“Il crollo degli addetti nelle Casse edili piemontesi, con conseguente aumento dei lavoratori autonomi, è un segno del degrado del settore delle costruzioni e delle grosse difficoltà che sta attraversando. Oggi per molti lavoratori dell’edilizia l’unica opportunità per continuare a lavorare è aprire una Partita Iva e accettare il lavoro, a qualunque condizione. Una situazione insostenibile e che va assolutamente sanata”. Lo ha dichiarato Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca-Cisl e responsabile della Filca di Torino e del Piemonte orientale (province di Biella, Novara, Verbania e Vercelli). “In meno di dieci anni gli operai regolari nelle Casse edili piemontesi sono calati da 55mila a 25mila, mentre i lavoratori autonomi sono cresciuti da 50mila a 80mila unità. A Torino il rapporto è di uno a tre: a fronte di 10mila operai in Cassa edile ci sono 30mila autonomi con Partita Iva. All’appello mancano comunque decine di migliaia di lavoratori, è come se in un sol colpo fossero stati licenziati i dipendenti di 6 stabilimenti Fiat Mirafiori, ma questo stillicidio in edilizia purtroppo non fa notizia. Far ripartire i cantieri bloccati o avviare quelli già definiti, riqualificare il già costruito, come le scuole, mettere in sicurezza il territorio, sono priorità grazie alle quali non solo si rimetterebbe in molto l’edilizia e tutto il suo vasto indotto, ma si garantirebbero grandi benefici per l’intera collettività”, ha concluso Scelfo.