Roma
Ultimatum dei sindacati
Situazione di difficoltà nel settore del legno. Trend in crescita nell’edilizia. E’ questa la fotografia della situazione che si vive oggi nei due settori delle Costruzioni, alle prese con una faticosa trattativa per i rinnovi dei rispettivi contratti nazionali di lavoro, scaduti a fine dicembre 2003. Nel settore legno, ieri prima riunione con Federlegno a Milano, mentre è previsto per la giornata di oggi l’incontro a Bologna con l’Unital-Api. I sindacati chiedono la firma dell’accordo in tempi strettissimi, visto che i lavoratori si trovano a vivere serie difficoltà sul versante del potere d’acquisto del loro salario. “Dopo otto incontri a livello nazionale – spiega il segretario nazionale della Filca Cisl, Piero Baroni-, l’auspicio è che il negoziato vada avanti senza intoppi e si arrivi all’accordo; in caso contrario ci troveremo nelle condizioni di dover proclamare una mobilitazione nazionale”. Nelle industrie del legno-arredo si rileva una forte presenza di distretti industriali, circa 40, e questi sono caratterizzati dalla presenza di piccole e medie imprese: circa il 65% degli addetti è occupato in imprese con meno di 20 addetti. Complessivamente si contano circa 90 mila imprese, con 420 mila addetti. Oggi, intanto, sono previsti i tre attivi interregionali della categoria a Milano, Roma e Napoli, che saranno conclusi rispettivamente dai leaders di Filca-Cisl, Domenico Pesenti, Feneal-Uil, Francesco Marabottini e Fillea-Cgil, Franco Martini, che precedono l’apertura del negoziato sul rinnovo del contratto nell’edilizia, che riprenderà il 21 e 22 aprile. I sindacati di categoria lanceranno oggi, nei tre attivi unitari, un ultimatum ai costruttori: o il tavolo imboccherà con decisione la via che porta alla firma del nuovo contratto oppure sarà inevitabile la mobilitazione della categoria. Il contratto dell’edilizia interessa circa un milione di lavoratori dipendenti e 300 mila imprese tra industriali, cooperative ed artigiane, per un fatturato annuo di oltre 112 miliardi di euro. I sindacati ricordano come negli ultimi tre anni il settore abbia contribuito in modo consistente sia alla formazione del Pil (5,5% in tre anni per il settore) sia all’aumento dell’occupazione (13,3% dal 2000 al 2003). Tra le altre richieste, un aumento salariale medio mensile di 90 euro al terzo livello, ma anche miglioramenti per gli istituti della malattia, del congedo matrimoniale e della previdenza complementare.
Francesco Tobia