La manovra – per il Centro studi di Confindustria – è “un primo passo nella direzione della crescita”. Ne servono su “mercato del lavoro, ammortizzatori sociali, infrastrutture, costi della politica, semplificazioni amministrative, giustizia civile, istruzione e formazione, ricerca e innovazione, lotta a evasione accompagnata da abbattimento delle aliquote”.
La pressione fiscale raggiungerà il record del 45,5% nel giro di due anni, inclusi i tagli alle agevolazioni fiscali che dovranno scattare alla fine del 2012. Il CSC rileva poi che “la pressione effettiva, che esclude il sommerso dal denominatore, supera abbondantemente il 54%. Cio’ rende ancora più impellente utilizzare ogni strumento di contrasto all’evasione e restituire ai contribuenti, attraverso l’abbattimento delle aliquote, ogni euro recuperato”.
Secondo il Centro Studi di Viale dell’Astronomia il 2012 sarà un anno negativo per il Pil, che segnerà in media un calo dell’1,6% contro lo 0,5% registrato nel 2011. Non solo ma dopo un andamento negativo “tra l’estate scorsa e la prossima primavera” in cui il Pil avrà perso due punti percentuali, la nostra economia tornerà a salire solo a partire dal terzo trimestre del prossimo anno, quindi dal mese di luglio. Dall’autunno del 2012, invece, “si assisterà a una graduale accelerazione che consentirà di conseguire un incremento dello 0,6% medio annuo nel 2013”.
Confindustria giudica “molto probabile che si attenui il reintegro delle persone in Cig, aumentino i licenziamenti, il tasso di disoccupazione salga più velocemente e raggiunga il 9% a fine 2012”. Con altre 219 mila persone occupate in meno il biennio 2012-2013 si chiuderà con un calo di 800 mila da avvio crisi a inizio 2008. Se si guarda al dato statistico delle Ula, le unità di lavoro equivalenti a tempo pieno, sono 766mila quelle perse da inizio 2008 (con un recupero dopo il picco negativo di un milione e 115mila toccato nel terzo trimestre 2010), ma con l’occupazione di nuovo in calo dal 2012 – stimano gli economisti di via dell’Astronomia – saranno 957 mila a fine 2013. Il CsC rileva che “le condizioni del mercato del lavoro italiano sono in deterioramento”.
Dopo un aumento dell’occupazione quest’anno (+0,9% calcolato), “nel 2012 è atteso un calo dello 0,6% e nel 2013 dello 0,2%, anche se nel corso del 2013 le variazioni congiunturali torneranno positive”. La flessione di attività nella seconda parte di quest’anno ha interrotto il rilancio della domanda di lavoro che era iniziato a fine 2010. Pesa il rischio, con il calo dei livelli di attività previsto fino a metà 2012, che il grado di reintegro dei cassintegrati scenda sotto i valori finora osservati. Con la recessione si riducono significativamente gli spazi per il trattenimento dei lavoratori da parte delle imprese. “La situazione è anche peggio di quello che ci aspettavamo”, dice il ministro dello Sviluppo Corrado Passera intervenendo al seminario del CsC. “Siamo in recessione. Guardiamo i numeri: ci siamo dentro» anche se «per colpe non nostre: viene da fuori”. Mentre sul fronte del lavoro c’è “una condizione ai limiti della sostenibilità”.
Per il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, “è la conferma delle previsioni pessimistiche già formulate dal sindacato. Un vero e proprio dramma sociale di fronte al quale bisogna reagire con i fatti – sottolinea Santini – e per questo la Cisl rivolge un pressante appello al Presidente del Consiglio, di correggere immediatamente i provvedimenti previdenziali della manovra che peggioreranno la già grave situazione della occupazione. Va riconsiderato sotto questo profilo il forte aumento dell’età per l’accesso alla pensione, che così come ora congegnato nella manovra bloccherà le uscite di migliaia di lavoratori per un lungo periodo che va dai due ai quattro anni, rendendo rigido il sistema produttivo ed impedendo la naturale sostituzione con nuovi assunti anche nei settori non in crisi”.