di Piero Donnola (segretario generale Filca-Cisl Piemonte)
Le ragioni per dire sì alla Tav sono svariate e, per nulla intimiditi, le vogliamo ricordare.
Tutti gli 87 comuni francesi non si sono opposti all’opera. Tra gli italiani, i contrari sono circa una dozzina ma, se si considerano quelli direttamente interessati dalla realizzazione di tratte in superficie e cantieri, sono solo due le amministrazioni esplicitamente contrarie (Chiusa San Michele e Sant’Ambrogio di Torino).
La Tav in quanto opera transfrontaliera potrà ottenere la massima percentuale del finanziamento comunitario che arriva fino al 40%.
Con la Tav si dimezzano i tempi di percorrenza per i passeggeri (da Torino a Chambery si passa da 152 minuti a 73; da Parigi a Milano da 7 a 4 ore), mentre si realizza un importante incremento della capacità nel trasporto merci (portata da 1.050 a 2.050 tonnellate e lunghezza fino a 750 metri per treno) con costi di esercizio quasi dimezzati. Il miglioramento del servizio ferroviario potrà consentire la sensibile riduzione del numero di camion su strada (circa 600.000/anno) nel delicato ambiente alpino.
C’è stata attenzione alle richieste del territorio. Lo dimostra il fatto che l’opera sia stata riprogettata ascoltando le esigenze di tutti i comuni interessati, tra cui alcuni direttamente coinvolti da cantieri o da opere in superficie (Chiomonte e Susa). Come ulteriore segno di attenzione nei confronti delle comunità locali coinvolte dal progetto sono previsti 135 milioni di euro di opere compensative per il territorio.
La linea storica del Frejus è fuori mercato e serve una nuova infrastruttura in grado di soddisfare la domanda di merci e passeggeri. Allo stato attuale, il collegamento italo-francese è una linea di montagna, che costringe i treni ad una salita di 1.250 metri di quota con sovra costi esorbitanti, che passa attraverso una galleria dove non entrano i containers oggi in uso per il trasporto merci. È, dunque, una linea fuori mercato. I flussi di interscambio Italia-Francia nel quadrante ovest (da Ventimiglia al Monte Bianco) sono stati negli ultimi dieci anni costanti in quantità (fra 38 e 40 milioni di tonnellate) ed in valore (circa 70 miliardi d’interscambio). Questi valori sono superiori (110%) a tutti quelli che interessano la Svizzera. Ma mentre in questo quadrante (italo-elvetico) la ferrovia intercetta il 63% del traffico, nel quadrante italo-francese non arriva al 7%.
I benefici che la realizzazione di quest’opera porterebbe all’ormai collassato settore dell’edilizia piemontese, dal punto di vista del rilancio occupazionale, sono irrinunciabili e, a cascata, l’opera costituirebbe una possibilità di rilancio per tutta l’area ed eviterebbe l’isolamento, per il futuro, di tutto il territorio piemontese.
Stessa cosa dicasi per il Terzo Valico. Secondo il progetto il viaggio Genova – Milano potrebbe essere coperto in 58 minuti mentre oggi ce ne vogliono circa 100. Il progetto è finalizzato al miglioramento del sistema ferroviario del capoluogo ligure influenzato dalla presenza di curve, gallerie e salite non adatte all’alta velocità. Spesso capita poi che le linee siano affiancate a strade ed autostrade e specie l’inverno c’è il rischio d’incorrere in problemi di natura idrogeologica. La linea storica richiede un numero importante di convogli a breve percorrenza caratterizzati da frequenti fermate. Per Tav Spa, l’attuale collegamento esistente tra Genova ed il Piemonte, ovvero le due linee dei Giovi non saranno più in grado di garantire la domanda di trasporto merci e persone a partire dal 2015.
Il progetto prevede la realizzazione di un tracciato di 54 chilometri, 39 dei quali in galleria, che si andrà a collegare alla linea storica nei pressi di Novi Ligure in caso di viaggi verso Torino e sulla Alessandria-Piacenza all’altezza di Tortona per andare verso Milano.
Per l’Alessandrino e la Liguria il Terzo Valico rappresenta un’occasione unica per dare lavoro (nel 2017 ci saranno occupati circa 3500 lavoratori) ad un’area alle prese con una crisi che ha colpito soprattutto il settore edilizio.
Con il terzo valico si modernizzano i collegamenti con la Liguria, si dà lavoro alla popolazione locale, aprendo un’enorme possibilità di sviluppo per l’Alessandrino anche nel settore logistico, e si velocizza il collegamento tra il centro Europa e Genova, rilanciando l’attività portuale. Il tutto per una durata dei lavori stimata in 10 anni.
Come sindacalisti che rappresentiamo i lavoratori dell’edilizia non possiamo sottrarci al nostro dovere di sostenere il rilancio e lo sviluppo del settore, fatto che avrebbe come conseguenza anche il rilancio di tutta l’economia piemontese. Non ci sono minacce che tengano.