Genova
Nei giorni forse più “europei” dell’anno, dopo le elezioni e all’inizio di più frivoli campionati di calcio, a Genova capitale della cultura, si è provato a fare cultura della regolarità e della sicurezza sul lavoro edile in Europa, attraverso un convegno tra i vari stati del continente, che ha visto riuniti all’ombra della Lanterna sindacalisti tedeschi, francesi, italiani, belgi ed altri. Ne è nato un dibattito partito dalla necessità di uniformare le norme tra i vari paesi, per garantire primariamente maggiore sicurezza nei cantieri e legalità. Ma anche conformità di normative per evitare confusione: com’è possibile, ad esempio, che ponteggi acquistati in Germania e certificati dalla Ue, in Italia non siano considerati regolari e chi li usa sia addirittura sanzionato? Altra accusa all’attuale situazione nel vecchio continente, è quella contro gli scarsi controlli ai cantieri che pare abbondino di nero anche negli altri stati. “In Italia – segnala Pino Virgilio – segretario generale aggiunto Filca Cisl – i controlli sono scarsi in quanto ci sono stati troppi tagli alla spesa per finanziare le strutture preposte a questo tipo di sorveglianza. Anche se l’azione pressante dei sindacati è servita a qualcosa, perché c’è un calo di incidenti del 5-6 per cento; non molto significativo numericamente, ma indicativo comunque di qualcosa che sta cambiando”. Salvatore Sorace , leader degli edili Cisl in Liguria, ricorda come in Italia debba quanto prima far funzionare in maniera totale il Durc. “Iniziativa primaria per la regolarità dei lavori sia nel pubblico che nel privato”, dice. A sottolineare invece il problema dell’eccessivo frazionamento dell’imprenditoria del comparto è Virgilio, che sottolinea come sia ancora troppo diverso il costo del lavoro tra quello dipendente e quello autonomo. “In questo senso – propone il sindacalista Filca – sarebbe necessario stabilire dei filtri al fatto di diventare imprenditore con eccessiva facilità. Ora basta un certificato per diventarlo; troppo semplice e dannoso a sicurezza sul lavoro e capacità imprenditoriale. Occorre formare alla cultura della sicurezza”. E per far capire come il problema sia reale basta citare come solo in Italia su 600 mila imprese edili 450 mila sono individuali”.
Dino Frambati