Edilizia, tre operai sono andati in pensione in anticipo grazie al fondo istituito dal CCNL

Edilizia, tre operai sono andati in pensione in anticipo grazie al fondo istituito dal CCNL

Troppo “vecchi” per il cantiere, troppo “giovani” per la pensione. Un limbo nel quale finiscono purtroppo tanti lavoratori edili. È per questo motivo che le organizzazioni sindacali di categoria, FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, propongono da anni misure ad hoc per gli edili, in grado di assicurare loro una pensione dignitosa in anticipo rispetto ai tempi stabiliti. È anche il modo per tutelare la loro salute, visto che gli infortuni nei cantieri, spesso mortali, aumentano con l’aumentare dell’età. Ma oltre al pressing sulle istituzioni i sindacati, insieme alle controparti, hanno messo a punto una misura specifica per i lavoratori edili: il Fondo prepensionamenti, inserito nel contratto nazionale di settore firmato il 18 luglio del 2018. Il Fondo consente ai lavoratori di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro a seguito di licenziamento o dopo aver ricevuto la Naspi. Per la prima volta in Italia questo Fondo ha permesso a lavoratori edili di andare in pensione in anticipo: è accaduto a tre operai di Napoli tra i 62 e i 63 anni, che hanno quindi inaugurato questo strumento prezioso, ottenendo un “guadagno” di ben 4 anni di contribuzione. I vertici della Cassa edile di Napoli hanno spiegato che i lavoratori in questione, prima occupati nel cantiere della Metropolitana del capoluogo campano, avevano terminato la Naspi a gennaio, ed era davvero difficile un loro ricollocamento, sia per la situazione del settore che per la loro età. Il Fondo prepensionamenti garantisce loro un’assistenza mensile pari all’importo della cassa integrazione ordinaria, quindi intorno ai 900 euro netti, fino alla pensione. Il Fondo, gestito dalle Casse edili, e è rivolto a tutti gli operai su tutto il territorio nazionale ai quali mancano fino a 4 anni di contributi per ottenere l’agognata pensione. Un vero toccasana per un settore storicamente caratterizzato dalle difficoltà nel raggiungere la pensione, dalla discontinuità, dalla precarietà, dall’alto numero di infortuni e incidenti mortali. Per questi ultimi i dati dei primi mesi dell’anno parlano di un forte aumento, provocato anche dalla fretta di recuperare il tempo perduto a causa del lockdown. Inoltre sta crescendo in maniera preoccupante l’età media delle vittime, a causa anche del mancato turn over nei cantieri. Anche in questo caso la bilateralità viene in soccorso: il contratto del 2018, infatti, oltre al Fondo già citato, ha previsto l’istituzione del Fondo inventivo occupazione. L’obiettivo è quello di rafforzare il ricambio generazionale e promuovere quindi l’assunzione dei giovani in cantiere, attraverso un Fondo a totale carico delle aziende, e rivolto alle imprese che intendano assumere giovani. Insomma, il sistema bilaterale edile si conferma innovativo e in grado davvero, in modo concreto, di assicurare la pensione da una parte, il ricambio generazionale dall’altra, confermando di essere un soggetto importante nel panorama nazionale, in grado di assicurare giustizia sociale, equità, solidarietà.

 

 

 

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