Roma
Intervista ad un Rlst di Milano, Mario Dolcini, sull’importanza di questa figura che tutela la salute nei luoghi di lavoro e interviene nelle situazioni di rischio
L’Agenzia di Bilbao, l’ente europeo per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, organizza ogni anno, una campagna di informazione a livello europeo su argomenti specifici che riguardano appunto la salute e sicurezza sul lavoro. Per il 2004 è stato deciso di organizzare la campagna sul settore delle costruzioni e a tutte le attività legate ad esso. E’ la più grande campagna pubblicitaria svolta in tutta Europa con la partecipazione di più di 30 Paesi. Il lancio ufficiale della campagna a livello europeo è avvenuto il 25 maggio scorso a Dublino nel semestre della Presidenza Irlandese. La settimana europea si è svolta dal 18 al 22 ottobre scorso ed in tutti i Paesi coinvolti si sono tenute conferenze a livello nazionale su questo argomento. L’evento conclusivo si svolgerà il 22 novembre a Bilbao, in Spagna, con una conferenza internazionale e la cerimonia di premiazione per le migliori pratiche. Infatti, l’Agenzia di Bilbao ha organizzato una gara per le migliori pratiche, dove ciascun Paese partecipante può concorrere con una sola “nomination” dopo varie selezioni nazionali. Gli obiettivi della campagna erano volti ad aumentare il livello di consapevolezza, alla prevenzione dei rischi e degli infortuni in un settore, come quello edile, che annovera tra i più alti livelli di infortuni e incidenti mortali. Lo scopo, quindi, è stato quello di promuovere delle attività per fare dell’Europa un luogo salutare e sicuro dove lavorare. A Rom si è svolto, presso l’Auditorium Inail, un convegno dal titolo “Sicurezza nei cantieri e regolarità contributiva”. Un programma molto ricco che ha avuto moltissime presenze di enti ed istituzioni coinvolti nell’argomento, dal ministero del Lavoro agli enti paritetici, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori a quelle dei datori di lavoro, dall’Ispesl (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del lavoro) all’Iims (Istituto Italiano Medicina Sociale), docenti universitari della Sapienza , facoltà di Architettura alla stessa Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro, presenti anche molte Regioni. Si è discusso di bilateralità, l’importanza che hanno gli enti paritetici, Cpt (Comitato Paritetico Territoriale), le strategie del sindacato delle costruzioni per la sicurezza e regolarità nei cantieri, l’azione e le proposte delle parti datoriali, il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), come strumento per combattere il lavoro nero, esempi di buone pratiche come la sperimentazione del Durc nella provincia di Perugia, la prevenzione nelle grandi opere infrastrutturali: il caso dell’Alta Velocità nella tratta Bologna-Firenze, la sicurezza nei cantieri per le Olimpiadi invernali di Torino, e l’esperienza del Rlst nei cantieri edili della piccola e media impresa della provincia di Milano, quest’ultima raccontata da Mario Dolcini, della Filca-Cisl di Milano. Nell’edilizia, a causa dell’estrema frammentazione del settore in tutto il territorio, della breve vita del cantiere e della breve vita del lavoratore nello stesso cantiere, si privilegia la scelta del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst) e la Filca-Cisl in particolare individua in questa figura un ruolo fondamentale per la sicurezza dei lavoratori edili. Proprio a Dolcini abbiamo voluto rivolgere alcune domande su questa figura. Chi è il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale? Il rappresentante alla sicurezza è una figura, individuata nell’art 18 del D.Lgs. 626/94, recepita nel Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (Ccnl) del 2000, per la tutela nei luoghi di lavoro ed ha diritto ad accedervi, ad essere consultato ed informato sulla valutazione dei rischi, sulle azioni preventive e loro verifica, sull’organizzazione della formazione specifica ecc.. Questa figura, a Milano, ha trovato definizione ed è stata individuata e regolamentata tramite un accordo dell’agosto del ‘97 tra le organizzazioni sindacali e quelle datoriali. Nella mia realtà sono uno dei sei Rlst di Milano Lodi e rispettive province e lavoriamo a tempo pieno per la struttura denominata Asle-Rlst, Associazione per la sicurezza dei lavoratori in edilizia. Siamo stati proposti dalle organizzazioni sindacali nelle assemblee dei lavoratori che ne hanno ratificato la nostra designazione. La nostra durata in carica è di tre anni ovviamente rinnovabile. Abbiamo frequentato un apposito corso di formazione della durata di 200 ore integrato da altri corsi sull’informatica, coordinamento alla sicurezza, corso amianto con patentino regionale, pronto soccorso-incendio ed altri. Cosa è l’Asle, di cui parlavi poco fa? E’ un’associazione no-profit creata ad hoc mirando all’autonomia e indipendenza operativa mutualizzando i versamenti del sistema Edilizia nei confronti della Cassa Edile che fa da tramite per il trasferimento dei contributi nel Fondo Sicurezza. Contributi che permettono di provvedere al sostentamento del personale e degli uffici; al rimborso delle ore usufruite dagli Rls regolarmente eletti, per lo svolgimento delle loro mansioni quali visite ai luoghi di lavoro, riunioni periodiche, ecc..; ad investire su ricerche mirate, l’ultima, ad esempio, su Sorveglianza Sanitaria ed implicazioni degli idrocarburi policiclici aromatici negli asfaltisti, sarà presentata a Milano giovedì. In che modo operate voi rappresentanti alla sicurezza territoriali? Come Rlst agiamo nei cantieri, sollecitati da diversi segnali: segnalazioni da parte dei lavoratori; segnalazioni da parte delle organizzazioni sindacali; richieste da parte delle imprese; segnalazioni da parte delle Asl; ricerca delle gru e cantierizzazioni; segnalazione da parte dei tecnici del Comitato Paritetico Territoriale (Cpt). Uno dei metodi più usati è la ricerca delle gru poiché permette ai Rlst un monitoraggio del territorio con interventi mirati sin dalla nascita del cantiere. C’e da dire che stanno diventando sempre più frequenti le richieste da parte delle imprese per i nostri interventi nelle verifiche dei piani operativi di sicurezza che ci vengono messi a disposizione. Un altro fenomeno in crescita è la partecipazione dei Rlst alle Commissioni di sicurezza istituite nei cantieri pubblici superiori al milione e cinquecentomila euro, ottenuta attraverso recenti accordi tra le parti sociali con i Comuni e la Prefettura della provincia di Milano. Questo ci permette, oltre alle nostre funzioni istituzionali, anche di coordinare e supportare i vari Rls su cose di cui hanno veramente bisogno. Aggiungerei anche di non considerare solo la nostra esperienza nella piccola e media impresa, ma anche nei “grandi cantieri”. E’ vero che siamo nati per imprese al di sotto dei dieci dipendenti, ma ci sono due considerazioni da fare: la prima è che in alcune aziende al di sopra dei dieci lavoratori non viene eletto, da parte dei lavoratori, il rappresentante alla sicurezza; la seconda è che comunque la tipologia di costituzione dei grandi cantieri ( il Polo fieristico di Pero, la Scala, ecc..) è quella della frammentazione delle opere, costituendo una miriade di piccoli cantieri nella stessa area con relazioni di appalto, subappalto e subappalto del subappalto e di lavoratori autonomi, che molte volte di autonomo non hanno nulla. Si riscontrano grosse difficoltà di coordinamento tra le imprese, senza dimenticare poi che nei cantieri entrano in ballo non solo lavoratori edili, ma, in grande percentuale, anche impiantisti, meccanici ecc.. che non hanno la minima tutela. Come intervenite nei cantieri? Quali sono le priorità? C’è da distinguere se si tratta di una situazione normale o di una più immediatamente a rischio. Nel primo caso partiamo dalla verifica della documentazione dell’impresa, rispetto agli adempimenti del D.Lgs 626 (valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria, rumore, rischio chimico, addetti alle emergenze) per arrivare ai Piani operativi di sicurezza, loro contenuto, e loro effettiva applicazione sul cantiere, con visita al cantiere stesso prestando particolare attenzione anche alle situazioni logistiche (mense, bagni, baracche). Nel secondo caso, cerchiamo di intervenire nella verifica della parte tecnica fino
a dove le nostre conoscenze ce lo permettono, cercando un confronto con le imprese, le committenti per la segnalazione dei problemi. In questi casi, molte volte, chiediamo l’assistenza dei tecnici del Comitato Paritetico Territoriale. Solo successivamente passiamo alla verifica della documentazione di cantiere. In ambo i casi, tutto il lavoro svolto viene verbalizzato dal rappresentante alla sicurezza e poi riassunto annualmente in un consuntivo che si sta provvedendo ad informatizzare sia nelle verifiche di cantiere che nella parte riassuntiva per la raccolta dei dati, progetto che diverrà operativo all’inizio del prossimo anno. Avete altre attività, oltre a quelle di visita nei cantieri? Sicuramente ci sono altre attività altrettanto importanti che sono al di fuori dei cantieri. Partecipazioni ad assemblee organizzate dalle parti sociali; partecipazioni a momenti di formazione rivolte ai lavoratori, ai rappresentanti alla sicurezza, ai responsabili del servizio di prevenzione e protezione, ai coordinatori in fase di progettazione e di esecuzione, organizzati dal Comitato paritetico territoriale, partecipazioni a riunioni e convegni vari che fanno comunque crescere il nostro livello di formazione e informazione e ci rendono maggiormente visibili. Prestiamo molta attenzione anche al continuo aggiornamento del nostro sito internet per dare nuovo vigore al collegamento tra Rlst e tutte le figure della sicurezza con informazioni che possono essere tranquillamente consultate. Il lavoro più grosso, fatto salvo quello sul cantiere nel sistemare le situazioni a rischio, è di incidere sulla struttura e organizzazione dell’impresa. Occorrono anni per ottenere dei risultati, quello che manca veramente è la formazione e informazione dei datori di lavoro. Badile e carriola senza preparazione sono la norma per la costituzione dell’impresa, non si bada all’organizzazione del lavoro, alla formazione ed informazione dei lavoratori, alle scelte dei materiali, delle macchine, della dislocazione dei cantieri, sia di piccoli lavori che di opere più grandi: si deve capire che un cantiere progettato bene, sarà probabilmente un buon cantiere. Tutto questo la figura del rappresentante alla sicurezza non può realizzarlo, per eventuali ricadute nei rapporti con la propria impresa, per mancanza di tempo o per altri motivi, mentre noi, come Rlst abbiamo gli strumenti per farlo. Il nostro sicuramente è un lavoro duro ma paga al momento in cui a fine giornata si pensa o si crede forse, di aver salvato o tutelato una vita umana.
Claudio Sottile
Pesenti: “Patente a punti per l’impresa” per garantire qualità e regolarità
Una sorta di anagrafe dell’azienda, una qualificazione all’accesso alla professione imprenditoriale nel settore delle costruzioni, che è popolato da più di mezzo milione di artigiani individuali, che si trasformano spesso in imprenditori senza alcun processo di qualificazione organizzativa, professionale e tecnologica. Si ha il paradosso di richieste lunghi anni di apprendistato per fare il muratore e nessuna forma di selezione per fare l’imprenditore. Ad affermarlo è Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl. Invece – continua Pesenti – in molti Paesi esteri, l’imprenditore edile deve mostrare di aver frequentato corsi di formazione ed essere in grado di gestire un’impresa. Per superare la piaga dilatante degli infortuni e della regolarità in edilizia – aggiunge il sindacalista cislino degli edili – è indispensabile operare anche sul versante della qualificazione delle imprese. Riteniamo quindi che per poter aprire un’impresa edile sia necessario che la Camera di Commercio istituisca una vera e propria patente da rilasciare all’imprenditore che abbia raggiunto i seguenti requisiti: un periodo di formazione obbligatorio che l’imprenditore debba aver frequentato sulle tematiche della sicurezza, certificato dall’Ente Paritetico;una indicazione delle figure responsabili per la sicurezza e la regolarità; una conoscenza delle responsabilità sociali e civili nei confronti dei lavoratori e del committente. Attraverso un meccanismo “a punti”, si può arrivare al ritiro della “licenza” di condurre un’attività edile per quell’imprenditore che commette irregolarità, in particolare sui temi di legalità e sicurezza dei lavoratori. La “patente” quindi – conclude Pesenti – avrà anche un valore di “certificato d’identificazione” i cui riferimenti andranno indicati in ogni opera eseguita dall’impresa, anche in regime di subappalto, e costituiranno una traccia per individuare chi ha direttamente svolto il lavoro, anche a garanzia di una migliore qualità dell’opera. Si tratta quindi, di dare corpo ad una serie di strumenti che incentivino i processi di qualità all’interno delle imprese.
Claudio Sottile
Un progetto di collaborazione tra Filca e Inas
Prevenire gli infortuni e risarcire gli infoertunati.
“Prevenire gli infortuni e risarcire gli infortunati”. Questo è lo slogan adottato da Filca e Inas per promuovere le iniziative ideate in occasione della settimana europea per la sicurezza e la salute svoltasi dal 18 al 22ottobre. Lo scopo di questo progetto, che partirà a breve, è quello di far comprendere che chi subisce un infortunio deve farsi risarcire adeguatamente e che se l’ambiente in cui lavora non è sa no e sicuro, deve diventarlo! Gli obiettivi della Filca sono: aumentare la propria rappresentanza con un incremento degli iscritti; dare maggiori tutele ai propri iscritti e sui luoghi di lavoro; migliorare la qualità dei servizi proposti; qualificare maggiormente e dare più completezza alla propria azione sindacale. Gli obiettivi dell’Inas sono: raggiungere una maggiore diffusione sul territorio e nelle aziende; aumentare il numero dei propri assistiti; raggiungere maggiori punteggi e quindi incrementare la propria attività. Il metodo è sviluppare una campagna di informazione continua e periodica fino a giugno del 2005 che deve raggiungere: lavoratori di interesse Filca ( edili, legno, materiali da costruzione ecc..); delegati, Rsu, Rls, Rlst e attivisti; operatori a tempo pieno. Gli strumenti da utilizzare sono: materiale informativo; manualetto tutela infortunio; locandine; calendari; gadgets. Il patronato e la categoria della Cisl hanno realizzato una locandina su questi temi da affiggere nei cantieri ed è prevista anche la realizzazione di un libretto sulla prevenzione e su cosa fare in caso di infortunio. Un impegno congiunto tra Inas e Filca che riconferma la necessità di attivare sinergie interne alla Cisl per ottenere una più efficace assistenza e tutela dei lavoratori
Claudio Sottile