CANTIERI. Sacconi convoca le parti sociali per summit su lavoro nero e sicurezza
“NON SI può chiamare in causa la fatalità parlando dell’incidente nel cantiere di Genova, in cui è morto un operaio edile albanese. C’è, invece, un problema strutturale, di calcolo errato da parte dei responsabili dei lavori”. La dichiarazione è del segretario generale della Filca Cisl , Domenico Pesenti , che così risponde anche alle affermazioni del ministro per le Infrastrutture, Piero Lunardi , convinto che in molti incidenti, come quello di Genova, “è presente una forte dose di fatalità”. Quest’ultima, invece, secondo Pesenti, giocherebbe un ruolo estremamente ridotto nei casi di incidenti sul lavoro, dove pesano piuttosto problemi di attenzione e la fretta. Il responsabile degli edili Cisl esprime il proprio parere contrario al ministro per le Infrastrutture anche in riferimento alla questione sicurezza nei cantieri pubblici, che Lunardi ha definito “non a rischio”. “Purtroppo – spiega Pesenti – anche questi cantieri sono soggetti a lavoro nero e irregolare e, quindi, non è affatto vero che sono esenti da rischi. Per questo chiediamo maggiori controlli”. Per oggi, intanto, è previsto l’incontro presso il ministero del Welfare a cui parteciperanno il sottosegretario Maurizio Sacconi , tutte le organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori che sottoscrivono il contratto nazionale del settore edile, i responsabili dei servizi ispettivi di Inps e Inail e dello stesso ministero, per verificare lo stato di applicazione delle norme introdotte dal Governo sul lavoro sommerso e per valutare il complesso delle azioni rivolte alla prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori nei cantieri e l’efficacia delle attività ispettive rivolte a questo scopo. “Sarà l’occasione – precisa il segretario generale Filca – per chiedere che venga fatta da subito la Convenzione nazionale istitutiva dello sportello unico per il rilascio del Durc (Documento unico di regolarità contributiva)”. Nel frattempo, un tasso di infortuni ancora elevato e il costante insorgere di malattie professionali direttamente collegate all’attività nei cantieri fa sì che, a distanza di dieci anni dal decreto legge 626 e ad otto dalla legge 494 (“direttiva cantieri”), il lavoro svolto quotidianamente da muratori, carpentieri, ferraioli, sia ancora tra i più a rischio di infortunio nel nostro Paese. In edilizia, tuttavia, dal 2000 al 2002 si è registrato un calo degli incidenti sul lavoro (da 102.818 a 99.247, in base ai dati Inail); nell’industria il calo è solo dal 2001 (da 678.500 a 663.215). Una situazione resa possibile da un insieme di interventi effettuati nel settore, grazie soprattutto alle sollecitazioni e all’impegno del sindacato. Tra questi: l’estensione della presenza sul territorio dei Rls e dei Rlst; l’azione degli enti bilaterali (Comitati paritetici territoriali e Scuole edili) di emanazione delle parti sociali; la contrattazione realizzata nel settore, l’applicazione più stringente sia del decreto 626 che della “direttiva cantieri”, la sperimentazione del Durc. Questo leggero miglioramento, però, non è assolutamente sufficiente a far abbassare la guardia sul fronte degli interventi da effettuare in materia di prevenzione degli infortuni nei cantieri, considerando gli elementi di forte criticità ancora purtroppo presenti. Sono infatti evidenti, scorrendo i dati recenti del settore, i troppi incidenti (e morti) registrati tra gli apprendisti (nel 2001, sui circa 35 mila in attività nel settore, si sono registrati 7.377 infortuni, equivalenti al 21% degli occupati: si infortuna, quindi, un giovane su cinque). Inoltre, il calo tra il 2001 e il 2002 dei morti in edilizia (-10,77), maggiore rispetto a quello dell’Industria e Servizi (-2,34), sarebbe stato ancora maggiore se non vi fossero inclusi i casi in itinere , che rappresentano, con l’11%, la seconda causa mortale dopo le “cadute dall’alto” (26%). Guardando poi l’indice di frequenza degli infortuni, questo cala al crescere della dimensione aziendale, a riprova del fatto che nelle aziende in cui opera il sindacato la salute dei lavoratori è più tutelata. Fanno eccezione gli artigiani titolari di impresa, soltanto perché non denunciano i piccoli infortuni che capitano a loro personalmente, influenzando pesantemente il totale. È in questo contesto, pertanto che la Filca Cisl ha avanzato quattro proposte operative di intervento sul versante della sicurezza nei cantieri: una diffusione capillare in tutte le province dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst); una “patente” assegnata alle imprese per poter avviare la propria attività in edilizia a condizione che garantiscano una soglia minima di criteri, in particolare sul versante della sicurezza sul lavoro; il libretto formativo della sicurezza, di cui è titolare il lavoratore e di cui deve munirsi l’impresa, che certifichi la formazione in materia da parte dei lavoratori e, infine, la predisposizione di forme premiali a carattere contrattuale o normativo per le imprese che applicano la normativa sulla sicurezza e partecipano alle attività degli Enti paritetici sul fronte della regolarità contributiva e della sicurezza.
Francesco Tobia