Dobbiamo escludere le forme di dumping sociale dai mercati del lavoro di tutta l’Unione Europea. Nonostante ci si trovi nel pieno del percorso di recepimento della direttiva europea che dovrà rafforzare la collaborazione tra autorità ispettive e parti sociali sul contrasto all’uso fraudolento del distacco transnazionale di manodopera (il trasferimento temporaneo di lavoratori da uno stato all’altro dell’Unione Europea a seguito di appalti) la Commissione Europea propone una nuova revisione della Direttiva quadro che regola questa materia.
La nuova proposta di direttiva annunciata ieri dalla Commissione – sottolineano Gigi Petteni, segretario confederale Cisl e Franco Turri, segretario generale della Filca Cisl – appare contraddittoria e poco efficace a contrastare un fenomeno in crescita come l’utilizzo fraudolento del distacco. Potrebbero essere lasciati, infatti, margini significativi per eludere principi basilari del modello sociale europeo come il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro nello stesso luogo.
Sia la direttiva di rafforzamento, che è in queste settimane al vaglio del Governo italiano per la trasposizione, sia un’eventuale modifica della direttiva quadro sul distacco necessitano del massimo di dialogo tra tutte gli attori coinvolti. Il contrasto alla concorrenza sleale tra le imprese e allo sfruttamento dei lavoratori non può che essere un obiettivo condiviso di tutte le parti sociali e di tutte le istituzioni.
Sul tema specifico – sottolineano Petteni e Turri – dobbiamo fare tesoro delle buone prassi che abbiamo saputo sviluppare con il massimo di collaborazione tra parti sociali e istituzioni, come i protocolli che hanno accompagnato l’esperienza di Expo e che hanno impedito, tra l’altro, l’utilizzo di distacchi fraudolenti in occasione dell’esposizione internazionale svoltasi a Milano.
Anche alla luce della nuova proposta di direttiva chiediamo al Governo italiano di convocare le parti sociali, come sta avvenendo in tutta Europa, per definire insieme i migliori strumenti sia per rafforzare il contrasto al distacco fraudolento di manodopera da un punto di vista amministrativo e di controllo sui posti di lavoro attraverso la direttiva di “rafforzamento”, sia da un punto di vista giuridico attraverso la direttiva “quadro”.
Ciò che è in gioco – concludono i sindacalisti – è la possibilità di creare e rafforzare un sistema di diritti per la mobilità dei lavoratori e delle imprese che non dia spazio a pratiche volte ad aggirare norme e contratti collettivi attraverso finti lavoratori autonomi, società fittizie, somministrazione fraudolenta di manodopera a livello transnazionale.