Si sono svolte nei giorni scorsi a Roma e ad Arezzo le Consulte nazionali della Filca-Cisl per i settori cemento, calce e gesso e laterizi-materiali da costruzione. Nel corso degli incontri si è parlato in particolare dell’andamento dei settori e della contrattazione di II livello. Dalle due Consulte, alle quali hanno partecipato i circa settanta componenti delle Consulte, provenienti da tutta Italia, sono emerse molte ombre ma anche qualche luce su due settori così importanti per l’economia italiana, come ha evidenziato il segretario nazionale della Filca, Riccardo Gentile: “Le maggiori note positive – ha detto Gentile – arrivano dal settore del cemento, dove registriamo i primi, timidi segnali di ripresa. In particolare si stima che la produzione di cemento, dopo i ripetuti e pesanti cali degli anni scorsi, nel 2011 finalmente aumenterà rispetto all’anno precedente, arrivando a sfiorare quota 35 milioni di tonnellate. Certo, se si pensa che solo nel 2006 la produzione era superiore ai 47 milioni di tonnellate si ha la percezione degli effetti devastanti della crisi”.
Nel settore, che conta circa 10mila addetti distribuiti in poche, grandi realtà, sono stati ben 14 gli impianti chiusi negli ultimi 3 anni. Erano 76, adesso sono scesi a 62. La situazione è invece difficile per quanto riguarda la produzione italiana di laterizi, che anche nel 2010 registra una ulteriore flessione, pari al 4,1%, che porta il settore al peggior risultato dal dopoguerra ad oggi. Negli ultimi anni si è perso oltre il 40%, e le previsioni per il 2011, purtroppo, non sono incoraggianti. “L’effetto sul mercato del ‘Piano casa’ – ha specificato Gentile – è fortemente ridimensionato, anche se nel depresso contesto attuale, registriamo comunque segnali di risveglio e una certa vivacità di sistema, con alcune significative prestazioni sia a livello di azienda sia per alcune tipologie di prodotto”. Non va meglio nel comparto dell’edilizia industrializzata in calcestruzzo, il cui fatturato nel 2010 ha registrato una flessione del 17% e del 6% del commissionato. Dati che sommati a quelli del 2009 (contrazione del fatturato di circa il 20% e del commissionato del 32%) ci danno l’idea della situazione.
“La fotografia dei settori che ne è venuta fuori – sottolinea Gentile – è tutt’altro che rosea. Una cosa è certa: la crisi è sempre una iattura per l’economia e per il lavoro, ma in questo caso un effetto positivo l’ha generato. Mi riferisco al rapporto tra sindacati e datori di lavoro e ad una sorta di rivalutazione delle relazioni industriali, sicuramente favorita dalla recessione. ‘Grazie’ alla crisi, infatti, è stato possibile costruire una vera rete e disegnare una strategia comune con le controparti, solitamente poco avvezze ai rapporti sinergici. Questa collaborazione ci ha permesso di compiere passi in avanti molto significativi, ad esempio, sulla contrattazione dII livello, e quindi sul welfare, i diritti, la Responsabilità sociale d’impresa. Tutti fattori che, una volta esauriti gli effetti della crisi, ci portano ad essere ottimisti sul futuro dei settori. Ora più che mai, quindi, bisogna valorizzare il ruolo della contrattazione e della concertazione, concetti molto cari alla Cisl ed alla Filca”.