“L’edilizia, il settore traino dell’economia pugliese ormai, boccheggia. Basterebbe avviare un grosso cantiere per Provincia per ridare vita al settore in evidente difficoltà”. Lo afferma Crescenzio Gallo, Segretario Generale della Filca Cisl di Puglia riferendosi alle notizie di questi giorni sul Piano per il Sud e sui Fondi Europei.
Lo stato di salute monitorato dalla commissione nazionale delle Casse Edili (Cnce) evidenzia, infatti, un dato costante in tutta la Puglia: un netto calo di operai e di imprese iscritti alle Casse nelle ore di lavoro. La diminuzione delle ore lavorative denunciate tra ottobre 2010 e giugno 2011 si è attestata intorno ai 15 milioni (-12%). Per la Filca di Puglia rimane allarmante la situazione del lavoro nero, che nella Regione si attesta su circa 20.000 addetti, pari al 40% dei lavoratori.
“Il rapporto del Dipartimento dello sviluppo economico, presentato in questi giorni, rilancia i nostri allarmi – prosegue Gallo – perché in Puglia il 72% dei Fondi FAS è stato destinato a cantieri inferiori ai 25 milioni di euro. Il report evidenzia che mediante la ricognizione delle risorse, il rastrellamento dei miliardi o milioni incagliati in programmi chiusi in vicoli ciechi e la concentrazione su macro assi di spesa e grandi opere regionali, si darebbe spinta al settore dell’edilizia in evidente difficoltà”.
“La Puglia – osserva Gallo – ad oggi ha raggiunto un primato negativo: è la regione con la più alta variazione in tutti i parametri, (-14 %, pari a 7800 addetti e 400 imprese in meno). La Filca Cisl di Puglia – continua – alla luce di questi dati delle nuove delibere del Cipe in netto contrasto con la polverizzazione delle risorse, ed in linea con l’attivazione di grossi cantieri, propone un tavolo di confronto Regionale per verificarne la programmazione regionale, procedere allo sblocco delle opere pubbliche già appaltate, e che esponga un progetto di appalti per il resto delle grandi opere da costruire nel territorio Pugliese”. La soluzione, secondo la Filca, sarebbe quella di puntare su politiche di coesione tra parti sociali ed istituzioni regionali, evidenziando un programma di “controllo di qualità” delle aziende, con la nascita di una patente a punti per operai ed imprese che ne certifichi la qualità.