COMO, SFREGIATA LA LAPIDE DEL PROGETTO SAN FRANCESCO PER LE VITTIME DELLA STRAGE DI CAPACI

COMO, SFREGIATA LA LAPIDE DEL PROGETTO SAN FRANCESCO PER LE VITTIME DELLA STRAGE DI CAPACI

Un’immagine della targa sfregiata

Mentre a Palermo centinaia di persone ricordavano con emozione la figura di Giovanni Falcone sotto l’albero a lui dedicato, a Como un gesto vandalico ne offendeva la memoria. Ignoti hanno deturpato la targa collocata sul lungolago il 5 marzo scorso, alla presenza delle autorità e di Maria Falcone in ricordo del magistrato ucciso a Capaci con la moglie e gli uomini della scorta il 23 maggio del 1992.
“Possono provare a cancellare e offendere il nome di Giovanni Falcone ma non ci riusciranno mai. Il nome di mio fratello è inciso nel cuore degli italiani e non si potrà cancellare. La città, Como, con forza reagisca, manifestando tutta la solidarietà ai magistrati, che come mio fratello, oggi lavorano per il bene comune e per la sicurezza del Paese. Insieme faremo 1, 10, 1000, manifestazioni, iniziative e porremo ancora altre targhe” ha reagito così Maria Falcone, la sorella del magistrato appena appresa la notizia dell’offesa vandalica alla targa sul lungolago. 

Non si tratta solo di vandalismo – ha dichiarato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl – ma di una vera sfida. Sfregiare la targa dedicata alle vittime di Capaci è un’azione vergognosa che costituisce la prova che la nostra azione ha colto un problema reale. Noi proseguiremo come e più intensamente di prima nella nostra azione per le libertà democratiche e per l’affermazione dei principi di legalità nella comunità. Grazie soprattutto all’incessante, capillare azione del Progetto San Francesco la Filca continuerà ad essere in prima linea in questa sfida, che dimostra come il sindacato sia un vero protagonista della società civile”.
Per Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, “il vile atto con cui la mafia ha voluto “sfregiare” il simbolo della legalità e per la formazione alla legalità di Cermenate, voluto dalla Cisl per costruire un percorso di formazione alla legalità e contro le associazioni mafiose che rappresentano un freno alla democrazia e alla crescita del nostro Paese, va condannato senza se e senza ma attivando tutte le operazioni possibili per identificare gli autori di questo vile atto in modo da riaffermare la cultura dello Stato, delle Istituzioni e della società civile contro l’illegalità e l’arroganza criminale”.
Felice Romano, segretario generale del Siulp, “nel ringraziare la cittadinanza di Cermenate per la volontà di condividere e  collaborare a far decollare il centro di formazione alla legalità istituito in quella comunità, sottolinea come questo atto non deve essere assolutamente sottovalutato auspicando che gli inquirenti individuino nel più breve tempo possibile gli autori di questo atto”.
“La responsabilità sociale, e il Progetto San Francesco ne è uno strumento, insieme alla cultura della legalità e della giustizia sono le fondamenta delle azioni del sindacato perché crediamo che salvaguardare i lavoratori significa proteggere il progresso e la crescita di tutti. Non ci lasceremo spaventare né offendere dalla vigliacca azione intimidatoria: qui ci sono le energie e i soggetti sociali sani per vincere i clan. Adesso le associazioni di categoria, i protagonisti del mondo produttivo e sociale reagiscano, senza ingigantire né sottovalutare tali vigliacchi gesti” – così Battista Villa, segretario generale della Filca Cisl lombarda, Andrea Zoanni, della Fiba Cisl in Lombardia, Benedetto Madonia segretario generale del Siulp lombardo e Claudio Ramaccini, segretario della Cisl comasca hanno reagito all’atto vandalico del 23 maggio.
“Conosco bene, sulla mia pelle, questi modi apparentemente casuali, estemporanei di minacciare, offendere e delegittimare la lotta alla mafia molto diffusi a Palermo, ma il lavoro che il sindacato sta portando avanti anche in Lombardia, qui nella provincia di Como, con fierezza e autonomia di certo non si lascerà rallentare né intimidire” così Alessandro De Lisi, responsabile del Progetto San Francesco. L’episodio è ancora più grave perché un anno fa ci fu l’inquietante precedente dell’albero della memoria spezzato nel cortile dell’istituto scolastico Caio Plinio Secondo. Proprio per rispondere a quella prima volgare provocazione il Progetto San Francesco, il programma antimafia di  Filca-Cisl, Fiba-Cisl, sindacato di polizia Siulp e Cisl, aveva deciso di piantare un faggio sul lungolago il 5 marzo scorso, alla presenza di Maria Falcone, sorella del magistrato, e di deporre una targa in ricordo delle vittime di Capaci, copia esatta di quella adesso conservata nell’atrio della sede centrale del Caio Plinio Secondo. Ma nemmeno questo nuovo simbolo è stato risparmiato.
Occorre reagire e respingere l’arroganza di chi crede di poter imporre violenza e omertà anche al Nord. La società civile deve ribellarsi e soffocare sul nascere la sottocultura dell’illegalità, dove attecchisce facilmente il cancro mafioso. L’oltraggio alla memoria di Giovanni Falcone non può e non deve intimidire la comunità comasca. A sostegno della condanna anche Mauro Roncoroni, il sindaco antimafia di Cermenate, città dove in una villa confiscata alla ‘ndrangheta, il Progetto San Francesco con Padre Antonio Garau sta lavorando al Centro Giorgio Ambrosoli per l’alta formazione antimafia: “Non posso che esprimere, in qualità di Sindaco di Cermenate, comune che ha deciso di ospitare il Progetto San Francesco per la promozione della cultura della giustizia.
Tutto il mio sdegno per l’ennesimo atto di spregio compiuto ancora una volta nei confronti di un servitore dello Stato caduto nell’esercizio delle proprie funzioni e proprio nel giorno in cui si ricordava la sua uccisione. Sono sempre più convinto che progetti sociali come il Progetto San Francesco a cui abbiamo aderito siano importanti e da moltiplicare ovunque ve ne sia la possibilità. Solo promuovendo la cultura della giustizia a tutti i livelli forse faremo in modo che atti del genere non abbiano a ripetersi mai più”.

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