“Chi non sa deve conoscere, e chi sa non deve dimenticare”. Sono le parole del segretario generale della Filca-Cisl, Domenico Pesenti, che ha accompagnato i partecipanti al Corso lungo per nuovi dirigenti in visita a Marzabotto, nei luoghi delle stragi nazi-fasciste. Presenti anche il segretario nazionale Salvatore Scelfo, il direttore della scuola di formazione “Pino Virgilio“, Roberto Scotti, lo staff della scuola e Cristina Raghitta, segretario generale della Filca Emilia-Romagna.
“Siamo qui – ha detto Pesenti – per ricordare le vittime di quelle terribili stragi commesse nei giorni compresi tra il 29 settembre e il 1° ottobre del 1944, quando 1.830 persone, tra le quali molte famiglie e bambini, persero la vita per le proprie idee e la propria fede, o semplicemente per il fatto di essere italiani. A morire, trucidati dalla furia e dalla follia nazi-fascista, furono persone inermi ed indifese, donne, anziani e bambini. La nostra presenza qui – ha aggiunto – è doverosa ed è un modo per non dimenticare una ferita tanto profonda e dolorosa della nostra storia”.
I corsisti stanno partecipando al IV modulo del Corso lungo per nuovi dirigenti, un appuntamento annuale organizzato dalla scuola di formazione sindacale della Filca-Cisl nazionale.
L’eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto, dal maggiore dei comuni colpiti) fu un insieme di stragi compiute dalle truppe nazi-fasciste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio dei comuni di Marzabotto,Grizzana Morandi e Monzuno che comprendono le pendici di Monte Sole in provincia di Bologna, nel quadro di un’operazione di rastrellamento di vaste proporzioni diretta contro la formazione partigiana Stella Rossa.
La strage di Marzabotto, con circa 1830 morti (tra cui intere famiglie e molti bambini), è uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in Europa occidentale durante la seconda guerra mondiale.