Roma
Dall’inizio dell’anno sono oltre 2mila i lavoratori edili per il quali è stato richiesto il trattamento di cassa integrazione, con un aumento di ore del 13,6%. rispetto allo scorso anno. I sindacati sollecitano le controparti datoriali a sottoscrivere un “avviso comune” per far fronte alla crisi e chiedono l’attivazione di un tavolo alla presidenza del Consiglio dei Ministri.
È una crisi occupazionale che non fa notizia, quella che sta colpendo inesorabilmente l’edilizia italiana. Traino dell’economia nazionale (rappresenta ben il 10% del Pil), il settore sta attraversando una fase difficilissima, dopo una lunga serie di anni con il segno più. Nei primi due mesi dell’anno, infatti, le ore di Cassa integrazione straordinaria richieste in edilizia hanno fatto registrare una preoccupante impennata. Le maggiori difficoltà si avvertono nelle aziende di medio-piccola grandezza. Sono numeri che presi singolarmente non creano allarmismi (nulla a che vedere con la Fiat di Pomigliano D’Arco), ma che messi insieme forniscono un quadro della situazione a dir poco preoccupante. In particolare solo nelle ultime settimane sono oltre 2.000, in tutta Italia, i lavoratori edili per i quali è stata richiesta la Cigs: si tratta della punta dell’iceberg, perché effetto di pochi episodi come la fine dei lavori dell’Alta Velocità sulla Torino-Milano, lo scioglimento del Consorzio Scilla, impegnato nei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria, e le difficoltà di realtà finora conosciute come solide quali Sgf, Impresa, Cooperativa Archeologia, Cooperativa Edil Atellana, Seas, Pisa Costruzioni e Co.ge.l., solo per citare i casi più eclatanti. Per affrontare gli effetti della crisi la Filca-Cisl nazionale, insieme a Feneal-Uil e Fillea-Cgil, ha proposto a tutte le controparti datoriali la sottoscrizione di un documento per definire un “Avviso Comune” e, successivamente, l’attivazione di un tavolo di confronto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le stime parlano di circa 250.000 occupati in meno nel corso del 2009. “Si tratta di un documento condiviso – spiega Domenico Pesenti, segretario generale della Filca – basato sul rilancio degli investimenti a partire dal completamento delle opere pubbliche, sul potenziamento degli ammortizzatori sociali, sull’attivazione di tutte le risorse spendibili a livello territoriale, sulla definizione di un vero piano strutturale per affrontare il disagio abitativo che colpisce oltre 3 milioni di famiglie con il rilancio del Piano casa nazionale ed un disegno organico sul tema del risparmio energetico”. I numeri forniti dalla Filca in merito al ricorso alla Cassa integrazione, che si basano sui dati Inps, mostrano un settore in fortissima crisi: nel gennaio del 2009 le ore autorizzate per trattamenti di integrazione salariale in edilizia sono state oltre 2 milioni 700mila, in aumento del 13,6% rispetto al gennaio del 2008. Lombardia, Campania ed Emilia Romagna le regioni in maggiore difficoltà. Situazioni difficili anche in Friuli Venezia Giulia e nelle Marche. Ma da tutti i territori si moltiplicano i campanelli di allarme per la stasi delle opere avviate, per la mancata apertura di cantieri, e per le frequenti inosservanze delle più elementari regole relative a contrattazione e sicurezza, fenomeno che si registra soprattutto nei periodi di crisi.
Vanni Petrelli