Caltanissetta. La Filca Sicilia indica le priorità per il rilancio e attacca il Governo
“NONOSTANTE le promesse, il Governo in questi anni ha fatto diminuire il potere d’acquisto dei redditi dei lavoratori e dei pensionati, a causa di una politica economica che rifiuta la concertazione”. La dichiarazione è del segretario generale degli edili Cisl Sicilia, Santino Spinella , in occasione del Consiglio generale della Filca isolana che si è tenuto a Caltanissetta . Spinella ha anche invitato i delegati a rivolgere un pensiero alle vittime innocenti del vile attentato terroristico dell’11 marzo che ha colpito il popolo spagnolo e l’intera Europa. Poi ha continuato il suo all’attacco all’Esecutivo, ricordando che c’è oggi una forte ripresa dell’inflazione al di sopra del 2,6-2,7%, aumenta il lavoro nero, nonché l’evasione fiscale e contributiva per i continui ricorsi a condoni e una tantum . “Dopo tre anni di governo del centro-destra – ha aggiunto il sindacalista – con questa politica sono saltati pure i parametri di Maastricht e senza i provvedimenti tampone oggi il rapporto tra deficit e Pil non sarebbe pari a 2,4 ma ben oltre 4”. E i dati sull’economia e la contrarietà al progetto di riforma delle pensioni hanno spinto i sindacati alla proclamazione dello sciopero generale il 26 marzo prossimo. “Il Governo abbandoni il progetto di riforma delle pensioni – ha spiegato Spinella -; piuttosto riveda la politica economica, rilanciandola attraverso la concertazione e la politica dei redditi”. Per la Filca Sicilia il rilancio del Mezzogiorno rappresenta il problema più importante da risolvere per uno sviluppo equilibrato del Paese. Oggi, infatti, le differenze tra Nord e Sud si sono acuite e l’ultima Finanziaria ha ridotto di 4 miliardi di euro gli investimenti per il Mezzogiorno. Su questo terreno, gli edili Cisl hanno illustrato alcuni dati allarmanti che mostrano un Paese spaccato in due: i tassi bancari richiesti nelle regioni del settentrione sfiorano il 5%, mentre nell’Isola si assestano al 7,93%. Per quanto riguarda le imprese edili, il tasso applicato in Sicilia raggiunge la vetta del 9,18%. Tutto ciò, viene rilevato, con un tasso di disoccupazione fermo a circa il 20%, con punte del 50% tra la popolazione giovane. I dati Filca descrivono una Regione che rischia la desertificazione industriale: dopo la Sipem di Enna , rischia di chiudere l’Azienda tessile di Riesi . Si trovano in crisi perenne il Petrolchimico di Gela, la Fiat di Termini Imerese, la Keller di Palermo, l’ Imesi di Carini e la Cesame di Catania. Nel suo intervento al Consiglio Generale Filca, il responsabile della Cisl siciliana, Paolo Mezzio ha ribadito che “il gap infrastrutturale dell’Isola pesa sulla crescita di tutti i comparti produttivi e sullo sviluppo della Regione. È oltremodo stucchevole – ha detto Mezzio – che si metta a rischio la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il Ponte non solo servirà a completare il corridoio 1 Berlino-Palermo, ma farà uscire la Sicilia dall’isolamento socio-economico, aprendo prospettive di mercato finora sconosciute”. Mezzio ha sollecitato il Governo regionale ad una maggiore speditezza nell’espletamento degli ultimi bandi di agenda 2000. L’investimento complessivo raggiungerà nel 2006 la soglia dei 10 miliardi di euro. “Appare strano, però, che ad oggi alcuni appalti non partano – ha affermato Paolo Mezzio. Ad eccezione dell’autostrada Pa-Me – ha aggiunto – non sappiamo che fine abbiano fatto la Catania-Siracusa, la Caltanissetta-Gela, l’ammodernamento della Catania-Siracusa e la Palermo-Agrigento. Lo sciopero generale del 26 marzo in Sicilia servirà a spezzare il silenzio assordante del governo Cuffaro sulle infrastrutture”. Sul versante della lotta al lavoro nero, gli edili cisl hanno poi fatto il punto sull’introduzione del Durc. Su questo punto, il segretario organizzativo nazionale Filca Cisl, Antonio Ceres , ha sottolineato che “dopo la firma dell’avviso comune sul sommerso in edilizia, c’è un impegno forte per contrastare un fenomeno che procura danni ai lavoratori, alle imprese sane e complessivamente a tutto il settore, alimentando la concorrenza sleale e alterando le regole del mercato”.
Francesco Tobia