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DISOCCUPAZIONE ALL'8,6%. CISL: LA FINE DELLA CRISI E' LONTANA

DISOCCUPAZIONE ALL'8,6%. CISL: LA FINE DELLA CRISI E' LONTANA

Nel quarto trimestre 2009 gli occupati in Italia sono diminuiti di 428mila unità rispetto allo stesso periodo 2008. Si tratta di un calo pari all’1,8%, rileva l’Istat. Nel quarto trimestre 2009 erano al lavoro, 22,922 milioni di persone. Il calo dell’occupazione nel IV trimestre si concentra soprattutto al Sud con 193mila posti in meno (-3%) mentre nel nord la riduzione di 207 mila posti rispetto al IV trimestre 2008 corrisponde a un calo del 1,7%. Il tasso disoccupazione nell’ultimo trimestre 2009 è dunque salito all’8,6% (dato non destagionalizzato), il livello più alto dal 2001. Lo rileva l’Istat, sottolineando che i senza lavoro hanno raggiunto quota 2,145 milioni di unità, 369mila in più rispetto allo stesso periodo 2008.
Nel Centro il saldo negativo degli occupati è di 27mila posti pari a un meno 0,6%. L’aumento delle persone in cerca di occupazione si concentra invece al Nord con 219mila persone in più rispetto alle 369mila complessive mentre nel Mezzogiorno i senza lavoro in più sono solo 51 mila. Questo anche a causa dell’effetto scoraggiamento sulla possibilita’ di trovare un impiego che ha comportato nel mezzogiorno un calo di 142 mila unità delle forze di lavoro complessive (occupati piu’ disoccupati) rispetto allo stesso periodo del 2008.
La perdita dell’occupazione nel IV trimestre (-428 mila unità) è la sintesi di un calo molto forte della componente italiana (-530 mila unità) a fronte di una crescita, anche se con ritmi inferiori rispetto al passato di quella straniera. L’Istat ha diffuso anche oggi i dati definitivi sulla disoccupazione di gennaio 2010 aggiornando il tasso di disoccupazione destagionalizzato dal 8,4% al 8,5%.
Questi dati “dimostrano che siamo lontani dall’uscita dalla crisi – commenta Raffaele Bonanni – ma anche che non ne usciamo se ci lamentiamo e basta. Bisogna reagire e bisogna supplire alla mancanza di domanda che ha un’influenza pesante sull’attività delle aziende e sull’occupazione. Più che litigare dovremmo cooperare, le parti sociali con il Governo, nazionale e locale, per supplire a quella parte di domanda che manca oggi, mancherà domani e forse anche dopodomani”.
La crisi, spiega il segretario generale della Cisl, “ci riserva un lungo periodo in cui la domanda sarà molto inferiore ai picchi del passato. Per questo bisogna investire di più, lavorare sul fisco,
sostenere i consumi attraverso l’abbattimento delle tasse per lavoratori e pensionati, fare operazioni che dobbiamo saper fare attraverso un atteggiamento cooperativo”.
“Il calo è generalizzato a tutti i settori produttivi, ma particolarmente serio nell’industria”, afferma il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini. “Se nelle imprese medio grandi l’utilizzo massiccio della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà ha consentito di salvaguardare l’occupazione – osserva – nelle imprese di più ridotte dimensioni anche l`occupazione a tempo indeterminato è a rischio”.
Secondo il segretario confederale della Cisl “si sconta probabilmente, da una parte, la non conoscenza dei meccanismi per l’utilizzo di uno strumento nuovo come la cassa integrazione in deroga, dall’altra una oggettiva maggiore difficoltà in queste dimensioni di impresa. Regioni, Istituzioni e parti sociali devono porre particolare attenzione per includere anche le realtà più piccole nell’utilizzo dei nuovi strumenti e per avviare le politiche attive per il reimpiego, con una particolare attenzione ai giovani che hanno perso contratti flessibili, dando attuazione al recente accordo tra Governo, Regioni e parti sociali sulla Formazione per il 2010”.
“Ma ciò non toglie – aggiunge Santini – che serve uno sforzo straordinario per mettere in campo politiche di sostegno allo sviluppo e alla domanda non più rinviabili e sulle quali il Governo deve mostrare maggiore decisione, mobilitando rapidamente le risorse già stanziate sulle infrastrutture, sul Mezzogiorno, nell’innovazione e nella ricerca, per il sostegno ai settori come l’edilizia, l’energia, il manifatturiero, e con interventi di incentivazione che guardino anche alle piccole imprese”.
(DAL SITO WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)

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