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CRISI, A PICCO REDDITO DELLE FAMIGLIE E UTILI DELLE IMPRESE

CRISI, A PICCO REDDITO DELLE FAMIGLIE E UTILI DELLE IMPRESE

La crisi economica incide fortemente sul reddito reale delle famiglie, con il potere d’acquisto in calo dell’1,6% in soli dodici mesi. Nel periodo tra ottobre 2008 e settembre 2009 – comunica l’Istat – il potere d’acquisto delle famiglie (ovvero il reddito disponibile in termine reali) è diminuito dell’1,6% rispetto al periodo tra ottobre 2007 e settembre 2008.
La crisi – aggiunge l’Istat – ha spinto le famiglie italiane a contrarre consumi e investimenti più di quanto consentiva loro il reddito disponibile. Nel periodo clou della crisi economica è invece aumentata la propensione al risparmio. Quella diffusa oggi è una statistica nuova, che viene diffusa infatti solo per la seconda volta. Il periodo considerato è quello in cui maggiormente si è sentita la crisi economica in Italia e infatti si sottolinea un calo in dodici mesi del reddito nominale (-1%) e del reddito reale (-1,6%). Ma, nei bilanci delle famiglie, i consumi e gli investimenti risultano, su base tendenziale, diminuiti di più rispetto al reddito: -1,5% i consumi e -0,8% il tasso di investimento. Su base congiunturale la spesa si è ridotta dello 0,6% e gli investimenti del 2,9%. La paura del futuro ha invece portato le famiglie ad aumentare i risparmi dello 0,2% su base congiunturale e dello 0,4% su base tendenziale.
Ma la crisi economica ha inciso molto anche sulle imprese, che hanno visto ridursi i loro profitti. Nel periodo tra ottobre 2008 e settembre 2009, secondo i dati Istat, la quota di profitto delle società non finanziarie (dato dal rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto lordo ai prezzi base) si è attestata al 40,9%, calando di 2 punti percentuali rispetto al periodo tra ottobre 2007 e settembre 2008.
Il tasso d’investimento delle imprese (il rapporto tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto lordo ai prezzi base), sottolinea l’Istat, tra ottobre 2008 e settembre 2009 è stato pari al 22,3%, oltre 3 punti percentuali in meno rispetto al periodo tra ottobre 2007 e settembre 2008. Rispetto al periodo tra luglio 2008 e giugno 2009, aggiunge l’istituto di statistica, il tasso d’investimento delle società non finanziarie si è ridotto di 0,9 punti percentuali, “risentendo di una caduta del 4,9% degli investimenti fissi lordi in valori correnti ben più marcata della contrazione del valore aggiunto”.
(DAL SITO WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)

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