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Edilizia, Emilia Romagna terza per incidenti mortali

Edilizia, Emilia Romagna terza per incidenti mortali

Bologna
Cisl e Filca regionali in campo per una vera prevenzione nel settore
“Che nessuno sia più costretto a morire per vivere”. Piero Ragazzini, responsabile della Cisl emiliano-romagnola ha aperto la tavola rotonda su Sicurezza nelle costruzioni, organizzata ieri a Bologna da Cisl e Filca regionali presso la sede del sindacato. Ricordando con il nome di battesimo le 13 persone morte sul lavoro dall’inizio dell’anno ad oggi in regione, Ragazzini si è detto preoccupato sull’annuncio di una revisione della normativa sulla sicurezza. “Pur consci che la norma ha avuto limiti nell’applicazione in alcuni settori e in altri è stata interpretata solo burocraticamente – ha detto -, siamo spaventati dall’annuncio di una revisione legislativa impostata sulla semplificazione intesa come sinonimo di depenalizzazione e non partecipazione delle forze sociali all’impostazione del testo”. Secondo i dati Inail, in Italia calano gli infortuni sul lavoro nel settore edilizio, storicamente il più rischioso: -2.511 casi, passando dai 105.748 del 2002 ai 103.237 del 2003. Diminuiscono quelli relativi ai lavoratori italiani e crescono quelli di lavoratori stranieri, pari al 14,5% del totale. L’Emilia Romagna, con 10.823 incidenti sul lavoro, è al terzo posto in Italia, dopo Lombardia (13.063) e Veneto (11.010). Sul totale di infortuni sul lavoro l’Emilia Romagna registra +0.6%, in contro tendenza al dato nazionale che segna -3,5%. Nel 2003 gli infortuni in regione sono stati complessivamente 143.380 (+ 689 infortuni rispetto l 2002) e tra questi 151 sono mortali su un totale nazionale di 1.394. nei settori industriali e servizi (comprensivi dell’edilizia) nello stesso anno gli infortuni sono ammontati a 128.120, pari a +1.317 rispetto al 2002. Secondo Ciro Donnarumma, responsabile regionale del sindacato edili della Cisl “questi dati bastano a significare l’insufficienza della strategia di contrasto agli infortuni e al lavoro sommerso attuata dagli organi preposti alla sicurezza nella nostra regione. A questa grave realtà – ha affermato – si aggiunge l’aumento delle malattie professionali tipiche del lavoratore edile, come mal di schiena, dolori al tunnel carpale (male all’articolazione del polso) e disturbi all’udito”. Dai dati del patronato Inas Cisl risulta che negli ultimi quattro anni le malattie professionali sono cresciute del 30%, per cui le ore perse in edilizia superano quelle per infortunio. Per Donnarumma bisogna “agire con una lotta senza quartiere contro le morti bianche su due fronti: rafforzando il ruolo dei rappresentanti per la sicurezza territoriali ed aziendali e riconoscendo incentivi alle imprese che rispettano le regole”. Poi “premiare le imprese regolari attraverso le certificazioni di qualità sociale delle imprese ed estendere la responsabilità in solido anche nella sicurezza”. Circa le malattie professionali, il segretario regionale della Filca ha sollecitato la Regione, attraverso la propria Legislazione Autonoma, ad investire adeguate risorse su ricerca e progettazione finalizzata alla sicurezza. Secondo l’assessore regionale all’edilizia Pier Antonio Rivola, il disegno di legge regionale sugli appalti, “peraltro condiviso anche dai datori di lavoro e che riconosce il ruolo del sindacato, ad oggi non è stato trasformato in legge perché il Consiglio regionale non ha trovato lo spazio, sino ad ora, di metterlo nel calendario dei suoi lavori”. Invece, per quanto riguarda la legge regionale sulla casa, la cosiddetta legge Rivola, l’assessore ha rivendicato di aver voluto inserirvi l’obbligo , da parte delle imprese costruttrici, di dichiarare in una nota di pagare regolarmente i propri dipendenti e di osservare le regole di sicurezza, pena il non versamento dei contributi regionali richiesti”. Piero Paone, direttore regionale dell’Inail, ha detto che “la cultura della sicurezza, nonostante l’aumento in regione di infortuni nel 2003, ma fronte di una crescita occupazionale del +3%, ha fatto passi avanti. In edilizia, infatti, gli infortuni sono calati del 2%. I casi mortali pure: 22 nel 2003, rispetto ai 33 del 2002. I casi indennizzabili sono scesi del 7% rispetto al 2002. “Da soli, però, non si vince la battaglia – ha rimarcato -. Serve la collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti”. Se da gennaio 2005 per le imprese sarà obbligatorio il Durc il direttore regionale dell’Inail ha ricordato che Bologna è tra le dieci città che da quattro anni (presso la sede regionale Inail) si sperimenta il rilascio del documento congiunto (Inail, Inps, Casse Edili) di regolarità dei lavori”. Pino Virgilio, segretario nazionale aggiunto Filca, ha ricordato “la grande importanza” del sistema degli Enti Bilaterali per la regolarità del lavoro. E ribadita la preoccupazione per il processo del ciclo delle costruzioni, causa “la frammentazione delle imprese e delle fasi lavorative”. Se gli appalti evidenziano l'”esasperazione dell’affido di lavori in subappalto”, Virgilio ha denunciato che nella tratta Reggio Calabria- Napoli “addirittura si è arrivati all’affido di lavori ad imprese subaffidatarie nella misura dell’85% dei lavori. Con conseguente incertezza circa la sicurezza, il rispetto dei contratti, la certezza dell’esecuzione dei lavori in qualità”. Infine, il segretario nazionale Filca ha ribadito con forza “la necessità/obbligo di rispetto della vita umana, prima di pensare a un piano di sicurezza per lavorare”. E lanciato la proposta di regolamentare l’accesso alla professione nel settore edile. “Analogamente a come avviene per il panettiere o il parrucchiere – ha concluso – il muratore deve entrare nel cantiere con un certificato che lo abilita a fare il lavoro, lo accredita come uno che sa fare un lavoro di qualità”.

Ileana Rossi

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