“La decisione del Consiglio dei ministri di rinviare e di svuotare delle risorse i provvedimenti per lo sviluppo, predisposti dal ministro Passera, rappresenta un fatto di assoluta gravità e l’ennesimo passo falso del Governo”. Così il segretario generale Cisl, Raffaele Bonanni, sullo slittamento dell’esame del dl da parte del Cdm. “Con un lungo lavoro preparatorio – ha ricordato Bonanni – il ministro Passera aveva positivamente predisposto provvedimenti per dare impulso agli investimenti in settori cruciali per la nostra economia quali la ricerca, l’energia, l’edilizia e in generale per dare disponibilità economica al sistema delle imprese da finalizzare allo sviluppo. Questo ennesimo stop è un fatto davvero incredibile”.
“Con un atto di superficiale arroganza – ha commentato ancora Bonanni – il Governo ha ridimensionato questo progetto, di fatto annullandone le potenzialità. Ancora una volta sono emerse due linee diverse nel governo. La Cisl chiede con urgenza che questi provvedimenti, rafforzati dal confronto e dalla condivisione con le parti sociali, vengano rapidamente riproposti e finanziati dal Governo”.
In effetti, è stata una lunga riunione, quella tra Mario Monti, Corrado Passera e Vittorio Grilli, durata almeno un’ora, mentre gli altri ministri aspettavano che iniziasse il Consiglio. Poi la decisione: rinviare il decreto sviluppo, e neanche a domani, come sembrava in un primo momento, ma anche oltre. E intorno al provvedimento annunciato da Passera si consuma forse lo scontro più violento all’interno del governo dall’insediamento. Il primo stop al decreto è arrivato già ieri, dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli per bocca della Ragioneria Generale dello Stato: troppo costoso, non ci sono le coperture, e se si dovrà approvare, Passera dovrà rinunciare a parecchie misure: il raddoppio a un milione del tetto per le compensazioni tra debiti e crediti, il maxi-incentivo per le imprese che investono in ricerca. Il secondo stop sarebbe invece arrivato questa mattina, con la decisione che avrebbe preso il sottosegretario Antonio Catricalà – segretario del Cdm – di espungere anche dal ‘fuori saccò il decreto. Fino alla riunione a tre, dai toni particolarmente accesi tra Grilli e Passera, che ha ritardato di oltre un’ora l’inizio del Consiglio dei Ministri: e nella riunione del decreto non vi è stata traccia.
E’ un fatto: l’aggravarsi della situazione economica e sociale impone l’esigenza di una svolta nella politica economica concentrando l’attenzione sui temi della crescita, dell’occupazione e del welfare accanto alle politiche di controllo del debito e per un fisco più equo. Per questi motivi Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per sabato 16 giugno, una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma, in piazza del Popolo. “Il valore del lavoro. Per il lavoro, la crescita, il welfare e per cambiare il fisco” è lo slogan scelto dalle tre Confederazioni sindacali. Il concentramento dei manifestanti – delegati Rsu, lavoratori, donne, immigrati, giovani e pensionati provenienti da tutt’Italia – è previsto alle ore 9.30 a piazza della Repubblica (Esedra), da dove il corteo partirà alle ore 10.30, per confluire alle ore 11.30 in piazza del Popolo, dove si terranno i comizi conclusivi dei tre segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.