È stato un protagonista indiscusso dell’arte rinascimentale italiana. Possiamo ammirarlo, per citare una delle più celebri opere d’arte, sulla cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, opera di Filippo Brunelleschi. Ma ora il cotto rischia seriamente di scomparire. “È una eccellenza in crisi profonda – ammette Stefano Tesi responsabile della Filca Cisl di Firenze – basti pensare che secondo una recente ricerca dell’Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana) nel 2001 gli addetti del settore erano circa 550 lavoratori, nel 2013 superano di poco le 150 unità. Il 50% delle aziende, concentrate nell’area del Chianti, ha chiuso i battenti o ha i propri dipendenti in Cassa integrazione, e nel 2014 l’emergenza sarà totale, perché si raggiungerà il tetto di utilizzo degli ammortizzatori sociali. Agli imprenditori – continua Tesi – chiediamo di stringere una maggiore collaborazione con i lavoratori sui principi della responsabilità sociale d’impresa, per affrontare meglio le nuove sfide del lavoro che il mercato richiede. Alle Istituzioni diciamo basta con le gare per l’aggiudicazione degli appalti con il sistema del massimo ribasso, che incide sia sulla sicurezza dei lavoratori che sull’utilizzo di materiale scadente. Per il futuro – spiega l’esponente della Filca fiorentina – puntiamo ad un sistema di gara per l’aggiudicazione degli appalti con il sistema dell’offerta maggiormente vantaggiosa, fortemente sostenuto da Cisl e Filca, così da poter armonizzare i costi garantendo la sicurezza dei lavoratori e l’utilizzo di materiali certificati, promuovendo meglio i prodotti del territorio”.
Nelle scorse settimane si sono susseguiti incontri tra i sindacati e le istituzioni provinciali, nelle quali è emersa la necessità di coinvolgere anche la Regione Toscana. “Quest’ultima – dichiara Ottavio De Luca, segretario generale della Filca-Cisl regionale – deve contribuire ad affrontare l’emergenza perché ha gli strumenti, le sedi e le risorse per creare un contatto credibile con i paesi esteri, e può promuovere iniziative utili a far conoscere i nostri prodotti in Italia e all’estero, soprattutto nei paesi con il Pil a due cifre. Oltre al cotto – aggiunge De Luca – ricordo che anche la pietra e il marmo sono prodotti storici delle costruzioni di élite che abbiamo in Toscana, e che tutti e tre sono in grave crisi”. Per il segretario generale della Filca Toscana è importante agire su tre livelli di intervento: “Visto che il mercato interno è sostanzialmente fermo, dobbiamo puntare sullo sviluppo del marketing all’estero mediante l’intervento della Regione, con l’organizzazione di iniziative ad hoc ed il coinvolgimento di istituzioni locali, ordini professionali e imprenditori nei Paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina). È necessario fare formazione continua sia per i lavoratori attualmente in forza sia per coloro che sono usciti o che usufruiscono degli ammortizzatori sociali, in modo che si possano tenere aggiornati e siano pronti per rientrare nel sistema produttivo. Infine bisogna investire puntando sull’innovazione tecnologica e sulla ricerca per sviluppare nuovi prodotti, come è stato con la scoperta delle ‘pareti ventilate’. Solo cambiando le politiche di sostegno e di intervento per il settore, con l’impegno e il senso di responsabilità di tutte le parti coinvolte e sviluppando proposte concrete, possiamo aiutare il settore ad uscire dalla crisi”, ha concluso De Luca.