CRIMINALITA’ NEGLI APPALTI PUBBLICI, GIRO DI VITE DEI SINDACATI

CRIMINALITA’ NEGLI APPALTI PUBBLICI, GIRO DI VITE DEI SINDACATI

protocolli legalitàSi fa ancora più intenso ed efficace l’impegno dei sindacati di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil sul fronte del contrasto alla criminalità negli appalti. Le tre categorie, infatti, hanno elaborato un documento di linee guida antimafia e protocolli di legalità “di seconda generazione”, che fanno seguito ai protocolli di legalità siglati in varie parti d’Italia e che hanno rappresentato l’inizio di una nuova stagione per la prevenzione della presenza mafiosa nei cantieri edili pubblici. La documentazione è stata presentata ai dirigenti di tutta Italia nel corso di due incontri, organizzati a Torino e a Roma per le regioni del nord e del centro. Il 7 novembre, infine, è in programma un incontro a Palermo con i dirigenti sindacali Filca, Feneal e Fillea del meridione.
“Il ‘Protocollo Cannitello’ sottoscritto nel 2010 a Roma dai segretari generali delle tre sigle con l’allora ministro all’Interno Roberto Maroni, ha rappresentato l’inizio di una nuova stagione per la prevenzione della presenza mafiosa nei cantieri edili pubblici e, in modo particolare, in quelli della ‘legge obiettivo’”, ha dichiarato Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca-Cisl e responsabile del Dipartimento Legalità della categoria. “Se fino a quel momento l’azione dello Stato era stata sostanzialmente repressiva, da quel momento i sindacati delle costruzioni hanno potuto attivamente contribuire, assieme alle strutture del Ministero dell’Interno e prima tra tutte con il Ccasgo (Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere, ndr) a produrre una serie di azioni che si proponevano di sviluppare un’azione costante e incisiva per prevenire la presenza mafiosa nei cantieri edili e, pertanto, per riconquistare la sovranità territoriale in tutto il Paese”. Tre sono i principali punti critici individuati: il denaro pubblico, il processo produttivo e la manodopera. “Su questi tre fronti si registrano importanti provvedimenti, come la tracciabilità del denaro pubblico, l’istituzione di un archivio con i dati riguardanti tutti i soggetti che accedono in un cantiere pubblico, la costituzione di ‘Gruppi interforze’, l’individuazione di tutti i sub-contratti non sottoposti a certificazione antimafia”.
I progressi compiuti sono notevoli, ma i sindacati hanno avanzato alcune proposte per aumentare ulteriormente l’efficacia di questi strumenti, soprattutto per contrastare il controllo, da parte della criminalità, della manodopera impiegata nei cantieri: tra le richieste ci sono la costituzione di un tavolo di monitoraggio al momento della sottoscrizione del Protocollo; l’istituzione di un coordinamento nazionale dei tavoli di monitoraggio; l’allargamento dei Protocolli di Legalità a tutte le opere pubbliche; il rafforzamento degli interventi sui flussi di manodopera. “L’obiettivo – ha concluso il segretario nazionale della Filca – è quello di monitorare le condizioni di lavoro dei lavoratori dipendenti e di quanti sono in possesso di una partita Iva ma non hanno dipendenti, attraverso un costante flusso informativo da parte del tavolo nazionale di monitoraggio. I dati che emergeranno, confrontati con quelli presenti presso gli Enti Bilaterali, possono fornirci una lettura fedele delle condizioni di lavoro nei cantieri e permettere ai vari soggetti del tavolo di assumere adeguate iniziative d’intervento, per far sì che il lavoro pubblico sia sinonimo di ottime condizioni di lavoro e di vita per tutti i lavoratori”.

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