Anche la Cisl aderisce alla protesta bipartisan organizzata dai presidenti delle Province di Pesaro e Urbino, Perugia e Arezzo per rilanciare la battaglia per il completamento della cosiddetta strada dei Due Mari, la Fano-Grosseto. Dalle 17 di venerdì prossimo i presidenti Matteo Ricci (Pesaro e Urbino), Marco Vinicio Guasticchi (Perugia) e Roberto Vasai (Arezzo) occuperanno la galleria di Mercatello sul Metauro, simbolo della “grande incompiuta” dagli anni Sessanta.
“In realtà – spiega Sauro Rossi, segretario generale della Cisl di Pesaro a Conquiste – non si tratta di una vera e propria occupazione, perché la galleria è incompiuta, e dunque inutilizzata. Ma l’iniziativa è utile per riportare l’attenzione su un obiettivo pluridecennale (il completamento della Fano-Grosseto) e su scelte non più rinviabili. Soprattutto – sottolinea – condividiamo lo spirito dell’iniziativa, per come è stata pensata e per quella volontà di collaborazione che ha mosso gli amministratori locali e che noi come Cisl da tempo invochiamo”.
Il progetto di un traforo a doppia canna attraverso l’Appennino come asse portante della nuova superstrada Fano-Grosseto risale agli anni Ottanta. I lavori per lo scavo del primo tubo, costati circa 500 miliardi di lire, sono iniziati negli anni novanta e si sono conclusi nel 2004. Da allora i cantieri si sono interrotti a causa dei finanziamenti mancanti per la costruzione del secondo tubo e di indecisioni riguardo al tracciato di collegamento con la Strada europea E45 sul versante umbro. Negli ultimi mesi del 2009 tuttavia il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha promesso la ripresa dei lavori in tempi brevi. Una volta completata, l’opera assicurerà un collegamento veloce tra Marche e Toscana, prendendo il posto dell’attuale e meno agevole percorso culminante nel valico di Bocca Trabaria a 1.049 metri di quota, il quale presenta caratteristiche di strada di montagna.
“È ora che i ministri, i parlamentari, i segretari dei partiti e i media nazionali vengano a rendersi conto dello scempio di un tunnel che da anni porta verso il nulla. Il traforo è l’emblema dello stato dell’arte della Fano-Grosseto: dentro ormai ci fanno i rave party e ci allevano le galline”, si legge in una nota diffusa dalla Provincia di Perugia. Il ministro Matteoli, dicono gli amministratori, ha rispettato l’impegno a definire il tracciato mancante dalla Guinza alla E-45. “Ora bisogna finanziare almeno i lotti prioritari. È una questione determinante per il Centro Italia: se continuiamo a considerare prioritari solo la Pedemontana lombarda e il ponte sullo Stretto, tagliando fuori il cuore del Paese, il collegamento tra l’Adriatico e il Tirreno non si farà mai”.
Alla mobilitazione bipartisan hanno dato la loro adesione anche le Province di Siena e Grosseto e i Comuni dell’alta Valmetauro, che riuniranno i loro consigli comunali alla Guinza. Attesi anche parlamentari, consiglieri regionali, imprenditori, sindacati e associazioni di categoria.
Ma intanto, domani il presidente della Provincia di Pesaro, sarà a Roma dal sottosegretario alle Infrastrutture Mario Mantovani, per fare il punto sulle opere della E-78 Fano-Grosseto.