“L’abbandono del tavolo delle trattative da parte di Federlegno, avvenuto nel corso dell’incontro di ieri, è un atto gravissimo che dimostra lo scarso valore che la controparte attribuisce alle relazioni industriali”, hanno dichiarato i segretari nazionali Pascucci, Federico e Fiorucci. “Nei 15 incontri svolti in 17 mesi di trattativa – proseguono – abbiamo sempre dimostrato la nostra disponibilità nel trovare soluzioni condivise alle esigenze delle imprese, senza avere risposte esaustive né sulla parte normativa, né sulla parte economica della nostra piattaforma. Federlegno, da parte sua, ha dimostrato dal primo momento la volontà di perseguire un modello di impresa basato non sulla qualità del lavoro, sugli investimenti, sulla professionalità e sul benessere organizzativo, ma sulla riduzione dei costi e su una gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro. Dobbiamo amaramente rilevare che, in un contesto 4.0, nelle controparti è rimasta ancora una visione fordista dell’organizzazione del lavoro, dove cercando dipendenti, si sono ritrovati invece lavoratori consapevoli di cosa deve diventare il mondo del lavoro. Mancano ancora le risposte su temi a noi cari come: ambiente e sicurezza, formazione, diritti, bilateralità, welfare e aumenti retributivi. Su questi ultimi c’è stata solo la conferma del modello con una quantità insufficiente di salario oltre al periodo di vacanza contrattuale che ormai è di diciotto mesi. È per questi motivi – concludono i segretari nazionali di Feneal, Filca, Fillea – che proclamiamo lo stato di agitazione per tutto il settore, con modalità che partono dal blocco della flessibilità e degli straordinari. Inizieranno da subito attivi e assemblee in tutti i luoghi di lavoro. Preso atto che per Federlegno le proposte del Sindacato pretendono di “caricare di obblighi burocratici le aziende e blindare il normale svolgimento delle normali attività d’impresa” Feneal Filca e Fillea propongono invece, un modello di democrazia industriale che in primo luogo si rivolga alle Rappresentanze Sindacali Unitarie ed ai lavoratori ed alla loro capacità di rapportarsi all’organizzazione del lavoro, supportando la produzione e la competitività delle aziende stesse. La partecipazione dei lavoratori diventa fondamentale per un’organizzazione del lavoro in linea con l’evoluzione dell’industria 4.0 e le relative competenze. Le affermazioni di Federlegno vengono smentite dal fatto che è stata fatta un’apertura importante sul tema della stagionalità ed anche il tema delle percentuali della somministrazione di lavoro è sempre stato affrontato senza porre pregiudiziali. Riteniamo che le Aziende italiane del mobile e arredo possano vincere nel mondo aumentando qualità, redditività e competitività solo confrontandosi con i lavoratori. Questo è il modello proposto aumentando l’estensione della contrattazione di secondo livello, dove il dialogo proficuo tra lavoratori e aziende potrà e dovrà essere vincente, solo il tal modo potremo costruire comunità aziendali coese in grado di poter superare questo periodo di crisi economica conseguenza dell’emergenza covid.