“I bonus in edilizia hanno determinato la crescita di tutti gli indicatori economici del settore delle costruzioni. Ma dai dati si evince come all’aumentare degli addetti sia addirittura calato proporzionalmente il numero degli operai specializzati. Viene spontaneo chiedersi come siano stati svolti i lavori specialistici nei cantieri finanziati con gli incentivi fiscali del Superbonus”. Lo ha dichiarato Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale.
“La richiesta di personale qualificato per il settore dell’edilizia continua anche per il 2023 – spiega Pelle – anno in cui si prevede un aumento del 25% delle opere pubbliche con l’avvio dei cantieri finanziati dal Pnrr. Se vogliamo rendere attrattivo il settore per i giovani e avere tecnici e operai specializzati bisogna formare i lavoratori per la nuova edilizia e rispettare di più il contratto nazionale, inquadrando nei giusti livelli chi opera nei cantieri. Qualche dato, ricavato dal sistema della Casse edili, può essere utile a fotografare la situazione: nel 2020, su un totale di 490.512 operai, il 42,15% era operaio comune e il 20,60% specializzato; nel 2021 (548.845 operai in totale) il 43,85% era operaio comune e il 19,77% operaio specializzato; trend che si conferma ed esplode anche nel 2022, dove su 649.213 operai il 47,49 % era operaio comune e solo il 18,18% operaio specializzato.
Insomma – sottolinea il segretario generale della Filca – più aumentano i lavori specializzati e gli addetti, più calano le professionalità impiegate. La sfida è rendere attrattivo il settore per i giovani, garantire l’accesso alle donne, sulla scia della digitalizzazione, e integrare i lavoratori stranieri, qualificandoli. La nuova edilizia deve puntare alla formazione di lavoratori in un settore che deve innovarsi, dove i lavoratori maggiormente specializzati hanno mediamente 50 anni. Bisogna garantire e riconoscere agli addetti la specializzazione per renderlo attrattivo e far fronte ai bisogni di un settore in crescita ed espansione, che deve elevare la qualità degli operatori.
Bisogna scardinare il fenomeno del sotto inquadramento – conclude Pelle – che ha reso per decenni il settore poco attrattivo e alla mercé di coloro che guadagnano sulle spalle dei lavoratori, spesso costretti ad operare non in sicurezza e senza progettualità, per avvicinare giovani e donne ad un settore che era e resta strategico per modernizzare il Paese”.