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EDILIZIA PIEMONTE: DAL 2008 PERSI 20MILA POSTI DI LAVORO

EDILIZIA PIEMONTE: DAL 2008 PERSI 20MILA POSTI DI LAVORO

Continua l’emorragia di posti di lavoro nel settore delle costruzioni in Piemonte. Solo nel biennio 2009-2010 il numero di operai iscritti alle Casse edili è diminuito del 17,5% e quello delle imprese si è ridotto del 15,2%. Nel medesimo periodo la flessione delle ore effettivamente lavorate è stata del 20%. Tra il 2008 e il 2010 il numero delle ore di cassa integrazione è quasi quadruplicato, passando da 2,3 milioni di ore a circa 8,5 milioni. Nei primi 5 mesi del 2011 si è registrato un ulteriore incremento del 13,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente contro una media nazionale del 9%. “In questi anni, e precisamente dal 2008 ad oggi – ha dichiarato a Conquiste il segretario regionale della Filca, Piero Donnola – abbiamo assistito ad una vera mattanza. Gli iscritti alle Casse edili sono scesi da 58 mila a 42 mila, senza contare le migliaia di lavoratori che hanno deciso di mettersi in proprio. In poco tempo sono scomparsi 20 mila posti di lavoro e l’emorragia non sembra destinata a fermarsi, almeno nel breve periodo. Occorre reagire al più presto, mettendo in campo misure straordinarie e senza aspettare la realizzazione delle grandi opere che non è immediata”.

In attesa che si aprano i grandi cantieri, Donnola guarda con favore al miglioramento della qualità degli edifici pubblici, soprattutto scolastici, delle strade, puntando sulla sicurezza e la sostenibilità ambientale. Un grido di allarme si è levato in questi giorni anche dall’Associazione regionale dei costruttori che, nel denunciare il momento critico per il settore, ha puntato il dito contro i ritardi nei pagamenti della amministrazioni pubbliche. I tempi medi per riscattare il saldo dei lavori effettuati è di circa 110 giorni che salgono a 155 nel caso di pubbliche amministrazioni. “Cinque mesi – hanno protestato dall’Ance piemontese – sono tempi inaccettabili a fronte di opere regolarmente eseguite e completate. Si tratta di un vero record che in regione non era mai stato raggiunto”.

Di fronte a una generalizzata scarsità di risorse, l’Ance ha chiesto di allentare i vincoli di stabilità per le amministrazioni virtuose e di trovare forme di finanziamento alternative ai soli fondi pubblici. Ma la soluzione non è a portata di mano. Come non lo è lo sblocco di risorse già destinate ad opere edili visto che solo il 5% (circa 30 milioni di euro) dei fondi previsti dal Cipe e destinati ad opere del Piemonte, si è trasformato in cantieri. Nel 2010 gli investimenti in edilizia sono diminuiti, rispetto all’anno precedente del 6,9% e ulteriori cali, pari all’ 1,5% e all’ 1,1%, sono attesi nel 2011 e nel 2012. Nello stesso anno i bandi pubblici sono stati in Piemonte 926, per un valore totale di 1.341 milioni di euro. Nella sola provincia di Torino, dal 2006 anno delle Olimpiadi invernali, ad oggi il numero e l’importo delle gare pubbliche è sceso drasticamente. Dopo gli anni ruggenti 2003 (886 bandi e 1,7 miliardi di euro) e 2004 (667 e 1,4 miliardi) si è arrivati agli ultimi tre anni con una riduzione consistente degli investimenti: 283 bandi per un valore di 427 milioni di euro nel 2010 e 212 gare per una stima di 327 milioni di euro nel 2011.

Per questo la Filca regionale, di concerto con le unioni territoriali della Cisl, ha promosso in ogni provincia una forte iniziativa dal titolo: “Sviluppo, legalità e sicurezza”, coinvolgendo i principali attori del settore e i rappresentanti delle istituzioni. “La nostra iniziativa – ha sottolineato il segretario Donnola – nasce dalla percezione, al di là delle continue dichiarazioni d’intenti, di un’immobilità preoccupante in questo senso. Sollecitare il rilancio significa per noi promuovere uno sviluppo partecipato e di qualità, realizzato nella legalità e in condizioni di sicurezza”.

(da “Conquiste del Lavoro”)

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