A Cermenate, un comune del comasco al confine con la Brianza, sabato 2 aprile la Filca Cisl è stata protagonista di una nuova occasione per dire no alle mafie. Concretamente. In via di Vittorio 10, in una villetta della middle class imprenditrice, la ‘ndrangheta aveva una residenza, fino al 2007 quando venne definitivamente confiscata. Tre tentativi di vandalismo, sventati dalla prontezza civica dei vicini, e poi l’assegnazione alla Polizia di Stato.
Intanto la Filca Cisl della Lombardia, un passo alla volta, un’adesione alla volta al Progetto San Francesco contro le mafie, metteva insieme il Siulp con la Fiba e forte dell’amicizia con i colleghi siciliani e con Padre Garau incontrava Alessandro Marangoni. Fino all’anno scorso Marangoni era il questore di Palermo, che coinvolto nel Progetto San Francesco – sostenendo la necessità di un’unione strutturata tra investigatori, sindacalisti e istituzioni, ognuno attento a fare la propria parte – chiamava il suo amico e collega Massimo Mazza, questore di Como per chiedere di rinunciare all’immobile confiscato.
Così grazie alla generosità della Polizia, la villa di via Di Vittorio, inizialmente destinata ad un commissariato, veniva assegnata al Progetto San Francesco. Questa è storia, mentre gli ultimi fatti vedono una stagione completamente nuova di unità e di coesione sociale contro le mafie: il Sindaco, la giunta, il consiglio comunale, oltre quaranta associazioni culturali, gli artigiani, i sacerdoti e i francescani del convento locale hanno aderito al Progetto dedicato al Santo di Assisi. Il comune, intanto ha deciso anche di cambiare le regole che organizzano le gare d’appalto: basta massimo ribasso e introduzione dell’offerta maggiormente vantaggiosa, tracciando i flussi finanziari e chiedendo la massima responsabilità sociale alle imprese che concorreranno alle gare per le opere pubbliche nel comprensorio di Cermenate.
Sabato 2 aprile tutto il lavoro dei mesi scorsi è stato evidenziato e reso pubblico in una grande assemblea cittadina contro le mafie, con oltre quattrocento persone presenti. Padre Antonio Garau, presidente dell’associazione Jus Vitae alla quale è stata assegnata la villa in convenzione con il Progetto San Francesco, Battista Villa della Filca Cisl lombarda con Benedetto Madonia e Andrea Zoanni, del Siulp e della Fiba sempre della regione, hanno aperto la giornata di unità contro le mafie. Sia l’intervento del Sindaco Mauro Roncoroni che quello del prefetto Michele Tortora, hanno sottolineato la nuova stagione di attività comune, capace di sostenere la sfida culturale e sociale di evidenziare le proposte oltre che le denunce, con coraggio e attenti alla legalità come bene comune non negoziabile. “La lotta alla mafia è la sfida per tutta la società italiana, ma in Lombardia ormai si tratta di un’emergenza – spiega Battista Villa, segretario regionale della Filca Cisl Lombardia – La crisi ha aggravato le condizioni di resistenza alle mafie, con le imprese assai più ricattabili e i lavoratori assai più fragili: occorre un nuovo patto sociale contro le mafie, in grado di impedire che i boss siano ancora più forti e che siedano al tavolo delle trattative. Da adesso all’Expo dobbiamo provare tutte le strade per bloccare i clan, animando una nuova primavera di unità nazionale” e subito gli fa eco Benedetto Madonia, il segretario del Siulp lombardo: “Ci stiamo estendendo a macchia d’olio. La società genuina ci ascolta perché ha fame di conoscere e di manifestare il dissenso verso la mafia. Saranno tre giorni importanti dedicati ai giovani, che rappresentano la coscienza del nostro futuro. Ai nostri ragazzi, del mondo cattolico e non , diciamo che non è più il tempo dello struzzo: dobbiamo tenere la testa alta e dire no a tutte le mafie, senza aver paura di chicchesia. Voglio ricordare una frase di Giovanni Falcone: chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ce l’ha muore una volta sola”.
La serie di interventi coordinati dal curatore e responsabile del Progetto San Francesco, Alessandro De Lisi, è confluita a favore della destinazione della villa di via Di Vittorio, ovvero la fondazione del primo centro d’alta formazione contro le mafie in Europa, che abbia come soggetti i sindacalisti, i lavoratori e le realtà associative locali, e soprattutto i giovani e gli amministratori pubblici dedicato a Giorgio Ambrosoli, ucciso a Milano l’11 luglio del 1979. Un attimo prima delle conclusioni di Domenico Pesenti, il questore di Como Massimo Mazza, ha tenuto a sottolineare quanto successo grazie al lavoro del Progetto San Francesco: “Noi delle forze dell’ordine ci sentiamo più forti se sappiamo che alle nostre spalle c’è un’attenta seconda fila di cittadini e di sindacati sensibili, ma adesso, con tale attività, le file si sono unite, in un’unica e solida schiera per impedire l’ingresso e il rafforzamento della cultura e delle attività mafiose”.
Infine Domenico Pesenti, il segretario generale nazionale della Filca Cisl ha ricordato come tutto debba essere coerente alla missione di ognuno dei protagonisti: “Un sindacato come il nostro è impegnato in un progetto così e sostiene la formazione e le relazioni istituzionali perché siamo convinti che difendere e tutelare la società significa proteggere e promuovere le imprese oneste. Per creare lavoro vero occorrono imprese vere, per questo chiediamo una legge che introduca la patente a punti per chi opera nell’edilizia, una nuova stagione di responsabilità, abolendo il massimo ribasso come criterio vincente per le gare d’appalto di opere pubbliche o di interesse pubblico, rinnovando il patto sociale alimentato da tanti anni di bilateralità. Occorre anche che si torni a far politica, fuori dalle polemiche e dalle vicende attuali, e in un senso alto, di partecipazione e di consapevolezza richiamandoci ai valori dell’unità nazionale e della Costituzione.
Qui a Cermenate sembra proprio che abbiamo imboccato la via giusta”. Entusiasta il sindaco del comune del comasco, Mauro Roncoroni: “La promozione della cultura della legalità, della giustizia, dei diritti umani – ha detto – è un qualcosa che riguarda tutti noi e non solo alcuni soggetti o alcune associazioni; non è un qualcosa da riferire agli altri ma un qualcosa che deve toccarci in prima persona, deve far parte del nostro impegno civile. Il fenomeno mafioso è diffuso ovunque e coinvolge la società civile, le istituzioni, il mondo della politica, il mondo del lavoro e quello dell’economia; ricordo che a metà degli anni ’80, l’operazione “I fiori di San Vito”, contro la criminalità organizzata, ha toccato direttamente anche il territorio del nostro Comune di Cermenate. Noi tutti non dobbiamo lasciare soli la magistratura e le forze dell’ordine, fosse anche con il solo sostegno morale (sono parole di Giovanni Falcone) nella lotta alla criminalità organizzata Come Amministrazione riteniamo che da noi esista ancora un tessuto sociale onesto, coeso e sano da conservare, da potenziare e che può dire la sua e mettersi in gioco su questo argomento per diventare propositivo a livello locale e non.
La crescita culturale di una cittadinanza passa attraverso iniziative come questa, da pensare come rivolte soprattutto ai giovani la cui coscienza civica necessita di appropriati stimoli e modelli formativi. Investire su progetti simili al Progetto San Francesco, vuol dire investire sul futuro, su una società migliore, su una convivenza fatta di rispetto di regole morali ed etiche. È bello, come comunità, poter pensare in grande, affrontare qualcosa di innovativo, e non limitarci al particolare, al quotidiano, a ciò che è contingente e ai propri interessi; è bello poter trovare un qualcosa che ci unisca tutti , indipendentemente dalle idee politiche e ci permetta di far emergere la parte migliore di Cermenate, al servizio dell’intera comunità nazionale e forse non solo nazionale (il Progetto San Francesco – lo dico con orgoglio – è il primo e per il momento l’unico del suo genere che viene avviato in Italia). Sicuramente ciascuno farà altre riflessioni, ma qualunque esse siano, l’importante è che contro il fenomeno della criminalità organizzata ci si unisca, si mettano insieme le forze e si collabori per realizzare qualcosa di concreto. La condivisione del Progetto San Francesco è il contributo diretto dei cittadini di Cermenate alla lotta contro la criminalità organizzata”.