“La lunga crisi iniziata nel 2008, con il conseguente blocco degli appalti pubblici, ha determinato la chiusura di molte imprese strutturate. Questo fenomeno ha dato origine a un mercato composto sempre più da piccole e micro aziende, da imprese individuali e da lavoratori autonomi. Questi ultimi attualmente rappresentano oltre il 50% del totale degli addetti nel settore. Ora l’edilizia è tornata protagonista grazie al decreto rilancio del maggio 2020, che ha messo in campo il Superbonus 110% per rendere più efficienti le abitazioni”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl. “Nonostante il rilancio del settore – spiega – dobbiamo constatare come manchi una politica industriale e di qualificazione del sistema delle costruzioni. Ad ostacolare la programmazione degli investimenti, inoltre, contribuiscono i continui cambi della normativa sugli appalti e sui bonus. E mentre ogni appalto pubblico o privato deve sottostare a numerose procedure autorizzative, l’imprenditore che ha un ruolo centrale per la realizzazione dei lavori edili non ha nessun obbligo autorizzativo per accedere al settore e poter svolgere l’attività. Le tante aziende che stanno nascendo, attratte dalle opportunità degli incentivi, sono create da “nuovi” imprenditori ai quali non viene chiesto alcun requisito per svolgere un’attività così delicata e specialistica nel contempo. Oggi – aggiunge Pelle – per costituire un’impresa edile basta recarsi alla Camera di Commercio, senza che l’imprenditore faccia formazione preventiva, abbia titoli di studio o abbia esperienza nelle costruzioni. Il paradosso è che l’edilizia oggi è iper-regolata, con una serie di norme, anche tecniche, che servono per dare qualità, sicurezza e regolarità a tutti gli interventi nel settore. Ma al contempo ma non esistono regole per chi vuole entrare nel mercato, che invece ha bisogno di una grande professionalità e quindi di competenze adeguate. Il settore – sottolinea il segretario generale della Filca – non ha certamente bisogno di aggiungere imprese “mordi e fuggi”, che spesso fanno concorrenza sleale alle imprese più qualificate. Ritengo sia importante, fondamentale, una competizione verso l’alto per avere costruzioni innovative più sostenibili e di qualità. A tal proposito, seguendo questo principio, è importante prevedere che sia la qualifica di chi effettua il lavoro a rendere qualitativamente superiore una determinata offerta, cambiando il paradigma di aggiudicazione nell’esecuzione di una opera. Il primo passo da compiere, quindi, è mettere in campo regole di accesso per le imprese nel settore, per dare qualità, regolarità, sicurezza e dignità contrattuale alle maestranze nonché rendere il settore attrattivo e sicuro per i giovani”, conclude Pelle.