A cura di Ferdinando De Blasio, Responsabile AST Salerno
Numeri agghiaccianti sono quelli che fotografano la situazione del settore edile salernitano ormai ai limiti del default. Si registra una perdita di fatturato complessivo, nel comparto delle costruzioni, di oltre il 50% il che tradotto in termini pratici significa, 1800 posti di lavoro persi, 400 imprese ferme al palo. Le cifre fornite dalla Cassa Edile non lasciano spazio all’immaginazione, ancor meno all’interpretazione. Sono numeri certi che se confermati nel trimestre in corso determineranno una crisi quasi irreversibile del settore delle costruzioni nel territorio provinciale. Se con i lavori appaltati nel 2016 sull’accelerazione della spesa POR CAMPANIA FERS 2007/2013 si erano fatti avanti segnali positivi di ripresa, il 2017 ci riporta indietro nel tempo, in modo preoccupante.
Mancano all’appello, circa 250 milioni di euro per “Stati di avanzamento dei lavori” realizzati in provincia di Salerno che la Regione Campania si era impegnata a liquidare e altri 400 milioni di euro per lavori già appaltati, per i quali sono state fatte nuove convenzioni e che non sono ancora partite. A questo punto è fin troppo semplice pensare che prima del giugno 2018 non sarà aperto alcun cantiere riferito al Por 2014-2020 quello che nei sogni e nelle aspettative doveva rappresentare la leva per il rilancio del settore e più in generale dell’economia regionale e della provincia di Salerno in particolare.
Su oltre 3.500 imprese iscritte in Cassa Edile, nell’ultimo trimestre 2017, oltre 400 risultano aver sospeso la propria attività. Tutto ciò dovuto essenzialmente al ritardato pagamento da parte della P. A. in quanto sono oltre 280 i milioni di euro che le imprese salernitane vantano nei confronti degli Enti Appaltanti ed al blocco ormai totale delle gare di appalto, dovuto al Nuovo Codice degli Appalti, L. 50/2016. Secondo i dati, in provincia di Salerno, si è registrato nei primi 10 mesi del 2017 un calo di bandi di gara di oltre il 43,6%. Con tali numeri, si va verso il default del comparto Edile, da cui sarà impossibile tornare indietro. Occorre trovare da subito una via d’uscita, con azioni forti ed immediate, quali potrebbero essere una deroga sulla Legge Appalti per mettere in gara i progetti definitivi che hanno i Comuni, aprire un’unità di crisi con i sindacati, imprenditori, Prefettura, con la Provincia di Salerno e la Regione Campania, per monitorare periodicamente il comparto degli Appalti Pubblici e infine garantire l’accesso al credito alle imprese. In altri termini è il momento di mettere in campo ogni iniziativa necessaria per la ripresa del settore, sia per quanto riguarda gli Appalti Pubblici sia per quanto riguarda gli Investimenti privati.
Non va meglio per il settore dei lapidei, dei laterizi del cemento e del legno. La chiusura delle cave sul territorio salernitano, ha portato per effetto alla cessazione di tantissime realtà produttive del settore dei laterizi, per la mancanza della materia primaria, l’argilla. Mentre per il settore del cemento registriamo la chiusura parziale dell’Italcementi che passa da una realtà industriale con una produzione a ciclo continuo a centro di macinazione, anche qui per mancanza di cave sul territorio. Ad oggi la Regione Campania non ha dotato ancora il territorio di un piano Regionale per le attività estrattive, le poche aziende che resistono ancora devono approvvigionarsi nelle regioni confinanti pagando in alcuni casi il triplo.
E’ finita davvero l’epoca degli annunci ma adesso è giunta l’ora di impegnarci tutti, per il bene del nostro territorio.