“A DIECI anni dall’entrata in vigore della legge 626/1994, nonostante gli sforzi e l’impegno d’Istituzioni, imprese e sindacati, quello del muratore resta un mestiere pericoloso, sia per alto numero d’infortuni che per il costante insorgere di malattie professionali direttamente collegate a questo lavoro”. E’ quanto sostiene Ciro Donnarumma, segretario generale della Filca dell’ Emilia-Romagna, in occasione dell’iniziativa sulla sicurezza in edilizia denominata “Chiaro, Sicuro, Regolare”, promossa giovedì 16 a Modena dalla Regione. Sul fronte degli infortuni sul lavoro, infatti, il settore delle costruzioni ha un primato negativo. Solo nel primo semestre del 2002 gli infortuni sono stati 41.000. Il 59% sono avvenuti al Nord, il 40% circa al Centro e al Sud. “Se la Legge 626 è importante, e così le norme specifiche che riguardano il lavoratore in edilizia, il problema sicurezza stenta a diventare un obiettivo condiviso, una scelta di cultura organizzativa – insiste Donnarumma -. Abbiamo nominato in molte province della regione i rappresentanti alla sicurezza dei lavoratori, ma è faticoso trovare intese con le controparti imprenditoriali per garantire una reale funzionalità a questa figura, anche a causa dell’inconfessato timore che tutto questo costi troppo e rappresenti un rallentamento della produzione. Se si valutassero i costi e ritardi dovuti ad infortuni forse si agirebbe diversamente – sottolinea il responsabile emiliano-romagnolo degli edili Cisl -. Dunque, “vanno tolti gli appalti alle imprese che non rispettano leggi e contratti di lavoro” propone la Filca. Nel contempo, “occorre fare un forte investimento sulla prevenzione, potenziando le strutture preposte a questo compito”. In Emilia Romagna, nel 2002, sono stati 126 i morti per motivi di lavoro (168 nel 2001; 180 nel 2000), e tra questi il numero di lavoratori stranieri vittime d’infortuni mortali è stato quasi il doppio degli italiani. Se sono in calo, “sono, però, ancora tragicamente troppi”. Da qui la proposta avanzata dal segretario regionale Filca di “coinvolgere la Regione perché intraprenda azioni legislative di tutela; stipulare accordi con le associazioni imprenditoriali per disciplinare il ruolo dei rappresentanti per la sicurezza; realizzare archivi centralizzati contenenti i dati dell’andamento infortunistico, contenuti e caratteristiche dei piani di sicurezza, mappa dei Rsl nominati; migliorare i rapporti tra rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, Ausl e Inail; individuare gli infortuni che colpiscono i lavoratori edili per prevenirli con informazione e formazione; sperimentare nuovi materiali per la sicurezza sul lavoro (anche attraverso appositi contributi) insieme ad attrezzature e misure organizzative che aumentino la sicurezza sul lavoro.”
Ileana Rossi