Crollo Genova, fondate le accuse del sindacato

Crollo Genova, fondate le accuse del sindacato

AVEVANO ragione i sindacati lamentando l’esistenza di lavoro nero, nei giorni successivi al crollo presso il porto Antico di Genova, dove si sono schiantate al suolo tre solette, che hanno seppellito quattro lavoratori. Con la morte di uno di loro, l’albanese Albert Kolgjagje, di 30 anni, in quella gravissima vicenda. La magistratura del capoluogo ligure, a circa 15 giorni dal dramma, e dopo avere inviato 12 avvisi di garanzia per omicidio colposo ad altrettanti tecnici, progettisti, imprenditori ed addetti alla sicurezza del cantiere, ha adesso iscritto nel registro degli indagati cinque persone per la violazione delle norme previdenziali: un’iniziativa da parte degli inquirenti senz’altro significativa anche se il reato è estinguibile con sanzioni amministrative. Ad evidenziare possibili irregolarità e a riferire al magistrato sono stati gli ispettori inviati nel cantiere della morte, ma che, in questo periodo, stanno eseguendo controlli a tappeto un po’ su tutti i cantieri aperti per Genova 2.004, quando la città sarà capitale della Cultura, dagli stessi magistrati, ma anche da Regione ed istituzioni varie. In alcuni casi, secondo indiscrezioni, si sarebbero trovate situazioni pesanti, con subappalti selvaggi, lavoro nero e forme di caporalato. E se si sono ottenuti questi risultati, buona parte del merito va alla Cisl, il cui segretario regionale ligure Salvatore Sorace, aveva, già un attimo dopo il crollo, elevato una forte voce di protesta su subappalti irregolari e lavoro nero presente in molti cantieri di Genova e Liguria. “Adesso tutte le forze si concentrano dove emerge questo dato- commenta Sorace- ma da quanto tempo noi diciamo che a Genova, nel settore edile, ci sono tremila lavoratori in nero. Sono opportuni questi controlli, ma ad effettuarli c’è poco personale. Ecco perché sosteniamo che la prevenzione va fatta a valle e non a monte, dov’è difficile. Ecco perché sosteniamo l’urgenza del documento unico sulla contribuzione. Gli organi preposti hanno buona volontà, ma spiegano che occorrerebbe una normativa nazionale. Ed allora, proprio per questo, il 27 prossimo incontreremo il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Saccone, per chiedere l’intervento del Governo, che imponga il documento su tutto il territorio nazionale”.

Dino Frambati

Altre notizie