Come cambia la contrattazione alla luce della riforma del 22 gennaio? E come può contribuire la stessa contrattazione alla crescita del Mezzogiorno? Queste le domande che hanno caratterizzato i lavori del workshop organizzato dalla scuola nazionale della Filca-Cisl, che ha riunito a Matera dirigenti e delegati provenienti dalle regioni del Sud per una full immersion formativa sulla contrattazione nel settore delle costruzioni.
Due giornate di formazione nel corso delle quali il tema della contrattazione è stato affrontato sotto diversi punti di vista: relazioni industriali e azione sindacale; rappresentanza e partecipazione; salario e regolarità. Il workshop si è concluso con un’interessante tavola rotonda sul rapporto tra la contrattazione e le politiche di sviluppo per il Mezzogiorno che ha visto la partecipazione di esponenti del sindacato, dell’impresa e della ricerca. Ne è scaturito un vivace dibattito tra l’economista Leonardo Cuoco, il segretario della Cisl Basilicata, Nino Falotico, il rappresentante dell’Ance, Fabrizio Nardoni, ed il segretario nazionale della Filca Cisl Franco Turri, dibattito che, partendo dalla puntuale analisi del contesto economico meridionale, ha provato a calare gli strumenti della contrattazione dentro le dinamiche proprie del Mezzogiorno.
La tesi scaturita dal confronto è che la riforma del modello contrattuale, accentuando il ruolo della contrattazione nelle aziende e nei territori, può diventare una significativa leva di sviluppo, e contribuire così a ridurre il divario storico tra Nord e Sud. Tesi sposata a pieno dal segretario generale della Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre, che si dice convinto della necessità di rafforzare il dialogo tra sindacato, impresa ed istituzioni. “Come sosteneva negli anni ’50 il padre fondatore della Cisl, Giulio Pastore, nella contrattazione bisogna essere in tre: lo Stato, il sindacato dei lavoratori, il sindacato degli imprenditori. Se manca una di queste forze non si fa niente. Con questa iniziativa – continua La Torre – ci siamo posti due obiettivi: aumentare nei nostri delegati e dirigenti la consapevolezza del loro fondamentale ruolo dentro la nuova architettura della contrattazione; e consolidare la cultura del dialogo e del confronto tra le parti, perché il sindacato non può fare la contrattazione se mancano le controparti”.
“Ci aspetta una sfida difficile e complessa, ci dovremo misurare con una realtà, quella meridionale, dove è più difficile fare la contrattazione di secondo livello per via della dimensione media delle imprese e della fragilità del tessuto produttivo, messo a dura prova dalla crisi economica. Servirà la collaborazione di tutti gli attori coinvolti – conclude il segretario lucano della Filca Cisl – nella consapevolezza che le grandi sfide si vincono solo con l’unità”.