“CRIMINALITA’ IN VENETO? NESSUNO MI HA DETTO NULLA!”

“CRIMINALITA’ IN VENETO? NESSUNO MI HA DETTO NULLA!”

“Criminalità in Veneto? Nessuno mi ha detto nulla”. E’ provocatorio il titolo del dibattito sulla criminalità e le infiltrazioni mafiose in Veneto organizzato dalla Filca Cisl regionale e fissato per venerdì 20 luglio alle 14.30 presso l’Hotel Crowne Plaza Venice East (Viale della Resistenza 18/20) di Quarto d’Altino (Venezia). Si confronteranno Salvatore Federico, Segretario Generale Filca Cisl Veneto, Giorgio Talon, sindaco di Eraclea, Luigi Lazzaro, Presidente Legambiente Veneto, Monica Zornetta, giornalista, Battista Villa, Segretario Generale Filca Cisl Lombardia e presidente del progetto San Francesco, il centro studi sociali contro le mafie. Concluderà i lavori Salvatore Scelfo, Segretario Filca Cisl Nazionale.
 
Ciclo dei rifiuti, discariche abusive, cemento tossico, appalti pubblici sospetti, riciclaggio di denaro sporco. Nel ventesimo anniversario della strage di via D’Amelio, il 19 luglio 1992, che costò la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti della sua scorta, la Filcaregionale promuove una giornata di studio sulle infiltrazioni mafiose in Veneto. La relazione del ministero dell’Interno al Parlamento sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre 2011 integrata con i risultati delle principali operazioni antimafia condotte in Veneto nel primo trimestre 2012 conferma gli allarmi sulla penetrazione della criminalità organizzata denunciati nei rapporti dell’ultimo biennio. In particolare, si legge nella relazione, “le indagini condotte hanno evidenziato come la criminalità organizzata si avvalga di una significativa base patrimoniale costituita con l’acquisizione di beni immobiliari e terreni e con il controllo di imprese, società e investimenti finanziari […]. Le aziende colluse possono usufruire di capitali illeciti accumulati dalle organizzazioni mafiose”. La Direzione Investigativa antimafia conferma inoltre il “crescente interessamento delle organizzazioni criminali per il settore delle energie alternative: dal fotovoltaico agli impianti eolici”. La relazione analizza i dati relativi ai reati di corruzione e concussione considerandoli indicatori della presenza della criminalità organizzata. In Veneto le persone denunciate per corruzione passano da 3 (dato II semestre 2010) a 69 (I semestre 2011); nello stesso periodo le persone denunciate per concussione passano da4 a 23. Per corruzione risultano denunciate più persone soltanto in Campania, Sicilia e Lombardia, mentre per concussione risultano denunciate più persone solo in Campania, Sicilia, Puglia e Lazio.
 
Eppure – afferma Salvatore Federico, segretario generale della Filca Cisl del Veneto -, in questa regione c’è chi continua ancora a far finta che il problema non esista, negando un futuro di libertà alle imprese e ai propri figli. Da anni la Filca denuncia le infiltrazioni e il contagio del territorio, a più livelli, e le inchieste degli ultimi mesi non fanno che darci ragione. Quando ci sono istituti bancari compiacenti, imprenditori che prestano il fianco e amministratori corrotti, significa che il territorio è impregnato: non si tratta più di criminali che vengono qui a delinquere, ma di una parte sana che si è fatta infettare dalle mafie”. Quello lanciato dal sindacato è un grido d’allarme. Il settore dell’edilizia e delle costruzioni, di cui la Filca Cisl rappresenta i lavoratori, è uno dei più a rischio. Nelle gare pubbliche, l’alterazione delle condizioni concorrenziali può contribuire ad annientare le imprese oneste, costringendole ad uscire dal mercato. Di ribassi sospetti negli appalti pubblici, anche oltre il 50%, se ne vedono troppi. E la fragilità della filiera delle costruzioni, con una sempre maggiore parcellizzazione di appalti e subappalti, facilita enormemente le infiltrazioni della criminalità organizzata. “Non bastano i protocolli – dice Federico – serve un patto per la legalità sul territorio, perché il territorio deve imparare a difendere se stesso: l’illegalità va combattuta con la pratica della legalità a tutti i livelli e ognuno deve fare la sua parte, il sindacato denunciando le situazioni sospette e lavorando sulla responsabilità sociale di impresa e per l’introduzione di un codice etico, le associazioni di categoria e il mondo associativo cacciando fuori le imprese che danno sponda alle organizzazioni criminali, come, con coraggio, ha fatto Ivan Lo Bello, ex presidente di Confindustria Sicilia, che ha espulso diversi iscritti”.
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