“In Puglia l’edilizia sta vivendo una fase drammatica: i lavoratori iscritti nelle Casse edili sono meno di 30 mila, negli anni del boom, intorno al 2007, erano quasi il doppio. Siamo tornati ai livelli del 1999, un vero dramma sociale che coinvolge decine di migliaia di famiglie, senza contare tutto l’indotto, visto che in media l’edilizia muove una trentina di settori”. Lo dichiara Antonio Delle Noci, segretario generale Filca-Cisl Puglia. “Tutto questo – aggiunge Delle Noci – accade nonostante i finanziamenti non manchino, ma tra lungaggini burocratiche, ritardi e aziende in difficoltà ci sono circa 50 opere incompiute con un fabbisogno stimato di 58 milioni di euro per il completamento dei lavori. Tra i cantieri bloccati o mai partiti cito la Strada Statale Maglie-Leuca, il raccordo ferroviario di Brindisi, il completamento della Lecce-Taranto, il nodo ferroviario di Bari, l’Alta Velocità sulla tratta Napoli-Bari, il collegamento Bari-Matera-Potenza-Salerno, per creare una sorta di bretella tra l’A14 e l’A3. Senza contare l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza del territorio, la manutenzione delle infrastrutture. Il rilancio delle costruzioni sarà uno dei temi delle due mobilitazioni nazionali: quella di Cgil, Cisl, Uil del 9 febbraio, e quella dei sindacati di categoria Feneal, Filca, Fillea in programma il 15 marzo. In quelle occasioni porteremo le istanze che stiamo raccogliendo nel corso delle tantissime assemblee nei cantieri e nelle aziende dei nostri settori, e in Puglia chiederemo incontri ai prefetti ed alle istituzioni. Lasciar morire un settore che rappresentava l’11,5% del Pil vuol dire rinunciare al rilancio dell’economia nazionale, non rendere moderno e sicuro il Paese, lasciare per strada decine di migliaia di lavoratori: noi non lo consentiremo”, conclude il segretario generale della Filca Puglia.