Aumenti salariali in linea con quelli di altre categorie, riforma e messa in sicurezza degli enti bilaterali, pensionamento anticipato per chi svolge lavori gravosi. Sono alcune delle proposte contenute nella piattaforma di Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil per il rinnovo del contratto nazionale del settore edile, scaduto da oltre un anno. Se n’è discusso questa mattina a Potenza nel corso di un’assemblea unitaria molto partecipata alla presenza del segretario nazionale della Filca Stefano Macale (al centro nella foto del tavolo) e dei leader regionali delle tre sigle di categoria Michele La Torre (Filca), Enzo Iacovino (Fillea) e Cosimo Damiano Paolicelli (Feneal).
Nonostante la proclamazione dello sciopero nazionale per il prossimo 18 dicembre e una piattaforma di proposte considerata dai sindacati responsabile, dalle controparti datoriali ancora nessun segnale di apertura per la ripresa del tavolo negoziale. Per questo i sindacati lanciano un’altra giornata di mobilitazione straordinaria per il 20 novembre con volantinaggi, conferenze stampa e presidi in preparazione dello sciopero nazionale. Intervistato a margine dell’assemblea, Macale ha rivendicato il senso di responsabilità dimostrato dai sindacati in questa difficile trattativa: “Secondo noi è una piattaforma responsabile che tiene conto della crisi del settore che dura da più di dieci anni. Penso che aver fatto una piattaforma che guarda a tutte le associazioni e non una piattaforma per ogni associazione – ha aggiunto – sia la dimostrazione della responsabilità delle organizzazioni sindacali in questo momento difficile”.
Parlando di come rilanciare l’occupazione e gli investimenti nel settore delle costruzioni, il segretario della Filca ha detto che “il problema ormai non è quello delle risorse ma di come spendere i soldi che già ci sono, basti pensare che per il recupero del dissesto idrogeologico ci sono circa 7 miliardi a disposizione, ma ne sono stati spesi solo 140 milioni in tutta Italia. Questo la dice lunga – ha concluso Macale – sulla capacità di spesa delle amministrazioni regionali e locali”.