“Agevolazioni fiscali nei confronti dei lavoratori, riduzione dell’ IVA al 4% nel settore delle costruzioni, nuove forme d’incentivi, così come è avvenuto con il 55% per le manutenzioni relativa alla sicurezza statica, e obbligo di legge riferito alle manutenzioni periodiche”: sono queste alcune delle proposte fatte da Ciro Donnarumma, segretario generale regionale degli edili (Filca) della Cisl nel corso del Consiglio generale della categoria.
“Occorre – continua il dirigente cislino – far ripartire il mercato immobiliare certificando gli immobili non solo dal punto di vista energetico, con indispensabili incentivi proprio sul risparmio energetico, ma anche sismico e strutturale”. “Senza contare – continua Donnarumma – che la progettazione degli immobili dovrebbe prevedere capitolati nuovi che riducano i costi sugli aspetti di finitura, rafforzando gli aspetti strutturali e statici. In altri termini, più soldi nel ferro e nel cemento e meno nel parquet e nelle finiture”.
“Naturalmente – sottolinea il sindacalista – un’attenzione particolare va riservata alla ricostruzione post-terremoto, puntando sulla qualificazione delle imprese attraverso finanziamenti al servizio della prevenzione e del rafforzamento locale degli edifici in fascia A, in modo da supportarne la commerciabilità”.
Proposte con cui gli edili della Cisl cercano una via d’uscita a una crisi senza precedenti. Tanto che in Emilia Romagna i dati del settore parlano, in 4 anni (dal 2008 al 2011), di una perdita di circa 37.000 addetti e 3.000 imprese, con un trend in picchiata, difatti se si prende a riferimento lo stock delle Casse Edili a Luglio 2012 si registra un ulteriore calo degli addetti di 4.452 unità e di 1.460 imprese.
“Ormai – conclude Donnarumma – siamo quasi a un punto di non ritorno per un settore, quello delle costruzioni, che in Emilia Romagna rappresenta circa 11% del PIL, dato che dovrebbe indurre tutto il sistema economico, quello creditizio in primis, a fare delle scelte precise”. Scelte che il sindacato cislino sembra indicare senza alcun indugio.