericolo scongiurato – ammette Giovanelli – visto che anche i cantieri che oggi sono in cassa integrazione guadagni riprenderanno a breve l’attività produttiva. Ora ci auguriamo solo che ci sia il rispetto dei tempi previsti dalla procedura per completare la fase di rifinanziamento dell’azienda, portando così alla normalità la sua gestione economica”. Resta comunque in piedi la richiesta di un incontro istituzionale con la nuova proprietà da realizzarsi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, in vista anche dell’incontro del 18 gennaio 2012 tra sindacati e azienda, durante il quale si parlerà dei programmi produttivi e di sviluppo dell’azienda.
“La nota positiva dell’accordo odierno – aggiunge il leader della Filca di Pesaro – è che i tanti fornitori possono finalmente ottenere le somme che gli spettano. Inoltre il gruppo si è dimostrato disponibile a proseguire il confronto sul rinnovo del contratto integrativo. In particolare – spiega Giovanelli – si tenterà di arrivare ad un unico accordo, dal momento che oggi vi sono 5 contratti aziendali diversi per ogni sito. Insomma – conclude – per il gruppo la nebbia sembrerebbe diradata, grazie all’azzeramento del debito e all’innesto di liquidità da parte dei cinesi. Ora si può guardare al futuro con ottimismo, anche perché gli ordini non mancano”.