FEDERALISMO, NON SOLO AFFITTI. RIVOLUZIONE TASSE SULLA CASA

FEDERALISMO, NON SOLO AFFITTI. RIVOLUZIONE TASSE SULLA CASA

Non c’è solo l’arrivo della cedolare secca sui redditi incassati con l’affitto di un appartamento. L’arrivo del decreto sul fisco municipale, sul quale il governo, il Parlamento e l’associazione dei Comuni sono al lavoro per gli ultimi ritocchi, porterà una rivoluzione per le tasse immobiliari. Scomparirà definitivamente l’Ici e arriverà una nuova imposta municipale. Si può dire che siamo al conto alla rovescia per il federalismo e per il governo: se il 2 febbraio è il termine ultimo concesso dalla Lega per approvare il decreto sul fisco municipale e, quindi, per uno dei provvedimenti cardine della riforma federalista, già nei prossimi giorni il destino della riforma potrebbe essere ormai definito. E con lei quello dell’esecutivo, alle prese con lo spettro delle elezioni che potrebbero arrivare se andasse deluso l’obiettivo numero uno della Lega.  L’Imu, comunque non toccherà la prima casa. Cambiano, con una drastica semplificazione, anche i tributi pagati per le compravendite. Novità, poi, sono in vista per la Tarsu, la tassa sui rifiuti che guarderà alla composizione del nucleo familiare e non solo ai metri quadrati. “Se deve essere più responsabilità e più autonomia questo decreto deve assolutamente cambiare perchè così non garantisce ai comuni la dovuta autonomia”, ha dichiarato Vasco Errani, presidente della conferenza delle Regioni sul decreto del federalismo fiscale.

“È stato un incontro molto utile, soprattutto perchè il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ci ha ascoltato con attenzione e al termine ha annunciato alla nostra delegazione che presenterà un nuovo decreto legislativo sul federalismo municipale”. È quanto ha annunciato il vicepresidente vicario dell’Anci, Osvaldo Napoli, al termine di un incontro con il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, a cui ha preso parte anche una rappresentanza del ministero dell’Economia. L’Associazione nazionale dei Comuni, ha spiegato il vicepresidente vicario Osvaldo Napoli, “ha naturalmente in questa occasione presentato un nuovo testo, che in molti punti è giudicato accettabile dal ministro Calderoli”. A questo punto, ha ricordato Napoli, “stiamo in attesa della presentazione del nuovo testo da parte del ministro Calderoli che, ci ha garantito, dovrebbe essere pronto in pochi giorni. A quel punto verrà esaminato dal presidente Sergio Chiamparino e dal consiglio nazionale dell’Associazione”.
I punti vitali della trattativa, ha ricordato il rappresentante dell’Anci, sono lo sblocco dell’addizionale Irpef, il calcolo dell’Irpef dal 2014, l’ammontare del fondo perequativo e l’eventuale revisione dello 0,74% sulla tassa immobiliare. Altro tema cardine, ha ricordato Napoli, è stata l’Imu, “ambito sul quale il ministro e la delegazione governativa ci hanno ascoltato con attenzione, garantendo una soluzione efficace”.

La trattativa di oggi ha approfondito l’esame del testo “soprattutto – ha tenuto a ribadire Napoli – per quanto riguarda l’addizionale Irpef 2011, visto che il calcolo precedente faceva capo al 2008”. All’ordine del giorno anche la tassa di soggiorno, “fronte sul quale – ha chiarito ancora Napoli – il confronto con il Governo potrebbe essere ancora lungo, soprattutto per quanto riguarda l’inizio della sua applicazione”. La Lega preme per un accordo che le permetta di portare a casa la riforma nonostante il quadro politico sia sempre più in bilico dopo lo scoppio del “Rubygate”. Un appello alla tregua per tornare ad occuparsi dell’interesse del Paese arriva dal ministro leghista Roberto Maroni che chiede «a tutti, maggioranza e opposizione, di deporre le armi». E il capogruppo leghista alla Camera Marco Reguzzoni si rivolge al Pd affinchè prosegua il dialogo sul Federalismo “senza farsi influenzare dal gossip”. “Quello che mi interessa è trovare un’intesa con l’Anci e con il Pd”, dice Reguzzoni ricordando ai democratici che “lo spirito del federalismo municipale è condiviso dalla maggioranza dei suoi amministratori”. Molti i punti cardine della riforma.

Cedolare su affitti:  è la prima novità a scattare, anzi varrà – quando approvata – a partire da gennaio. L’innovazione per i proprietari di immobili affittati ad uso abitativo è importante: al posto dell’attuale tassazione Irpef (che si applica sull’85% della pigione) e dell’imposta annuale di registro (che vale il 2% dell’incasso) si potrà optare per un prelievo fisso del 23%. L’aliquota è più bassa, al 20%, se il contratto è di quelli “calmierati”. I calcoli degli esperti indicano che la convenienza ad utilizzare la cedolare scatta solo per chi ha redditi sopra i 28.000 euro. In questo caso la normativa consente di continuare a tassare il reddito con l’Irpef. La cedolare, per la quale è previsto nel 2011 un versamento d’acconto dell’85% (che sale dal 2012 al 95%), assorbirà anche l’imposta di registro che si paga ad ogni rinnovo annuale (e che vale il 2%), ma solo dal 2012 per tutti gli immobili.

Sconto affittuari: Arrivano 400 mila euro che saranno utilizzati per dare un bonus agli affittuari che hanno figli a carico, che si aggiungeranno agli attuali sconti.

Addio Ici, arriva l’Imu: È la novità che scatterà dal 2014. L’Ici sulle seconde case andrà in pensione e arriva l’Imposta Municipale Propria. Sarà molto simile all’Ici e non si pagherà sulle prime case. Assorbirà però anche l’Irpef che ora si applica sui redditi delle seconde case. L’aliquota non è ancora stata fissata ma non mancano altri dettagli. È previsto uno sconto del 50% per le case affittate. Si verserà in quattro rate: il 31 marzo, il 16 giugno, il 30 settembre e il 16 dicembre. Chi vuole potrà anche pagare in unica soluzione il 16 giugno.

Compravendite: dal gennaio 2014 scompare l’attuale tabella dell’imposta di registro per i “trasferimenti immobiliari”. Ci sarà una sola imposta che assorbe anche quella di bollo, le ipotecarie e catastali che attualmente si versano, con una drastica semplificazione. L’aliquota è del 9% per i beni immobili in genere e del 2% sulle prime case (con l’esclusione di quelle di lusso, di ville e castelli). In alcuni casi ci sarà un risparmio. È comunque prevista una soglia minima di 1.000 euro.

Tassa rifiuti: ora si paga sui metri quadrati, con la possibilità per chi vive da solo di ottenere sconti. La riforma preannuncia l’arrivo di un decreto ad hoc che riorganizzi il tributo sotto forma di imposta di scopo, facendo riferimento alla superficie ma anche alla rendita catastale dell’immobile oltre che alla composizione nel nucleo familiare.

Lotta evasione: vengono inasprite le norme per chi non dichiara redditi da locazione. Metà dell’incasso andrà ai Comuni, che hanno anche interesse all’emersione degli “immobili fantasma” dei quali incasseranno le maggiori imposte. Norme sono poi previste per contrastare l’attribuzione fittizia di immobili in uso ai parenti, per aggirare tassazioni più alte.

(DAL SITO WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)

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