Nei giorni in cui si tiene l’importantissimo Salone del Mobile a Milano, FILCA CISL e ITALIA-BIRMANIA.INSIEME chiedono ai Ministri Di Maio, Patuanelli e Cingolani un incontro urgente per affrontare la grave violazione delle norme europee sul traffico illegale di legname dalla Birmania/Myanmar, anche dopo gli ultimi divieti adottati dalla UE, a seguito del colpo di stato militare in Birmania/Myanmar.
Nel Rapporto, scaturito dall’indagine effettuata dall’Environmental Investigation Agency (EIA) sul traffico di legname dal Myanmar in Europa, attraverso l’Italia, in contravvenzione dell’EUTR e delle restrizioni imposte dalla UE dopo il colpo di Stato militare, emerge come una serie di importatori italiani abbia continuato ad importare teak e altro legname, disconoscendo se tale prodotto avesse un’origine legale o meno.
L’Italia, come sottolineato dal Rapporto “negli ultimi anni è stato il più grande importatore di legnami dal Myanmar. Nel solo 2020 l’Italia ha importato 24 milioni di € di legname dalla Birmania, circa il 65% del totale importato in Europa. Il rapporto segnala altresì, scarsi controlli e irrisorietà delle sanzioni comminate (circa l’1% del valore denunciato alla importazione), nei casi in cui queste lo siano state. Le norme europee prevedono che le sanzioni siano “efficaci, proporzionate e dissuasive”. Ma come sottolineato dall’EIA, la normativa italiana, sebbene preveda sanzioni penali, in relazione ai divieti previsti a livello europeo (EUTR), tra cui il divieto di immettere sul mercato legname illegale, prevede solo sanzioni amministrative, più deboli per le violazioni degli obblighi di due diligence.
Inoltre le importazioni, soprattutto di teak, non si sono fermate con il colpo di Stato e hanno continuato ad alimentare gli interessi delle imprese direttamente ed indirettamente legate ai militari in violazione delle restrizioni imposte nei confronti di queste imprese e di quelle che prevedono il divieto di importazione di legname dal Myanmar.
Come sindacato la Filca Cisl e l’Associazione Italia-Birmania Insieme si battono per la legalità dei prodotti forestali, attraverso una certificazione (rilasciata da organismi preposti), che attesti la loro tracciabilità ed una gestione responsabile e sostenibile delle foreste, nel pieno rispetto sia dei diritti dei lavoratori impegnati nella silvicoltura sia degli aspetti ambientali e climatici, facendosi promotori di tale gestione responsabile delle foreste del nostro pianeta. Inoltre si richiede fortemente di porre in atto tutte le misure necessarie, comprese quelle sanzionatorie massime, al fine di dissuadere importazioni illegali in genere, in special modo dal Myanmar, anche attraverso la triangolazione.