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CONFERENZA NAZIONALE SUI BENI CONFISCATI

CONFERENZA NAZIONALE SUI BENI CONFISCATI

imageSi è svolta a Roma, presso il Palazzo Senatorio del Campidoglio, la prima Conferenza nazionale “Le mafie restituiscono il maltolto. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati per la legalità, lo sviluppo sostenibile e la coesione territoriale”, organizzata da Libera, l’associazione nomi e numeri contro le mafie. “Sono trascorsi 18 anni dall’entrata in vigore della legge n.109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie – recita un comunicato stampa dell’associazione, presieduta da don Luigi Ciotti – e le tante buone pratiche dimostrano che i patrimoni recuperati alla criminalità organizzata costituiscono risorse per lo sviluppo sociale ed economico del territorio”. Ai lavori, ai quali sono intervenuti, tra gli altri, i ministri Maurizio Martina (Agricoltura), Andrea Orlando (Giustizia) e Giuliano Poletti (Lavoro), Franco Roberti (Procuratore nazionale antimafia) e Rosy Bindi (Presidente della Commissione parlamentare antimafia), era presente anche la Filca-Cisl nazionale, rappresentata dal segretario Salvatore Scelfo, responsabile del Dipartimento Legalità della categoria.
“Il riutilizzo dei beni – ha detto – ha una duplica valenza sociale e produttiva, ed ha il grandissimo merito di produrre prodotti e servizi d’utilità pubblica e beni relazionali, di fondamentale importanza per lo sviluppo sostenibile e per la crescita dell’economia sociale ed etica, valori ai quali siamo profondamente legati. Aumentare queste buone pratiche vuol dire rafforzare la legalità, ed è importante farlo soprattutto nelle aree maggiormente infestate dalla criminalità, che toglie ricchezza e speranza”.
“Il nostro impegno su questi temi – ha sottolineato Domenico imagePesenti, segretario generale della Filca – è concreto e intenso. Su tutti vorrei citare l’esperienza straordinaria a Ciaculli, in provincia di Palermo, insieme a Padre Garau. Lì sorge ‘L’Arca di Noè’, una fattoria didattica rivolta ai bambini e ai diversamente abili e gestita dai volontari dell’associazione. La fattoria sorge in un bene confiscato alla mafia e in un quartiere che fu teatro di una delle stragi più sanguinose della storia. Un’esperienza positiva e preziosa per i giovani del posto, che provvediamo a finanziare e a sostenere perché il sindacato, è bene non dimenticarlo, è un attore sociale di primissima importanza ed ha il dovere di impegnarsi sul fronte della legalità e dell’etica”, ha concluso.

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