Barbara Cerutti, della Filca-Cisl nazionale, è consapevole di quanto importante sia il protocollo sottoscritto ai primi dello scorso febbraio tra la Filca Cisl, gli altri sindacati delle Costruzioni e FederlegnoArredo, la controparte contrattuale, dove si sono stabiliti i Codici di Comportamento da adottare nella lotta contro le molestie sessuali e il mobbing nell’ambito delle aziende del settore del mobile-arredo.
“E’ il primo protocollo su questi temi siglato all’interno di un contratto nazionale del settore privato- ha sottolineato nel corso del convegno promosso dalla Cisl del Veneto “Donne e lavoro, il pericolo non è il mio mestiere”, aggiungendo che – è l’esempio di come sia possibile contrattare migliori condizioni di qualità nell’ambiente di lavoro affinché vengano rispettate la dignità e l’integrità psico-fisica dei lavoratori e delle lavoratrici attraverso un sistema di relazioni fondate su principi di uguaglianza e reciproca correttezza”.
Un accordo che “apre” le porte delle fabbriche all’esterno riconoscendo un ruolo alle Consigliere Provinciali di Parità e che sancisce il diritto all’informazione e alla formazione su questi temi.
Un primo passo perché – come ha chiarito Cinzia Frascheri, l’altra relatrice al convegno organizzazione in occasione della Giornata Internazionale della donna- di strada ce ne ancora molta da fare per ottenere ambienti di lavoro sicuri, non pericolosi, anche sotto il profilo delle molestie e la violenza sui luoghi di lavoro. “L’accordo quadro europeo per contrastare questi fenomeni è stato sottoscritto tra le rappresentanze delle parti sociali dell’Unione Europea (CES, Businesseurope, Ueapme e Ceep) ancora nel lontano 26 aprile del 2007 dopo una consultazione durata tre anni, ma- e questa è la denuncia- ancora oggi in Italia è lettera morta e non certamente per responsabilità del sindacato”.
Il paradosso è che, se da una parte, sono stati fatti grandi passi in avanti per garantire un ambiente di lavoro sicuro per gli aspetti relativi agli infortuni sul lavoro, come confermano i numeri in costante calo degli casi di morte, dall’altra rimane totalmente elusa, salvo appunto qualche sporadico accordo come quello del settore LegnoArredo e in alcune aziende, la necessaria azione di contrasto a queste forme di violenza verso i lavoratori che, oltre che lesive della loro dignità, comportano spesso pesanti riflessi negativi sulle condizioni psicofisiche degli stessi.
“Eppure – concordano Cerruti e Frascheri- se datore di lavoro e lavoratore condividono un sistema di valori e di regole si può garantire un ambiente di lavoro più sano e sicuro”: una critica evidente a chi, nelle imprese, gira la testa ancora dall’altra parte.